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Lou

Era Lunedì e questo significava solo una cosa. Avrei dovuto riprendere la scuola, una scuola nuova con compagni nuovi e soprattutto umani. Le 'lezioni' con Alice e le ragazze andavano sempre meglio e la caccia era più semplice anche se il sangue animale non mi saziava come quello umano. Alice e Jasper, la sera prima mi avevano proposto di andare a cacciare in vista del mattino seguente ed io avevo accettato, anche se non sentivo una grande sete, ma giusto per precauzione. Bevvi fino a sentire la nausea e tornammo a casa che era l'alba. Quando uscii dalla doccia entrai nella mia cabina armadio e indossai le cose meno strane che Alice mi aveva ceduto, che consistevano in un jeans a zampe di elefante blu, una maglia bianca a maniche lunghe, delle scarpe da ginnastica anch'esse bianche accompagnate da un cappotto molto carino beige. Guardando l'orologio e notando di essere in ritardo corsi in garage dove mi avevano dato appuntamento trovando solo una Jeep ed Emmet appoggiato sul fianco. "Serve un passaggio dolcezza?" mi domandò sfottendomi. "Si grazie scimmione" ribattei facendo il giro della macchina per salire sul sedile del guidatore, facendogli l'occhiolino "Ma guido io". Entrando nel parcheggio della scuola feci rombare il motore e tutti ci fissarono, una volta parcheggiata la macchina vicino ad una volvo e una macchina rossa fiammeggiante trovammo i ragazzi ad aspettarci. "Alla faccia del basso profilo, vero Lou" disse Edward contestando il mio comportamento ma io continuai a sorridere fino a che non suonò la campanella. Io, Emmet , Rosalie e Stefan dovemmo dirigerci verso una sede diversa per cominciare i nostri corsi. I corridoi non erano ancora del tutto vuoti quando entrammo e mi feci sempre più vicino ad Emmet, cercando di trattenere il respiro continuando a muovere le spalle come mi avevano insegnato. Quando Rosalie e Stefan entrarono nella loro classe salutandoci continuai a camminare finché non c'è la feci più. Tirai con me quel povero ragazzo in una classe vuota alla nostra sinistra. "Non credo di poter continuare a stare in mezzo a così tante persone, io..." sussurrai al vampiro davanti a me. "Tu puoi farcela e ci sono io con te, devi solo ricordarti di trattenere il respiro, ora dobbiamo andare te la senti?" mi chiese e vedendo un segno di assenso mi prese per mano ed accompagnandomi vicino alla porta ma esitando mi fermai prima che potesse aprirla. "Ci sono io" ripeté lui, girandosi a guardarmi diffondendo in me tranquillità. Una volta tornati in corridoio mi immobilizzai ma lui mi mise un braccio sulla spalla avvicinando il mio viso al suo petto facendomi concentrare sul suo profumo invece che su quello delle centinaia di persone che ci circondavano. Arrivati in classe prendemmo posto all'ultimo banco così da cercare di passare inosservati, ma senza successo. Per quattro infinite ore trattenni il fiato, per me fu una lunghissima e dolorosa tortura che finì con la campanella che segnava l'ora di pranzo. Mi sollevai dalla sedia camminando il più veloce possibile verso il bagno, senza perdere il controllo, e mi chiusi dentro. Sapevo che Emmet era davanti alla porta pronto ad aiutarmi ma dovevo imparare a gestirlo da sola, mi posizionai davanti al lavandino e guardandomi negli occhi cominciai a respirare, ma appena un gruppetto di ragazze passarono davanti alla porta sentii il battito del loro cuore accelerare. Probabilmente per aver visto il ragazzo che mi stava aspettando fuori dal bagno e senza il minimo preavviso una scarica di adrenalina e rabbia mi pervase e per impedirmi di fare una strage dovetti tirare un pugno allo specchio davanti a me.  Lo specchio a contatto con le mie nocche andò in frantumi e la base in alluminio sotto in incrinò. Allarmato Emmet mi chiese "Tutto bene lì dentro?". Nel giro di pochi minuti ritornai me stessa ed aprii la porta per andare in mensa. "Tutto bene" risposi per poi fargli cenno di andare. Una volta che fummo arrivati in mensa andammo a sederci vicino ai suoi fratelli. "Sono ancora tutti vivi o hai spezzettato qualcuno?" chiese ironicamente Stefan ridacchiando, guadagnandosi uno sguardo omicida che lo fece sghignazzare ancora di più. "Se non intendi il povero specchio del bagno delle signore al secondo piano, allora nulla e nessuno di rotto" ripose Emmet con lo stesso tono facendo ridere anche Jasper. Appena smisero di prendermi in giro sentii dei sussurri provenire da un tavolo poco più distante dal nostro. "L'hai vista? E così bella! Chissà se sono parenti..." dicevano, questa cosa cominciava a farmi arrabbiare e quando gli altri se ne accorsero cominciarono a distrarmi. Alice cominciò a chiederci se ci andava bene fare una festa per il diploma, Jasper con il suo controllo delle emozione mi diffuse tranquillità e la mano di Emmet che andò sulla parte bassa della mia schiena mi distrasse da tutte quelle voci ed odori. "Stai andando veramente bene" mi disse Edward che si era appena seduto davanti a noi con Bella. "Quanto manca ancora?" chiesi esausta. "Mancano ancora due ore, ma possiamo andarcene quando vuoi" si affrettò a dire Emmet. "Queste due ore che restano che..." provò a chiedermi Alice ma non riuscì a finire che si immobilizzò e dopo qualche secondo ricominciò a parlarmi come nulla fosse "Che corsi hai?" mi chiese finendo la domando che aveva in sospeso. Deciso che avrei indagato dopo e le risposi "Due ore di storia".  "Allora sei con me" disse Rosalie quasi gentilmente  facendomi sorridere. "Cominciamo ad avviarci? Così non troveremo tanta gente in giro" mi chiese e la mia risposta non tardò ad arrivare "Direi che è un ottima idea" e mi alzai salutando i miei nuovi amici per andarmene con lei. Quando arrivammo in classe ci sedemmo vicine all'ultimo posto e sorprendentemente  cominciammo a chiacchierare. "Come vi siete conosciuti tu e Stefan?" le chiesi senza pensarci "Scusa, domanda scomoda". "Un po' ma non importa" mi rispose lei per poi raccontarmi. "Ero appena uscita da una relazione molto importate durata qualche decennio e anche se siamo pure ora in buonissimi rapporti a quel tempo ci stetti così male che me ne andai di casa per 40 anni. Trovai Stefan, in una riserva a cacciare. Mi unii al suo clan per un periodo e non passo molto tempo per finire insieme, ma la mancanza dei miei fratelli a un certo punto divenne troppo forte e decisi di tornare. Lui come puoi vedere ha scelto di seguirmi e vivere con me". "Wow sembri molto innamorata, vorrei anche io parlare in questo modo di qualcuno" affermai sorridente. "Vedrai che troverai anche tu una persona che ti accetti e ami" disse lei rimandandomi il sorriso.  "Buongiorno ragazzi, aprite il libro a pagina 194" disse il professore entrando in aula e interrompendo il nostro discorso. Le due ore rimanenti passarono in fretta e arrivammo a casa molto velocemente, ma una volta entrati in casa le difficoltà non finirono. "Abbiamo un problema" disse Alice a tutta la famiglia riunita.

Angolo Autrice

Iridi rosse | Emmet CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora