Al mare il giorno seguente, aveva già iniziato a definirmi la sua morosa davanti ai suoi amici, lasciami davvero perplessa.
Ricordo che io e Giada eravamo stese sui lettini e Ale decise di stare tutto il pomeriggio abbracciato a me.
Io non gli chiesi di spostarsi ma continuavo a guardare Giada implorando aiuto con lo sguardo.
Io volevo semplicemente dormire e prendere il sole, invece mi trovavo un tizio pesante addosso che mi faceva caldo e che oltretutto mi aveva lasciato il segno della scritta Ray-Ban ,dei suoi occhiali da sole, sulla pelle.
In realtà era tutta un'armatura la mia, un muro che avevo costruito con molta fatica.
Ero terrorizzata di affezionarmi a qualcuno che mi avrebbe fatto soffrire in un momento in cui a stento riuscivo a tenere insieme i pezzi della mia vita.
E alla fine come sempre avevo ragione.
A Giada mi trovato spesso chiedere come chiudere con Ale, senza farlo soffrire.
Non volevo nessuna relazione, sapevo di non essere nelle condizioni mentali di condividere la mia vita con qualcuno.
Non volevo essere un tornando che portavo a fondo con se ciò che lo circondava, i problemi erano i miei e non volevo che diventassero il fardello di qualcun altro.
Continuammo a vederci i giorni successivi e nonostante cercassi di rimanere fredda e distaccata qualcosa mi attirava verso di lui.
Capii che qualcosa stesse cambiando quando cominciai a perdermi nei suoi occhi.
Erano di un celeste profondo, con tal volta delle sfumature di verde chiaro, un connubio da incantesimo, imparagonabili ai miei semplici occhi neri.
Percorrevo con lo sguardo i suoi lineamenti marcati, il naso perfetto e i nei sparsi per tutto il corpo a formare delle grandi costellazioni.Compresi che era la persona giusta quando poco tempo dopo mi portò a cena fuori.
Entrambi non riuscimmo a finire nemmeno una pizza.
Eravamo semplicemente persi a guardarci,tutto il resto era superfluo,
la realtà per noi si era fermata, anche se la Terra continuava a ruotare sul proprio asse.
"Mi ispiri sesso" mi disse a bassa voce, mentre sorseggiavo il mio calice di vino.
In molti me lo avevo detto ma detto dalla lui, dalla sua voce profonda, non aveva nulla di squallido, mi fece sentire bella, fine, elegante,potente, una dea insomma.
Gli avrei voluto risponde la stessa cosa ma mi limitai a replicare:
" Me lo dicono in tanti"
Odiavo l'idea che potesse scoprire che avessi incominciato a provare qualcosa per lui.
Quella sera andammo poi a casa sua.
Attraversata la porta mi prese per mano, si avvicinò al divano e mi fece sedere su di lui.
Incominciò a baciarmi sul collo, per scendere al seno, per poi tornare alle mie labbra.
Mise la mani sui miei fianchi e io iniziai a muovermi e a stuzzicarlo.
"Quando sei pronta dimmelo, anche non sta sera" domandò dolcemente accarezzandomi una giacca di capelli.
Nonostante in passato avessi avuto molte possibilità di andare a letto con qualcuno, avevo preferito aspettare, perché non volevo farlo con qualcuno che mi volesse solo per quello come al solito.
Con lui però era diverso, mi sentivo a mio agio, protetta da tutto e tutti.
Siccome c'erano i suoi genitori in casa, decidemmo di andare sul balcone.
Lo facemmo così per la prima sotto le stelle come in un film romantico.
In realtà fu abbastanza imbarazzante e doloroso per me, ma quando ci ripenso è inevitabile sorride, perché per me quello non era solo sesso.
Il 29 giugno divenne così il nostro giorno.
Lui aveva già iniziato in precedenza a chiamarmi morosa ma per me lo era diventato solo quando decisi di fidarmi di lui e lasciarmi andare.
Non erano mai state cose semplici per me e solo poche persone erano in grado di meritarsi quella parte della mia anima.
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Dove sei?
RomanceVorrei tornare a quella sigaretta, al mio sorriso timido e ai tuoi occhi celesti. Ora è tutto svanito, tu sei scomparso, portandoti con te una parte di me. Sto andando avanti con apparente facilità, ma come faccio a spiegare quel vuoto che mi pervad...