INTRODUZIONE

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⤷ trama:

beatrice ha un problema. anzi. beatrice ha problemi, più di uno.
non ha ancora la più pallida di come sia arrivata all'ultimo anno di liceo classico, non ha la minima idea di cosa fare della sua vita e ancora meno sa cosa fare di sé stessa. è ferma nello stesso punto seduta in panchina, immutata e cronicamente depressa, mentre tutto intorno a lei si muove e cambia.
scuola, casa, scuola, casa.
sorridi, ridi, scherza.
il suo è un mondo colorato di grigio e lei è sempre triste senza conoscerne il motivo. lo è e basta, da molto tempo. forse da sempre.
nessuno se ne è mai accorto. o almeno così pensava.

🂡

ho cominciato a scrivere questa storia per la prima volta quando avevo dodici anni, ovvero molto molto tempo fa. credo sia stata una delle cose peggiori che io abbia mai creato, anche se all'epoca la pensavo diversamente, ma il mio punto è un altro. 

ho passato la mia vita a reprimere quello che avevo dentro e quindi ho sempre avuto la necessità vomitare nero su bianco ogni singola cosa che io abbia mai provato. quello che non riesco a dire ad alta voce, finisce su un documento word sotto forma di romanzo. in ogni mio libro c'è sempre in un modo o nell'altro un pezzettino di quello che sono, una mia ideologia, un mio pensiero. 

scrivere però "Tutte le cose che non ho detto" è stato diverso. 

come ho già detto due paragrafi fa ho sempre avuto la necessità di trascrivere i miei sentimenti usando come tramite i libri, ma soprattutto ho sempre avuto moltissime cose da dire. pensieri filosofici. cazzate. battute inutili. troppo da dire e troppo poco coraggio per farlo sentire agli altri: fu proprio così che anni fa, in una lontana sera nacque un personaggio di nome Beatrice De Santis. scrissi estremamente soddisfatta una bozza di un libro che parlava di una ragazza con i miei stessi problemi e quasi la mia stessa vita. una biografia altamente romanzata da una pre-adolescente in piena crisi ormonale, in breve. 

dimenticai presto quella mia creatura immonda e la ritrovai solo qualche mese fa mentre scorrevo tra i miei documenti di word. ho aperto quella roba e sono rimasta allibita dalle mie capacità TERRIBILI di scrittura, di narrazione, e in generale da tutto. una merda. nonostante tutto però Beatrice mi è rimasta addosso, perché sì beh...era me. 

e ora siamo qua. ho ripreso lo scheletro di quella trama e ho scritto QUESTO, un libro che contiene temi che ho conosciuto sulla mia pelle e che mi sono molto vicini. chiamatelo come quindi volete. un trauma dump. il giornalino di Gian Burrasca delle girlies. fa lo stesso, davvero.


⤷ prima di cominciare elencherò qua tutti i possibili trigger warnings, così sapete a cosa andate in contro (è sempre meglio essere sicuri lol):
-descrizione di attacchi di panico
-pensieri intrusivi
-disturbi alimentari (anoressia, binge-eating, dismorfia del corpo)
-omofobia
-menzione di abuso psicologico
-menzione di autolesionismo
-menzione di tentato suicidio
(gli ultimi due non riguardano la protagonista, but still)

⤷ ah e importantissimo!! questa non è una storia d'amore, o almeno non esattamente. sì, ci sarà un po' di sottogenere romantico (preparatevi per un po' di sano "enemies to lovers"), ma non è su cosa il libro si soffermerà come argomento principale. sarà invece dato moltissimo spazio all'amicizia e alle crisi di identità.

⤷ un'altra cosa che mi sta particolarmente a cuore e che vorrei specificare, è la rappresentazione dello spettro aromantico in questo libro, più precisamente l'essere demi-romantici. quella che vedrete è stata la MIA esperienza, quindi per favore non venitemi dietro con le forche e i pali infuocati se la protagonista comincerà IPOTETICAMENTE a innamorarsi di gente. passo e chiudo.

Tutte le cose che non ho dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora