𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝙽𝚞𝚖𝚎𝚛𝚘 5

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C'era caos all'inizio... Sentivo rumori da tutti i lati, non c'erano né forma né colore in quel sogno, solo un miscuglio di rumore e forme, materiali fusi fra loro che non avrebbero mai dato qualcosa di concreto o finito.
D'un tratto però... Un germoglio? Sì, una piantina dalle piccole foglie verdi era riuscita a nascere in mezzo a tutto quel trambusto, era così gracile e piccola in confronto a tutti quei problemi che stavano volteggiando attorno a lei... Eppure con difficoltà cresceva, le sue prime gemme nascevano mentre si alzava in quel male rumoroso.
Cresceva e cresceva sempre più fin quando sue radici non iniziarono ad assimilare qualcosa di strano, un liquido viola e nero come catrame, la pianta poco a poco iniziò a perdere il suo colore per colpa di quella melma...
Il trambusto la aveva fatta nascere eppure non riusciva ancora a farla crescere, i suoi piccoli rami si stavano contorcendo per cercare un modo... Un qualcosa che la potesse aiutare, un sole che la potesse illuminare!...
Funghi e muffe come parassiti la stavano attaccando mentre crescevano su di lei, il veleno la stava indebolendo, il frastuono di quel caos attorno a lei si stava facendo ormai troppo forte...
Molti rami si spezzarono per esser cresciuti troppo o per essersi ammalati, la sua corteccia era sempre più ricoperta da rovi spinati e ospiti indesiderati: insetti, vermi, rapaci e formiche la stavano uccidendo in silenzio per il loro tornaconto; chi per avere un tetto sulla testa o un nido dove riposarsi, chi per nutrirsi o per avere qualcosa a cui aggrapparsi per continuare a vivere; tutti a vivere alle sue spalle, danneggiandola senza ritegno mentre lei si ammalava sempre di più... Strani bozzoli viola iniziarono a crescere sui suoi rami... Erano a forma di piccoli occhi, intrisi di quella poltiglia velenosa con cui stava continuando a nutrirsi e che ormai la stava portando di certo alla morte... I suoi rami uno a uno iniziarono a cadere....
Le sue foglie divennero presto rosse e quei bozzoli pieni di veleno iniziavano a sbocciare e esplodere in una pioggia violacea; poi toccarono le foglie che iniziarono a cadere verso il terreno come un pianto di sangue e veleno. Tutti gli altri, parassiti o animali in "simbiosi" con lei scapparono o si nascosero a quella visione, non ritenendola più come un luogo sicuro... Tutti tranne chi non aveva nessun altro luogo dove andare mentre gli altri come già detto se ne andarono e la lasciarono da sola al suo triste pianto.
I suoi pochi rami rimasti ormai stavano cadendo e storcendo verso il terreno, fino a toccare le sue stesse radici... Il suo unico sostegno era lei stessa o almeno quello che ne rimaneva... Ormai ulcerata e mutata per colpa di tutto quello che la circondava, non le restava altro che appassire per quel veleno mortale che lei stessa aveva per sbaglio assimilato dal caos...

𝙽𝚘𝚝𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕'𝚊𝚞𝚝𝚘𝚛𝚎:

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𝙽𝚘𝚝𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕'𝚊𝚞𝚝𝚘𝚛𝚎:

In questo capitolo volevo scrivere una storia più "naturalista" delle altre, tenendo sempre lo stile e il significato del libro ovviamente, spero che vi sia piaciuto e al prossimo capitolo.

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