Capitolo 5

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Il giorno che mi scrisse per chiedermi di uscire solo noi due , i miei genitori mi dissero che mi dovevamo parlare.
Ero felice perché avrei visto Alessandro il giorno seguente, forse aveva iniziato poco poco a piacermi.
Allo stesso tempo però avevo paura di ciò che mi dovevamo dire i miei genitori.
Pensai che fosse morto qualcuno oppure che qualcun'altro in famiglia magari avesse un tumore. Ormai non avevo più aspettative dalla vita e facevo bene.
Ci recammo al mare e qui mio babbo ammise di essersi giocato 100 mila euro al gioco d'azzardo. Mia mamma e mio fratello sapevano già tutto ma come al solito ero l'ultima ad averlo scoperto.
Sul momento non seppi bene come reagire.
Dissi a mio babbo di stare tranquillo che nessun problema era invalicabile e che ovviamente tutti lo perdonavamo.
Ma dopo aver elaborato la notizia che iniziai a capire tante cose e dal li nacque un gran rancore e una rabbia che ancora non sono riuscita a sfogare del tutto.
Quella sera dovevo uscire, ma nel percorso per arrivare a casa della Giada, cominciai a piangere così tanto che mi dovetti fermare.
Di solito è papà che dovrebbe consolare la figlia quando per la prima volta qualcuno gli spezza il cuore, ma era lui che me lo aveva spezzato.
Non avevo più  certezze, non sentivo più la terra sotto i piedi, come se tutto il mondo stesse controllando.
Mio babbo era sempre stato il mio idolo, il mio super eroe, se mi immagino un fidanzato lo volevo come lui.
Ma ormai non sapevo più chi era.
Alessandro sapeva tutto ciò, della delusione subita, del dolore provato, e ha deciso di fare comunque la stessa cosa e nonostante questo io sarò sempre la fan numero uno della sua vita gioirò per i suoi successi e mi rammaricherò per  i suoi insuccessi.
Gli vorrò sempre bene anche se la cosa non è ricambiata.
Alla fine non tutti possono nascere con un cuore buono, giusto?
La sofferenza provato inizialmente però si trasformò piano piano in rabbia ripensando e ricollegando tante cose.
All' inizio dell'estate mio padre si era raccomandato di lavorare molto perché non c'erano i soldi.
Chi sa perché non c'erano?
Come riusciva a dire una cosa del genere?
Con quale coraggio era riuscito a darmi dell'ingrata, guardandomi dritta negli occhi,quando avevo chiesto di fare l'anno all'estero?
Come continuava ,anche dopo che tutto era stato scoperto,a comportarsi come se tutto andasse bene?
Come se nulla fosse successo?
Come poteva continuare a giudicare gli altri,a sentirsi il migliore in qualunque situazione?

Mia mamma era distrutta, mi confidò piangendo che non si fidava più di lui, ma anche io ci riesco più.
Cominciai a collegare tutto a molti episodi della mia vita e capii esattamente quando lui era cambiato. Pensavo avesse incominciato con il Covid ma mi aveva detto che in realtà era successo prima senza però specificare quando.
Iniziò a cambiare quando dal babbo che ci portava i fiori e le mimose a me e a mia mamma, diventò colui che la spintonava e le metteva le mani addosso. Ho dei ricordi osceni degli anni delle medie. Come sempre mi ero trovata ad affrontare tutto da sola, come se tutto andasse bene. Al tempo non avevo nessuno con cui parlare, ero circondata solo da amiche false.
L'unica volta che provai a confidare ad una di loro che avevo paura per mia mamma e anche del fatto che si separassero, lei lo disse a tutta la classe.
Ero così vuota e sola che mi ero autoconvinta che non meritassi di mangiare, mi sentivo un problema perpetuo sia per le cose che mi dicevano i miei genitori ma anche per le mie "amiche".
Ero considerata sempre la grassa tra di loro, anche se oggettivamente non era vero, ma come lo spieghi ad una ragazzina di 11 anni?
Così arrivai a pesare 35 kg per un metro e 60 di altezza senza che i miei genitori si accorgessero di nulla.
"Mangia che ti si vede attraverso"
Questo è ciò che mi dice Alessandro l'ultima che ci siamo visti nonostante sapesse del mio passato e che da fine settembre non riuscivo più a mangiare.
Non era più i ragazzi che si infilava in mezzo alla ressa per difendermi.
Ma alla fine si rivelano tutti per quello che sono,no?
La situazione esacerbò quando mia mamma cominciò a sfogare la rabbia su di me.
Finché erano parole ormai ero abituata. Già dall' quinta elementare l'avevo minacciata di suicidarmi dopo  le sue continue affermazioni che si viveva meglio senza di me, non ricevo neanche alcuna risposta.
Ormai mi ero in grado di sopportare quelle cattiverie ma quando iniziò a mettermi le mani addosso divenne tutto insostenibile.
Ciò che rendeva tutto più complicato, è che non era sempre così.
Un giorno era la mamma più affettuosa del mondo e un secondo dopo ti prendeva la testa per i capelli e te la sbatteva contro il muro, per poi scusarsi con qualche regalo.
Ciò che mi stupisce è che riuscii ad affrontare tutto come nulla fosse.
Quando iniziai le superiori mio padre smise di menare mia mamma, o almeno così credo, perché non assistetti più a scene del genere.
Fu un bel periodo felice ma breve che si interruppe con la quarantena.
In quei giorni mi chiusi in camera, senza mai, uscire, era insostenibile litigare ininterrottamente con i miei genitori. Finita la quarantena ritornai ad avere qualche problema con il cibo ma nulla di grave rispetto a prima. Saltare i pasti e allenarmi in costantemente erano divenute una fissazione che per fortuna non durarono molto.
Ormai però la mia vita era diventato questo, un susseguirsi di problemi, drammi e dolore.

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