Capitolo 1- PERCY

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La vita di un semidio non è mai facile e questo l'ho appreso 6 anni fa quando la mia professoressa di matematica aveva deciso che uccidermi fosse una buona idea. Con il passare degli anni credevo di averle viste bene o male tutte, ma, a quanto pare, quando le Parche avevano scelto il mio destino si erano applicate un po' più del necessario.

E' passato un anno dalla guerra contro Gea e la vita stava procedendo più o meno tranquilla per quanto fosse possibile per un semidio. L'alleanza tra il campo Giove e il Campo Mezzosangue procedeva a gonfie vele grazie a Reyna e Frank che guidavano a meraviglia i romani, anche se a mio parere il merito è soprattutto di Ottaviano che, morendo, aveva fatto un grande favore all'intera umanità.

Jason era impegnato a nuova Roma con la costruzione dei templi in qualità di pontifex maximus ed Annabeth lo stava aiutando con la progettazione, tra questo impegno e la ricostruzione dell'Olimpo, bloccata a causa del silenzio stampa degli Dei, riuscivamo a vederci poco.

A fornire poi supporto psicologico rispettivamente a Frank e a Jason c'erano Hazel e Piper che avevano deciso di restare stabili al Campo Giove almeno fino alla fine dei lavori.

E infine c'era Leo, dopo essere resuscitato e tornato con Calypso al seguito aveva deciso di farle fare un giro turistico di tutti gli stati uniti a bordo del drago Festus che, a quanto pare, aveva rimesso la testa a posto. Gli unici che erano rimasti al Campo Mezzosangue con me erano Nico e Will che erano decisamente troppo impegnati nella loro relazione per calcolarmi anche solo per un minuto. Non fraintendetemi, sono felicissimo per loro, non vedevo Nico così felice con qualcuno da quando lo conosco e Will sembra davvero un bravo ragazzo capace di aprire il cuore anche al principe dell'oscurità.

Mi ritrovavo quindi ad allenarmi da solo nell'arena sfogando tutta la mia noia su quei poveri manichini di cuoio che probabilmente si stavano chiedendo cosa mi avessero fatto di male.

Stringevo Vortice tra le mani con l'adrenalina che mi scorreva nel sangue e le energie che sembravano aumentare ad ogni singolo fendente o colpo che andava a segno. Inutile dirvi che persi la cognizione del tempo fino a che non suonò il corno che decretava l'inizio della cena. Sentii il mio stomaco brontolare per la fame, così decisi che era arrivato il momento di interrompere l'allenamento, feci tornare Vortice una penna e mi versai una bottiglietta d'acqua in testa per poi asciugarmi. Così mi diressi verso la mensa facendomi largo tra i gruppi di semidei che chiacchieravano tra di loro raccontandosi la giornata e parlando del più e del meno. Raggiunsi il mio tavolo sprofondando nella sedia, non mi ero accorto di quanto fossi stanco fino a che il mio corpo non toccò un'altra superficie, ero sicuro che appena mi fossi buttato sul letto sarei caduto tra le braccia di Morfeo magari senza incubi.

La cena passò tranquilla così come il falò che quella sera brillava di un rosso acceso e vivace. Quando iniziarono i canti di gruppo decisi che era arrivato il momento di ritirarsi, anche perchè a dirla tutta avevo bisogno anche di farmi una bella doccia calda.

La mattina dopo mi svegliai di soprassalto con qualcuno che bussava senza sosta alla mia porta. Mi passai una mano tra i capelli sbadigliando ancora assonnato e mi alzai indossando la prima cosa che trovai e andai ad aprire pronto ad uccidere chiunque ci fosse stato dall'altro lato della porta. Certo, non potevo mica sapere che ad aspettarmi c'era niente di meno che la mia fantastica ragazza. Annabeth mi sorrise e decisi che non era poi tanto grave che mi avesse svegliato in quel modo.

"Buongiorno Testa d'Alghe, vedo che ti sei svegliato finalmente"

Decisi di non valeva la pena rispondere e mi avvicinai dandole un dolce bacio del buongiorno che lei non esitò a ricambiare. Quando pose fine al bacio mi osservò un attimo senza separarsi troppo da me.

"hai la maglietta al contrario comunque" Risi alle sue parole e le diedi un bacio sulla guancia per poi risistemarmi la maglia

"mi sei mancata anche tu Sapientona, e comunque se mi avessi avvertito di certo mi avresti trovato con un aspetto migliore". Mi spostai dalla porta per permetterle di entrare e lei si sedette sul letto guardandomi con un sorriso stampato in faccia.

"su, muoviti a prepararti perchè non ho intenzione di baciarti fino a che non ti sarai lavato i denti e non ti sarai dato un contegno".

"sissignora" le risposi facendo un saluto militare e correndo in bagno a prepararmi. Guardai il mio riflesso nello specchio che era appeso sopra il lavandino e un pensiero mi attraversò il cervello così mi affacciai dalla porta e la guardai.

"Sapientona..." la guardai, attirando la sua attenzione

"Mh?" alzò la testa dal libro che stava sfogliando che sicuramente doveva aver lasciato lì da me una delle volte che aveva dormito qui.

"Non sei qui per una visita di piacere vero?" Vidi la sua espressione rabbuiarsi leggermente mentre abbassava un po' il capo.

"Chirone ha detto che vuole parlarci... non so nemmeno io di cosa si tratti" Sospirai passandomi una mano tra i capelli.

"va bene andiamo, prima andiamo e prima finiamo no" Sorrisi ad Annabeth cercando di risollevare l'umore e le porsi la mano che lei non esitò a prendere e ci dirigemmo verso la Casa Grande mano nella mano.

NOTA D'AUTRICE

Ciao, questo è il primo capitolo della mia prima storia in assoluto. Elaborato durante un giorno di noia causa videolezioni, spero sinceramente vi possa piacere. se avete suggerimenti o avete riscontrato errori segnalatemelo pure così da migliorare il tutto.

Beh che dire più, ci si becca al prossimo capitolo.

EROI DELL' OLIMPO // un mondo nuovo (crossover Harry Potter)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora