CAPITOLO 6 - PERCY

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Guardai il tavolo davanti cui ero seduto riempirsi di ogni tipo di vivanda. Non lo avrei mai detto ma sembrava che i maghi se la cavassero alla grande con il cibo. Poteva quasi essere paragonato ad uno dei tanti banchetti a cui avevo partecipato al Campo Giove, probabilmente Reyna mi farebbe fuori se venisse a scoprire il paragone che mi era saltato in mente. Lanciai un’occhiata agli altri tavoli per vedere in che situazione si ritrovavano gli altri e mi rilassai notando come bene o male tutti sembravano a loro agio. Per un attimo avevo temuto di restare da solo, non dico che non me la sarei cavata, ma diciamo che la mia esperienza nelle scuole non era esattamente positiva. E poi avere Piper con me mi permetteva di condividere con qualcuno i problemi semidivini. Tutto sommato non sembravano cattive persone quei maghi, in fondo nessuno aveva ancora cercato di ucciderci. Non per questo mi sentivo più sicuro. Insomma, cercate di capirmi, eravamo in un mondo completamente sconosciuto ed eravamo stati divisi e in caso di attacco sarebbe stato più difficile organizzarci o aiutarci in caso di attacchi. Inoltre, ero preoccupato per Annabeth. Chiaramente lei non aveva bisogno della mia protezione, era sicuramente in grado di cavarsela da sola, ma gli anni a rischiare di morire lo avevano portato a diventare molto protettivo nei suoi confronti e, sicuramente, anche un po’ geloso. Non sapevo quando sarebbe capitato, ma appena possibile avrei chiesto a Nico di tenerla al sicuro, anche se ero sicurissimo che lo avrebbe fatto a prescindere.
Io e Piper passammo più o meno tutto la cena a chiacchierare con i maghi che sembravano interessati alla nostra origine, il che è un problema se devi inventarti una scusa ad ogni domanda, dopo un po’ la fantasia finisce. Così finivamo per dare risposte generiche e decisamente evasive. Per di più il ragazzo che avevo visto dallo sgabello non la smetteva di guardarci evitando il mio sguardo ogni qualvolta mi girassi verso di lui e i suoi amici, ma cercai di non dargli troppo importanza continuando a mangiare la pizza che riempiva il mio piatto. Stavo addentando la mia ultima fetta quando il cibo scomparve nel nulla così come era apparso, come per magia. Mi diedi una pacca mentalmente per l’arguta osservazione che mi era lampata per la mente. Mi ci sarebbe voluto un po’ di tempo per abituarmi a tutta questa roba magica. Evidentemente il tempo dedicato alla cena era finito e i maghi intorno a loro iniziarono ad alzarsi chiacchierando. Guardai Piper, seduta accanto a me, “Secondo te dobbiamo aspettare seduti qui o…”. Neanche il tempo di finire la frase che alle loro spalle comparvero due ragazzi. Mi girai per poterli osservare meglio, erano gli amici del ragazzo di prima. La ragazza aveva i capelli castani ricci sciolti che le ricadevano sulle spalle, aveva la divisa nera perfettamente in ordine con una spilletta con lo stemma attaccata sul petto. Ci stava scrutando con un sorriso forzato, probabilmente in dubbio se fidarsi di noi oppure no. Il ragazzo invece sembrava molto meno serio, o autorevole. I suoi capelli rossi erano lasciati in disordine come la divisa da cui si vedeva la camicia a metà fuori dai pantaloni. Se ne stava leggermente dietro di lei con le mani in tasca e dondolando avanti e indietro sui talloni scambiandosi sguardi con l’amico ancora seduto al tavolo. Non incuteva particolare timore, anzi, ero sicuro che la stazza robusta che si trovava era data dalla sua composizione genetica e non da un allenamento proficuo.
“Piper e Perseus, giusto?” dal tono era evidente che la sua fosse più un’affermazione che una domanda. Storsi le labbra sentendo il mio nome completo “Solo Percy, ti prego. Non mi piace che si usi il mio nome completo”.  Piper scosse la testa sorridendo mestamente poi si alzò porgendo la mano alla ragazza che aveva parlato “Siamo noi, piacere”. Lei la strinse “Bene, piacere di conoscervi. Io sono Hermione prefetto della casa di grifondoro, lui” fece un cenno al rosso accanto a lei “E’ Ron, l’altro prefetto. Vi faremo da guida qui ad Hogwarts finché non vi sarete sistemati. Inoltre, dobbiamo fare in modo che voi, come tutti gli altri studenti, non infrangiate le regole. Sono poche e facili da rispettare, non preoccupatevi” Sospirai, rispettare le regole non era esattamente il mio forte, senza contare il fatto che questo significava che avrebbero anche potuto espellermi, ma cercai di non pensarci troppo. “Se siete pronti vi facciamo vedere i dormitori”. Lanciai un’ultima occhiata al tavolo dove si era seduta Annabeth. Accanto a lei e Nico c’era un ragazzo con dei capelli biondo platino attaccati alla testa. Probabilmente lei si sentì osservata perché si girò verso di me e sorrise dolcemente. Ricambia automaticamente quel sorriso poi tornai a concentrarmi sui prefetti e annui “Va bene andiamo ad esplorare questo posto”. Seguirono i due lungo un sacco di corridoi e scale, quel posto sembrava un labirinto di Dedalo in miniatura. Hermione, camminava sicura raccontandoci la storia della scuola e indicando di tanto in tanto delle strade uscendosene con frasi tipo “Giù di lì c’erano le vecchie aule per le punizioni, si dice che le urla degli studenti arrivavano fino alla torre di astronomia” e andava avanti come se niente fosse. Purtroppo, la mia iperattività non mi consentì di seguire più di qualche minuto, poi mi limitai a guardarmi in torno, pensando a quanto fosse figo quel posto. Probabilmente Annabeth stava impazzendo. Quando tornai ad ascoltare quello che Hermione stava dicendo aveva appena iniziato a parlare delle regole. “Per prima cosa abbiamo il coprifuoco, dopo le undici non ci è concesso stare in corridoio, nulla ci vieta di restare nella sala comune ma chiaramente senza fare casino, per permettere a chi vuole di riposare. Non si può entrare nei dormitori delle altre case altrimenti chiunque potrebbe entrare e uscire” ed un unico pensiero balenò nella mia mente “Ed io come faccio ad entrare nel dormitorio dei serpeverde?” Hermione si accigliò “Percy non hai ascoltato? Non possiamo entrare nelle altre case, è severamente vietato” Scrollai le spalle “oh, non è un problema infrangere le regole. Ipoteticamente parlando, come ci arrivo?” Alzò un sopracciglio e sospirò “Non mi sembra che il tuo sia un ipoteticamente parlando il tuo”. Annuii “Certo che non è un ipoteticamente parlando, ma se voi dovete controllare che io non infranga le regole, quindi, non sarebbe furbo dirvelo, no?”. Ron scosse la testa “amico, ce lo hai appena detto”. Scrollai le spalle e Piper intervenne, probabilmente per evitare che mi cacciassero il primo giorno, Anq2nie non glielo avrebbe mai perdonato. Hermione si spostò nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio “Comunque il loro dormitorio è nei sotterranei, io non ci sono mai stata ma Ron ed Harry sì”. Aggrottai le sopracciglia “ma non era vietato? Comunque non importa, Harry è il tipo con gli occhiali rotondi e i capelli neri?”. Ron annuì “E’ il nostro migliore amico, lo conoscerete più tardi probabilmente”. Hermione annuì “Forza, siamo quasi arrivati. Ah, e giusto per dire tutto, Percy. Ad un ragazzo e ad una ragazza è vietato stare da soli dopo le dieci”. Sbuffai “Che cavolo, perché è sempre così. È una cosa così stupida”. Il rosso storse le labbra “La preside tiene particolarmente a queste regole, l’ultima volta che è successa una cosa del genere” rabbrividì “non è andata a finire molto bene, i due hanno dovuto fare gli assistenti alla McGranitt”. Piper scrollò le spalle “Beh se nessuno lo scopre è come se nessuno avesse fatto niente no?” Hermione si accigliò “Io e Ron dobbiamo controllare che siano rispettate le regole, se dovesse succedere qualcosa e voi veniste scoperti sarebbe in parte anche colpa nostra, soprattutto se succede fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco”. Si erano fermati davanti ad un quadro con una donna grassa con un vestito rosa, di quelli rinascimentali. Sorrisi ad Hermione facendole l’occhiolino “Non preoccuparti, ci sono abituato” Hermione arrossì distogliendo subito lo sguardo e Piper alzò gli occhi al cielo “Percy!” mi rimproverò la figlia di Afrodite “nessuno vuole i dettagli sulla tua vita sessuale!” Sgranai gli occhi accorgendomi di quanto quella frase suonasse male e feci il segno di time out “Frena, frena, frena, time out. Guarda che io non intendevo quello! Siete voi ad avere frainteso tutto”. Hermione alzò la mano per fermare quella conversazione. “Non importa, non voglio dettagli” scosse la testa sospirando e poi si girò verso il quadro. La signora si mosse e per poco non saltai per lo spavento “Quella si è mossa” la signora nel quadro assunse una faccia offesa “che razza di impertinente, quella avrebbe anche un nome. Ti aspetti che io resti ferma in eterno? Davvero scandalizzante!” Ron si accigliò guardandolo “Tutti i quadri qui ad Hogwarts si muovono e parlano” Scrollai le spalle, infondo perché no, perché i quadri non potevano muoversi. Hermione aggrottò le sopracciglia “Non hai notato gli altri quadri mentre venivamo qui?” Scrollai le spalle “In realtà non ci ho fatto caso” probabilmente la conversazione sarebbe andata avanti ma la signora del quadro li interruppe “Allora? Volete entrare o facciamo notte?” Ron sospirò e si posizionò davanti al quadro “aedes grypi” e il quadro si aprì mostrando un corridoio segreto. Feci un fischio di ammirazione “non male direi”.
Il piccolo tunnel sfociava in una camera ottagonale. Nella parete opposta alla nostra due enormi finestre si stagliavano su una serie di tavoli di legno scuro dove alcuni ragazzi stavano studiando o giocando a carte. Sulla nostra destra un enorme camino davanti al quale era posizionato un divano rosso, riscaldava la stanza. Sulla sinistra invece c’era una scala in pietra che portava ad un balconcino che si affacciava sulla sala. La maggior parte della stanza era occupata da divani e tavoli mentre le pareti erano tappezzate di quadri. Hermione sorrise guardandoci “Questa è la nostra sala comune, su per le scale ci sono i dormitori, a destra i ragazzi a sinistra le ragazze. Le vostre cose sono state già portate nelle camere”. Il ragazzo dagli occhiali rotondi si avvicinò a noi ed Hermione ce lo presentò “Percy, Piper, lui è l’amico di cui vi parlavamo prima. Harry, ti presento Percy e Piper”. Mi porse la mano, ma tentennai fermandomi ad osservarlo. Stava palesemente ostentando una sicurezza che non aveva, si vedeva dallo sguardo che era nervoso. Gliela strinsi e gli sorrisi “E’ un piacere conoscerti Harry”. Lui annuì per poi porgere la mano anche a Piper. “Allora, avete già visto il vostro orario?”. Mi voltai verso Hermione “lo abbiamo visto?”. La ragazza sospirò “Senti un po’ Percy ma hai seguito qualcosa di quello che vi ho detto?” Scossi la testa “credo di essermi perso una parte piuttosto sostanziosa della tour guidato”. Lei alzò gli occhi al cielo “Bene, un pubblico piuttosto soddisfacente” poi si rivolse all’amico “Sono entrambi del nostro anno, faranno lezione con noi” Harry annuì “avete visto che siamo quasi sempre in coppia con i serpeverde? Sembra che i professori lo facciano di proposito”. Aggrottai le sopracciglia “Che hanno di male scusa?” Ron fece un verso di disgusto “tutti i maghi peggiori sono stati smistati lì, per di più non solo quest’anno hanno permesso a quel mangiamorte di Malfoy di tornare a scuola, ora è pure prefetto” Piper inclinò leggermente la testa curiosa “cosa sarebbero questi mangiamorte?” Ma la mia preoccupazione era decisamente un’altra, non voleva che pensassero male dei suoi amici solo per una stupida convenzione. “Scommetto che non tutti siano malvagi come dite, anzi sono sicuro sia un pregiudizio” Il rosso storse le labbra “bah, se lo dici tu…” non sembrava per niente convinto. Hermione invece si rivolse a Piper “i mangiamorte erano i seguaci di Voldemort, un mago che ha cercato di conquistare il nostro mondo l’anno scorso. È stato uno studente di Hogwarts molti anni fa, era nella casa Serpeverde.” Harry aggrottò le sopracciglia “In America non ne avete sentito parlare? È stato un problema parecchio grosso mi sembra strano”
Scrollai le spalle “Avevamo anche noi i nostri casini”. Harry non disse niente ma notai la sua espressione passare a rabbia mista a rancore, come se ci incolpasse di non averli aiutati. Ma quel lampo scomparve immediatamente, così come era arrivato. Probabilmente anche Hermione se ne accorse perché intervenne a gamba tesa nel discorso “Sono quasi le undici, probabilmente sarebbe meglio andare a dormire. Domani ci sarà il primo giorno di lezione e non vorrei arrivare in ritardo.” Piper annuì “Hai ragione, non è che avete una mappa del castello? Non sono sicura di riuscire a tornare alla sala grande senza perdermi. E sono sicura di non potere fare affidamento sul senso dell’orientamento di Percy”. Hermione ridacchio “Domani mattina vi aspettiamo qui, così andiamo insieme e non rischiate di finire in posti strani, che poi ritrovarvi diventa impossibile”.  La stanchezza iniziava in effetti a farsi sentire. Mi scompigliai i capelli con una mano, combinando probabilmente un casino. “Bene, allora noi andiamo. Ci vediamo domani”. Poi seguii Piper su per le scale, consapevole dello sguardo dei maghi che ci seguivano, ma ero troppo stanco per occuparmene, l’effetto del Jetlag non sarebbe scomparso molto presto e probabilmente il giorno dopo avrebbero dovuto bombardare il mio letto per farmi svegliare. Ci salutammo una volta sul balconcino che divideva i dormitori. “Allora, beh, buonanotte Pip” le sorrisi per poi lasciarle un amichevole bacio sulla guancia e lei ricambiò il sorriso “Notte Percy” e si allontanò scomparendo dietro la porta.
Una volta entrato nel dormitorio maledissi mentalmente chiunque avesse progettato quel posto. Un lungo corridoio su cui si affacciavano delle porte perfettamente uguali su entrambi i lati e che terminava alla fine con un’enorme vetrata. L’unica cosa a distinguere le camere erano i nomi incisi sulle targhette. Probabilmente avrei passato tutta la notte a cercare di leggere al buio e con la mia dislessia tutti i nomi, ma per fortuna Harry e Ron lo raggiunsero poco dopo. “Hey Percy, tutto ok?” annuii “Si, sono alla ricerca della camera, non trovo il mio nome”.Harry gli fece un cenno con la testa per farsi seguire “vieni, se non ricordo male sei con me e Ron” come a dimostrazione di quanto appena detto si fermò davanti ad una porta, la targhetta recitava: Harry Potter, Ronald Weasley, Perseus Jackson, Neville Paciock e Seamus Finnigan. Entrammo e identificai subito il mio letto. La camera era molto semplice: c’erano cinque letti a baldacchino distribuiti lungo le pareti ai cui piedi erano stati abbandonati i bauli. Ad ogni letto erano associati anche un piccolo comodino e un armadio in cui era appesa la divisa. Una porta conduceva ad un bagno, non troppo grande e decisamente essenziale. L’ambiente era illuminato da un lampadario che pendeva dal centro del soffitto, posizionato sopra ad una vecchia caldaia, durante il giorno probabilmente la luce entrava dalle due finestre, ora nascoste dalle tende di velluto rosse chiuse. Mi lasciai cadere sul letto ancora vestito, ripromettendomi di chiudere solo un attimo gli occhi prima di prepararmi per andare a dormire, ma a quanto pare il mio corpo non era d’accordo, perché in un attimo caddi tra le braccia di Morfeo.

NOTA D'AUTRICE:
Rieccomi con un nuovo capitolo, in realtà era pronto da un bel po' ma mi sono accorta che quando ho fatto un errore nella narrazione passando dalla prima alla terza persona quando ho cambiato pov da Percy a Harry all'inizio. Prometto che sistemerò anche gli altri capitoli ma ci vorrà un po' per la revisione.
Scusatemi ma non me ne ero proprio accorta. Spero vi piaccia questo nuovo capitolo.
Alla prossima.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03, 2022 ⏰

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