The under world

Capitolo 2

Devo dire che in tutta la mia vita non ho mai pensato che mi sarebbe potuta accadere una cosa del genere, invece eccomi qui.
Cerco di guardarmi intorno, eppure l'ombra non c'è più, e il posto in cui mi trovo è illuminato soltanto dalla luce che passa attraverso il buco.
Sento Sasha che abbaia, ma non posso lasciarla lì. Potrebbe scappare.
Allora la chiamo, sporgo le braccia in avanti per prenderla e lei mi salta addosso.
Cado, ma per fortuna siamo intere tutte e due.
Ora devo solo cercare di capire dove andare. La persona che ho visto dovrebbe essere nei paraggi.
Prendo in braccio Sasha, e rimango vicina al muro per sapere dove sto andando.
Probabilmente mi perderò e morirò qui, oppure tornerò indietro, ammesso che mi ricordi dov'è il buco....
Continuo a camminare, le gocce di sudore che che scorrono sulle tempie. Fa davvero caldo qui sotto.
All'improvviso sento delle voci. Sono lontane e non riesco a capire bene cosa stiano dicendo, poi affero alcune frasi:
"Dobbiamo stare attenti. Non possono scoprirlo. Sarebbe la fine!"
"È propio per questo che lo stiamo facendo."
"Torniamo alla base. Dobbiamo avvisarli che abbiamo trovato un'altra porta".
Tutte quelle parole erano incomprensibili. Cosa significa che non possono scoprirlo o sarebbe la fine oppure dobbiamo avvisarli che abbiamo trovato un'altra porta?
Decido di seguirli mantenendo le distanze.
Passano i minuti e stiamo ancora camminando. A volte il passaggio si fa più stretto e la mia testa tocca il soffitto, sfiorando le radici delle piante.
Sasha sta tremando. Non posso biasimarla. Finalmente dopo circa mezz'ora di camminata i passi si fermano.
Mi chiedo come abbiano fatto tutta questa strada senza usare nessuna torcia.
Sento che aprono una porta, e finalmente vedo la luce. Dopo tutto quel tempo al buio ora la luce fa male.
Dentro c'è una sala computer piena di persone.
Okay. Probabilmente sto impazzendo. Questo è solo un sogno.
Mi tiro un pizzicotto per cercare di svegliarmi ma niente.
La porta si chiude e io rimango immersa nel buio per un'altra volta.