Francesco
La guardo negli occhi e mi sento sprofondare. Sprofondo in un mare che ai suoi occhi è anche viola, come lei. La guardo, guardo le sue labbra, Palermo guarda noi, la terrazza che ci sta ospitando e due cuori che battono troppo veloci. Ci ho provato, perché Dio solo sa quanto ci ho provato, ma alla fine quella bocca che ho desiderato da subito si è resa così invitante che ho peccato e avrei continuato se Turi non mi avesse salvato. Perché alla fine mi ha salvato quando ancora ero in tempo, quando ancora le nostre labbra si erano sfiorate appena. Eppure le sento ancora, come se avessero tatuato la mia pelle, sento la loro morbidezza, la loro impazienza così simile alla mia, l'odore e percepisco anche un colore. Il rosso acceso della passione, il fuoco del desiderio e la terrorizzante debolezza che ho superato una linea di controllo che mi ha tenuto a galla da questo mare viola fino a stasera. Sento l'ansia invadermi, sento l'angoscia attanagliarmi, sento l'oppressione dell'amore passare dal cuore alla gola. E sento stringere così forte, che vorrei morire dolcemente sul suo corpo, mentre diventiamo una cosa sola. Ma le gambe tremano, la testa si svuota e io voglio andarmene, sento l'esigenza di andarmene. Abbandonare il contatto con i suoi occhi, la connessione che ci unisce, quel sentimento che non mi aspettavo che preme per uscire fuori. Lei vuole cucinare per me, lei con quella felpa che le lascia scoperta una spalla, quel sorriso fatto di speranza, le guance rosate da un imbarazzo che mi spinge via ancora di più. Non voglio una storia d'amore, non voglio dare il via a una serie di eventi fatti poi di promesse spezzate e anime distrutte. Lei è così bella, così bella che violento i miei occhi per staccarli da lei. Che violento me stesso per inventarmi una scusa balbettante e uscire di casa declinando il suo invito. Lo so che ti ho deluso Viola, so quanto il mio colore inesistente adesso ti accechi, o forse semplicemente non ho un colore perché non sono in grado di provare emozioni. Forse lei non mi vede perché io alzo un muro che mi difende dalle emozioni negative che mi circondano. La mia aura Viola, non è colorata dei tuoi stessi colori. Eppure la mia vita in bianconero si è trasformata proprio quando ti ho conosciuta, perché il tuo tocco colora, i tuoi occhi colorano, le tue labbra colorano e io adesso non posso permetterti di colorarmi ancora.... altrimenti a causa mia diventerai anche tu una figura in bianco e nero e di questo non potrei mai perdonarmi.
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Le emozioni di "Viola come il mare" by Anna Bells Campani
RomanceInediti emozionali che raccontano le sensazioni dei protagonisti durante le scene più intense della serie.