Parte 9

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*matt's pov*

Vrea ha accettato con piacere la proposta di giocare, ed era proprio quello che mi serviva per capire ciò che prova.

Mentre gioca è sempre molto concentrato perché non vuole perdere, perciò sapevo che se gli avessi chiesto qualcosa durante la partita avrebbe risposto con la verità. Ho iniziato con domande tranquille, chiedendogli cosa volesse fare dopo il diploma, se volesse fermarsi e lavorare oppure continuare a studiare per avere una vita decente, mi ha risposto vagamente perché effettivamente non sapeva cosa avrebbe voluto fare dopo. Dopo questo piccolo test ho iniziato ad aumentare la serietà delle domande con il passare del tempo. Inizialmente ho chiesto se gli interessasse qualcuno, dopo un po' ho abbozzato una descrizione di un ragazzo simile a lui dicendo che sarebbe il mio ragazzo ideale se fossi gay e chiedendo a lui di fare lo stesso ma mi ha risposto che essendo etero non aveva bisogno di pensarci, se solo sapesse tutto quello che ho scoperto, insisto ma non vuole rispondere quindi cambio argomento.

Gli chiedo se ha delle foto nostre, ad ogni domanda gli lascio un indizio per capire che io so tutto ma fa finta di nulla come se non capisse, a questo punto non so se è scemo o fa apposta. Continua a mentire spudoratamente e mi accorgo che inizia ad agitarsi, sento il cuore che gli batte all'impazzata anche dall'altra parte del divano, la sua voce inizia a tremare e per l'ansia fa errori grossolani mentre parla. Decido di finire lì quel piccolo e stupido interrogatorio, metto in pausa il gioco e gli vado a prendere da bere, non voglio che si senta male.

Quando ritorno gli faccio delle piccole domandine che sono sicuro non lo metteranno in agitazione e anzi lo calmeranno, so cosa gli piace sentirsi chiedere. Gli faccio qualche domanda sulla medicina, fin da piccolo il suo sogno è sempre stato diventare medico, giocavamo spesso al dottore, io ero uno sportivo che si era fatto male e lui il mio fidato dottore, imitava perfino la scrittura incomprensibile che usano e si era inventato la sua firma. Sa un sacco di curiosità sulla medicina e quando gliene viene chiesta una si gasa un sacco e si sente super intelligente. Lo lascio finire di parlare e poi sto zitto, concentrandomi sul gioco per stracciarlo come faccio sempre.

Finiamo la partita e ovviamente l'ho vinta, a rea piace giocare ma solo quando è con me, non spenderebbe mai tempo e soldi in una console perché per lui sono cose inutili per me invece è un passatempo, un modo per svagarmi e per lasciarmi indietro le giornate disastrose che passo a lavoro. Comunque.

Gli dico che so tutto e che ormai non deve più nascondersi, gli dico che la sua cotta non esiste, che so che è gay, che so di tutte le foto tenute sotto al letto e del gruppo con un solo partecipante dove scrive le sue emozioni. Rea inizia ad impanicarsi, pensa di aver rovinato tutto ma non è così. Vedo gli occhi che gli si riempiono di lacrime, quella visione mi distrugge, non volevo assolutamente farlo soffrire, mi affretto a chiedergli di raccontarmi la verità ma l'unica cosa che ottengo è la conferma che la sua amata non esiste, dopo inizia a mentire e a mentire ancora e io davvero non sopporto le bugie. Mi ha detto che  non può essere gay perché è sempre andato dietro alle ragazze, che le foto sotto al letto erano un regalo per me e per fortuna racconta la verità sul gruppo, dicendo che effettivamente è una specie di diario.

Lascio che finisca di parlare, gli prendo il viso tra le mani e gli asciugo le lacrime, è come un fratello per me, forse addirittura un figlio, e odio vederlo stare male per colpa mia. Lui è stata la mia salvezza quando ero veramente sul fondo del baratro, mi ha tirato su lentamente e non con poca fatica, ma ci è riuscito. Con i suoi scherzi, i suoi modi di fare un po' infantili, i suoi inviti. Ma ha una reazione che non mi aspettavo, mentre gli asciugavo le lacrime si scansa e scappa via proprio mentre la mia ragazza entra in casa e mi lancia uno sguardo enigmatico e pieno di preoccupazione.

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