NOT MY HOME

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<< A cosa stai pensando? >> avvertii quel sussurro attraversarmi la schiena ma non arrivare alle orecchie, impegnate a misurare il battito del mio cuore, a decifrare i miei sentimenti mentre nella mia mente continuavano a rigirare quelle parole che, come un grande masso che da troppo tempo bloccava il mio respiro, avevo tirato fuori davanti ai suoi occhi, i suoi occhi azzurri. Per la seconda volta mi ero mostrata nuda, indifesa, piena di difetti, per la seconda volta avevo lasciato che mi guardasse lì dove io stessa stentavo a fare, per la seconda volta avevamo perso entrambi, la nostra era una guerra inutile, malsana, io finivo sempre tra le braccia di un altro, lui nei panni di un altro. Non risposi, mi limitai a voltarmi nella sua direzione e perdermi nei suoi spazi vuoti << Va tutto bene, Deli? >> mi domandò con grande dolcezza << Tutto bene >> risposi a malapena << Sai che se c'è qualcosa che non va puoi parlarmene, vero? >> si assicurò accarezzandomi la schiena, annuii appena sulla sua spalla. << Come vi siete conosciuti? >> mi chiese rompendo il silenzio e mettendosi seduto << Di chi stai parlando Kepa? >> mi ricomposi poggiandomi sullo schienale del divano a pochi centimetri da lui << Di te e Ben >> per un attimo sentii mancarmi il respiro, non potevo, non potevo lasciare nelle sue mani quel poco che ancora mi legava a Ben, quel poco che ancora apparteneva ad entrambi, quei momenti erano nostri, soltanto nostri << Te l'ho detto, eravamo compagni al liceo >> provai a rispondere mantenendo il tono della mia voce fermo e deciso << Delilah, so con certezza che avete frequentato due licei diversi e lo so dal primo momento che hai deciso di mentirmi >> confessò quasi sconfitto << Non volevo >> sfiorai appena la sua mano << Non importa, Del. Davvero, non devi dirmi nulla >> fece per alzarsi << No, hai ragione tu. Hai il diritto di saperlo ma non posso, non so nemmeno come parlarne, non l'ho mai fatto >> mi rivolse un leggero sorriso prima di allontanarsi verso la camera da letto. Lo raggiunsi e lo osservai steso sul letto a pensare << Ehi >> presi posto accanto a lui << Pensavo di conoscere tutto di te >> sussurrò osservando il soffitto << e adesso questo, per tutti questi giorni ho lasciato stare, ho pensato che prima o poi saresti stata tu stessa a dirmi che tutto questo non apparteneva alla tua realtà, invece tu hai deciso di cucirti quel vestito addosso e ora è come se io non riuscissi più a vedere oltre, è come se non riuscissi più a vederti. Non so come comportarmi perché lo capisco, ti capisco ma devo anche pensare a me, devo pensare a me per una buona volta e io ho bisogno di saperlo, ho bisogno di vedere oltre altrimenti potrei finire per rovinare tutto >> gli sistemai delicatamente i capelli << Non rovineremo nulla >> dissi più a me stessa che a Kepa << Come fai a saperlo? Magari stiamo sbagliando tutto, magari è soltanto colpa mia, sono io che non voglio vedere oltre, che non riesco a vedere oltre, per paura o non lo so perché sento che non c'è niente altro da scoprire >> iniziò a parlare velocemente proprio come Ben la stessa mattina, per la seconda volta mi mancò il respiro e anche lui per un attimo sembrò avvertirlo tant'è che smise improvvisamente di parlare << Perdonami, non so cosa mi prenda, devo andare, ho bisogno di stare da solo >> velocemente si avviò verso la porta non concedendomi nemmeno il tempo di fermarlo << Ti chiamo io >> riuscii a sentire prima del rumore della porta che si richiuse alle spalle. Ebbi l'innaturale istinto di alzarmi, infilarmi le scarpe, afferrare le chiavi della macchina e guidare fino a casa di Ben. Ero confusa, avevo bisogno di parlare, di qualcuno con cui poterlo fare. Una volta arrivata suonai al campanello, soltanto qualche secondo ed incontrai i suoi occhi << Posso entrare? >> pronunciai con difficoltà, lui semplicemente si scansò facendomi così passare. Mi sentivo una stupida, una stupida ad essere corsa da lui alla prima difficoltà senza pensare alle conseguenze di tutto questo. I miei pensieri vennero interrotti da un rumore familiare << Ehi, piccolo vieni qua >> Oscar corse verso di me ed io mi abbassai in modo da poterlo accarezzare << Mi sei mancato tanto anche tu >> un sorriso spontaneo si fece spazio sul mio volto, alzai nuovamente lo sguardo verso Ben, mi rialzai dando un'ultima carezza ad Oscar << Non volevo disturbarti >> dissi incontrando i suoi occhi << Non sei di alcun disturbo, sono soltanto sorpreso dal fatto che tu sia qui >> rispose scostandosi dalla parete sulla quale aveva poggiato la spalla << Avevo soltanto bisogno di vederti >> provai a spiegare << Va tutto bene? >> si assicurò facendo un passo nella mia direzione << Non lo so. È che non riesco a smettere di pensare a questa mattina o alla scorsa notte e come se non bastasse Kepa lo sa, sa che ho mentito su di noi dal primo istante e la cosa che odio di più è essere qui in questo momento, è continuare a tornare da te, è che non mi importa, non mi importa di perderlo per questa stupida bugia perché lui non potrà mai capire quello che c'è tra di noi e io non ho nemmeno le parole per spiegarlo >> la sua voce sovrastò la mia << Cosa c'è tra noi, Del? >> domandò avvicinandosi << Rispondimi, per favore >> seguì un lungo silenzio pesato da sguardi, spezzato da pensieri << Va bene, ti dico io cosa c'è tra di noi. Nulla, tra di noi non c'è nulla >> le sue parole non mi colpirono, sfiorarono appena la mia pelle << Del, dovresti essere con Kepa in questo momento a raccontargli la verità >> scossi il capo << Non posso Ben, non posso raccontargli di noi, è tutto ciò che abbiamo quei ricordi, l'hai detto tu stesso che non siamo niente ma lì, lì eravamo qualcosa altrimenti non ci sarebbe nulla da nascondere o di cui parlare, io voglio ancora tenere stretto quel qualcosa, non commetterò il tuo stesso errore, perché la verità è che sei stato tu a lasciare perdere, sei stato tu a lasciarci andare, sei stato tu a lasciarmi andare >> i suoi occhi erano persi, il suo sguardo confuso, sembrava come se non fosse realmente lì in quel momento e io non stessi parlando con lui << C'ero anche io quella sera >> disse all'improvviso << Cosa? >> domandai non capendo a cosa si riferisse << C'ero anche io alla festa in cui vi siete conosciuti, sono stato io il primo a notarti quella sera >>

IT'S ALWAYS BEEN JUST US|| BEN CHILWELLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora