Capitolo 4

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Inspiro, espiro, inspiro, espiro e poi...

Mi sveglio, la mia vista è un po' appannata.

Era un sogno. Faccio un sospiro di sollievo. Mi guardo intorno, probabilmente sono in ospedale perché qualcuno mi avrà trovata distesa per terra nella pista ciclabile. Logico.

Cerco di orientarmi, e non ci vuole molto a capire che sono ancora sottoterra, a meno che non sia in un carcere.

Niente finestre, luci accecanti, pseudo-letti, stanza completamente vuota tranne che per un piccolo particolare: c'è un ragazzo che mi fissa.

Capelli castani e occhi azzurri, beh... Che dire.

Urlo.

"Smettila di urlare, stai calma. -ha la voce un po' rauca- Almeno ti sei svegliata"

Mi metto seduta, ancora terrorizzata:" Chi...chi sei? E cos'è questo posto?!"

"Tanto per cominciare si saluta! -sorride- Mi chiamo Carter Doyle. Questo è il Sottomondo. Benvenuta."

Sto per aprire bocca ma lui lo fa prima di me:" Tu sei... Alex, giusto? Alex McQuin."
Lo guardo stupefatta, com'è possibile che mi conosca? Sento il mio cuore che inizia ad accelerare. Cerco di calmarmi, ma non riesco, sono quasi paralizzata.
Carter mi guarda, il suo sguardo si addolcisce:" Ehi, ti senti bene?"
"No, non mi sento per niente bene!" Mi salgono le lacrime agli occhi.
"Ascolta, andrà tutto bene, lascia che ti spieghi..."
"No! Voglio tornare a casa!"
Poi mi torna in mente una cosa: Sasha, dov'è?!
"Il mio cane, dov'è il mio cane?!"
"Il tuo...cosa? Ah, quell'essere peloso e fastidioso. -sospira e indica la porta- È di lá."
"Grazie" sospiro. Faccio per alzarmi, ma lui mi ferma, e mi dice:" Ascolta, sei ancora troppo debole. Dovrai aspettare un po' prima di poter tornare di corsa nella tua simpatica casetta dove probabilmente non avrai più intenzione di uscire. Okay?"
Mi guarda con i suoi intensi occhi azzurri e mi calmo.
Abbasso lo sguardo, ancora un po' spaventata, ma annuisco.
"Ritorno tra un po'. Non muoverti." risponde, e se ne va.
Così rimango sola.

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