Capitolo 3

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"Grazie di tutto dusan, ci conosciamo da pochissimo e sei diventato un amico davvero importantissimo per me"
affermo, lui dopo che accenna prima un espressione leggermente delusa e poi subito un sorriso dice :
"arek, per me sei praticamente un fratello, ti voglio bene, sono io che ti devo ringraziare",
a quel punto decisi che volevo aprirmi un po' di più con lui :

"sai dusan, c'è un motivo se ti dico queste cose, ho sempre avuto molti amici, ma molti di questi non sono mai stati veri, anzi non si potevano proprio definire amici, tu invece non sei così, tra noi c'è un legame vero, e credimi che se lo dico dopo nemmeno 2 giorni c'è un motivo..."

nel mentre sia a me che a dusan scende una lacrima, ci abbracciamo e poi entrambi ci diamo la buonanotte, rimanendo in questa posizione.
La mattina appena mi sveglio dusan non è con me, dov'è andato? E se si fosse spaventato per quello che gli ho detto ieri sera? E se in realtà fosse come gli altri? NO NO NO, NON POSSO PERDERLO, immerso nei pensieri non mi accorgo che la porta si apre e spunta il protagonista dei miei pensieri, facendomi tirare un sospiro di sollievo :

"dusan, dov'eri andato?"
"buongiorno arek, sono andato ad avvertire il mister che stavi male e nel mentre sono sceso a fare colazione, ti ho portato qualcosa",
gli voglio troppo bene, chi mi avrebbe mai portato in camera un cornetto e un bicchiere d'acqua? Mi alzo e lo vado ad abbracciare mettendogli le braccia attorno al collo, mentre lui me le mette attorno alla schiena e ai fianchi, mamma mia...
Stiamo così per un pochino, e io continuo a ringraziarlo, solo che lui fa qualcosa di inaspettato, mi butta sul letto e inizia a farmi il solletico, io inizio a ridere come un bambino, anche lui inizia a ridere :
"soffri così tanto il solletico? Bene, allora non mi ringraziare per queste piccole cose altrimenti te lo farò sempre, SAPPILO"
io continuo a ridere :
"va bene, mi scusi capo supremo"
li lui si butta accanto a me e continuiamo a ridere insieme :
"hai già misurato la febbre arek?"
"no, ancora no, pensavo di farlo dopo"

affermo io, ma nemmeno finisco che dusan prende il termometro e me lo passa, e come per la scorsa volta, mi appoggio sul suo petto mentre mi accarezza la testa :
"anch'io ti voglio bene, tanto, tantissimo"
vado ancora più verso di lui mentre mi stringe ancora di più; passano 10 minuti e levo il termometro :
"quant'è?"
"37,4°, si è abbassata molto, tu come ti senti?"
"molto meglio, anche grazie a te"
secondo momento in cui non so con quale coraggio affermo tutto ciò :
"io non ho fatto niente, non devi ringraziarmi"
mi scappa una risata...

"piacere, dusan"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora