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Entro nel paddock cercando il più possibile di non incrociare lo sguardo con fotografi o fan urlanti che chiamano il mio nome o il nome di Michael.
Mi sistemo gli occhiali da sole e mi passo una mano tra i capelli quando noto come mi stanno guardando tutti: bisogna ammettere che non sembro proprio in me con un vaso di girasoli tra le mani.
«Me lo dici che hai intenzione di fare con quei fiori?»
Michael cammina accanto a me e tiene tra le braccia Isabella; ovviamente anche lui non ha capito proprio nulla di quello che sto per fare, nonostante sappia benissimo da chi mi sono stati recapitati quei girasoli.
«Vedrai...»
Lo dico un po' sarcastica e abbozzando un sorrisetto complice.
Neanche si immagina cosa sto per fare.
«Myriam! Michael!»
Una voce molto lontana da noi, ma che sentiamo perfettamente, ci richiama e non appena notiamo che è Arya ad averci salutato, ricambiamo immediatamente il saluto.
Si avvicina, con al fianco ovviamente Charles, e subito prende Isabella tra le braccia e inizia a parlare con lei e a farla ridere.
Si è davvero innamorata di Izzy e lo stesso è per mia figlia nei confronti di Arya; sono contenta anche perché in Arya ho trovato davvero un'ottima amica.
Mentre ormai tutte le attenzioni sono su Isabella, interpello a voce bassa mio fratello.
«Senti...sai dove è Daniel?»
Michael ci pensa su un momento e mi comunica che forse è nella sua saletta all'interno dell' hospitality Red Bull.
«Ottimo! Tenete d'occhio Isabella per qualche minuto.»
Poggio una mano sulla spalla di Michael e mi volto, pronta per attraversare le porte scorrevoli e raggiungere Daniel.
Devo ammettere che un po' psicopatica lo sembro, cammino per tutto l'ambiente sorridendo e reggendo tra le mani quello stupido vaso di fiori, quasi fosse un trofeo, ma che non è assolutamente.
Arrivo finalmente alla porta della saletta di Daniel e busso con forza.
«Un momento!»
«Daniel apri sono Myriam.»
Aspetto forse trenta secondi ed ecco che la porta si apre; Daniel è già vestito per la sessione imminente e mi fa strada all'interno della saletta.
A quel punto chiudo la porta alle mie spalle e, alzando gli occhiali da sole, mi posiziono davanti a Daniel.
«Beh...che c'è?» osa domandare.
Mi schiarisco la voce e con qualche passo mi avvicino a lui.
«Vedo che le mie minacce non sono servite ad un bel niente...»
«Che c'è, non posso mandare dei fiori alla madre di mia figlia?»
«No che non puoi, Daniel!»
Rispondo impulsiva alzando la voce e noto un certo irrigidimento da parte del pilota.
«Oh invece si che posso! E sai cosa? Continuerò.»
Non lo sta dicendo davvero! Non mi sta davvero provocando!
Non ha imparato proprio niente negli anni.
«Daniel, se ti azzardi a non lasciarmi in pace io ti giuro che me ne vado, sparisco è non avrai più notizia di me o Isabella.»
Nel nominare nostra figlia, la sua espressione cambia e noto del panico bei suoi occhi.
«Non lo faresti davvero...»
«Scommettiamo?»
Ancora il panico nei suoi occhi.
Sa bene, anche meglio di me, che sono capace di qualunque cosa pur di ferire qualcuno.
«Sei veramente uno stronzo. Non vuoi che io sia felice. Continui a rovinarmi la vita. Cosa c'è in Pierre che non ti piace? Cosa non ti piace nella mia felicità?»
«Beh per esempio il fatto che cerchi disperatamente qualcuno che possa essere come un padre per Isabella, tutti all'infuori del suo vero padre.»
Ora anche lui fa il saccente.
Con che coraggio.
«Mi hai rovinato la vita, continui a farlo. Prima con Isabella, ora con Pierre. Secondo te perché non voglio te? Che problemi hai?»
«Quindi dandoti Isabella ti ho rovinato la vita?»
Sa bene che non è quello che intendo.
«Senti, finiscila. Riprenditi i tuoi girasoli del cazzo.»
Estraggo i fiori e glieli lancio contro, ma pensandoci bene i fiori hanno anche bisogno di acqua.
Mi avvicino di più a Daniel e gli rovescio tutta l'acqua contenuta nel vaso proprio sulla sua testa, bagnando quei suoi ricci che ha ereditato Isabella con dell'acqua sporca di qualche giorno.
Non dice nulla, semplicemente subisce.
Gli faccio un sorrisetto beffardo e mi dirigo verso l'uscita, lasciando ben aperta la porta in modo che tutti possano sapere e vedere cosa è appena accaduto.
Noto inoltre che Michael ed Arya con Charles sono entrati e si sono accomodati proprio lì fuori dalla porta.
Non appena afferrano la situazione, mi guardano esterrefatti.
«Isabella, amore, vieni con la mamma. Torniamo in hotel.»
«Non pensi che sia meglio se Isabella rimane qui con me?»
Michael tiene mia figlia stretta contro il suo petto.
In questo momento deve pensare che sono pazza, che Isabella avrebbe bisogno di una madre migliore e che non rovescia vasi sulla testa delle persone.
«Dovete smetterla, tutti quanti, di dirmi cosa devo fare con mia figlia!»
Alzo la voce parecchio noncurante del fatto che attorno a me ci sono delle persone che non vedono l'ora di ascoltare qualche dramma.
Ora si che sono pazza. Isabella non si merita una madre come, non si merita tutta questa situazione che sta vivendo. Non ha un padre, io non voglio darle il suo vero padre e mi odio per questo, ma pensare davvero di ricostruire la famiglia con Daniel mi fa venire da vomitare.
Lui non fa altro che volere la mia rovina, ma non pensa affatto a sua figlia, che vede la madre piangere e urlare come una pazza per colpa sua.
«Myriam...forse dovremmo tornare in hotel, che dici?»
Arya mi si avvicina e cerca di prendermi la mano, ma prontamente indietreggio.
Mi stanno trattando come una da rinchiudere e fanno bene, perché a quanto pare sono proprio questo.
Indietreggio sempre più fino a che prendo l'uscita della hospitality e con passo svelto cerco di tornare il prima possibile in hotel.
Vogliono Isabella? Se la tengano. Io non ne posso più di correre appresso alle persone e trascurare me e la mia felicità, ne ho veramente abbastanza.
Arrivo in fretta all'hotel e quando entro in camera mi guardo allo specchio: ho gli occhi fuori dalle orbite da quanto sono fuori di me e la mia pelle è diventata diafana.
Sto visibilmente male, sia psicologicamente che fisicamente, e la colpa per l'ennesima volta è di Daniel.
Per Isabella sono scesa a compromessi, credo che una madre debba fare anche questo per la propria figlia, ho subito tante cose che non mi stavano bene, ma anche io ho un livello limite di sopportazione.
Oggi è stato raggiunto e alla fine sono scoppiata.
Io mi impegno con tutta me stessa per essere la migliore Myriam che possa esistere, ma incontro sempre persone che mi fanno diventare il contrario.
«Sono Arya...posso entrare?»
Con uno scatto volgo la testa verso la porta.
Questo mi stupisce, non ho mai avuto nessuno che mi rincorresse nei momenti difficili eppure ora è successo.
Al mondo, allora, non esistono solo persone spregevoli.
Faccio un respiro profondo e in modo apparentemente normale mi dirigo verso la porta della mia stanza per poi aprirla e svelare il volto di Arya.
Immediatamente si fionda dentro e vedere il suo atteggiamento così preoccupato e protettivo nei miei confronti mi fa vacillare.
Vorrei gettarmi sul letto e piangere fino a che non riuscirò a tenere gli occhi aperti da quanto sono gonfi e mi recano dolore, ma non lo faccio per il semplice motivo che ormai mi sono abituata a non farlo in presenza di altri.
«Myriam...che succede? Perché hai fatto così prima?»
Mi siedo sul bordo del letto e prendo la testa tra le mani.
«Io non ne posso più! Della mia vita, di come le persone si comportano con me, del padre di Isabella...»
Non so neanche io perché lo dico, ma forse ho bisogno di svelare questo segreto che ormai tengo per me da troppo tempo.
«E che cosa c'entra lui ora? Te li ha mandati lui quei fiori?»
Annuisco senza proferire parola; immagino che il passo successivo per lei sia capire qual è il collegamento tra Daniel e il padre di Isabella.
«Perché fa così? Cosa ne sa di dove sei tu sempre?»
«Perché lui non vuole che io sia felice con altre persone, non mi vuole vedere con Pierre, non vuole sapere che Isabella potrebbe avere un padre che non è lui!»
Arya si siede accanto a me e dolcemente mi accarezza la schiena.
«Ti molesta, Myriam! Dovresti fare qualcosa, per te e per Isabella.»
In quel preciso istante volgo il mio sguardo verso di lei e sono pronta per dirle tutto, ma veramente tutto.
«Non posso...»
«Perché? Ti aiuterò io...»
Sospiro. Purtroppo non sono coinvolta solo io in tutto questo.
«Arya...Daniel...è il padre di Isabella...»
Non appena finisco di dire il nome di mia figlia, scoppio a piangere.
È un pianto liberatorio, ma anche di tanta rabbia. Non so neanche io come sia riuscita ad incasinarmi la vita così tanto.
Arya ovviamente è sorpresa e non potrebbe essere altrimenti, ma non tentenna e mi stringe in un abbraccio forte.
Lei probabilmente l'aveva già capito, ma dirglielo di persona ha significato darle accesso ad una parte della mia vita praticamente sconosciuta a tutti.
«Pierre lo sa?»
Scuoto la testa.
Ovvio che non lo sappia, ma dopo tutto questo, i fiori e quant'altro, sarò costretta a dirglielo, per correttezza nei suoi confronti; sono sicura che un segreto del genere non gli scapperebbe mai, è una persona troppo buona per fare del male ad altri.

Girasoli || Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora