"Un bacio rubato parte 2"

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By Anna Bells

Francesco

Non sono un tipo da baci. Nel senso che do a loro un significato molto astratto, il loro valore di solito e per quanto mi riguarda è paragonabile a una stretta di mano. Non ho mai provato emozioni o immaginato colori a contatto con altre labbra. Solo una spinta derivata da quello che volevo dopo il bacio. È sempre stato così per me, spero che lo sia ancora per me. Per me queste labbra sono diverse. Penso alla diversità di queste labbra dalla quale mi sono appena staccato con malavoglia. Una terribile e temibile malavoglia. Perché due secondi sono troppo pochi per non desiderare altro e sono troppo lunghi per evitare di sentire qualcosa. Che non è il mio solito, sentire. Ne ho approfittato l'ammetto. Ammetto di essermi spinto addosso a lei più per impulso che per nasconderla come le ho raccontato e come mi sono raccontato. Perché mentre cerco di mantenere un equilibrio che non sento, caccio via l'immagine di me che la spinge al portone e infila le mani dentro i suoi capelli,schiacciando il mio corpo al suo e mangiando quelle labbra che sanno di fragola, spargendo ovunque quel rossetto che per me è stato incubo fin dal primo passaggio. Lei è il rosso, l'arancio, il blu, il giallo, il verde, la passione, la tentazione, la traballante lancetta di un orologio puntuale che segna l'ora sbagliata dentro un me non abituato a questo. Al passare dei minuti che raccontano l'attesa. Io così mi sento con Viola, in attesa. La guardo negli occhi e cerco nel suo sguardo le mie stesse sensazioni. Sono grandi, espressivi, lucidi e dentro vedo me stesso e quello che voglio e mai ho voluto.

Le emozioni di "Viola come il mare" by Anna Bells CampaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora