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È mattina nella splendida regione dello Spielberg, mi sono svegliata da poco...ci siamo svegliati da poco in realtà, io e Pierre, e attendiamo che il nostro ordine per la colazione arrivi.
Ieri sera abbiamo passato davvero una bella serata, romantica e divertente per certi tratti. Ne avevo proprio bisogno visto tutto ciò che sta succedendo ultimamente con quei mazzi di fiori che continuano ad arrivare negli hotel in cui alloggio e in casa mia.
Fosse una volta ogni tanto, qualcosa di straordinario, mi farebbe anche piacere, ma quasi tutte le settimane e soprattutto da chi so io anche no.
Pierre in tutto ciò è davvero una persona molto premurosa: non si fa troppe domande sul perché arrivino quei fiori o se se le fa, non da molto a mostrarlo e non mi mette mai nella condizione di dover rispondere ai suoi dilemmi mettendomi a disagio. Lui cerca solo di aiutarmi e farmi stare bene come può e la serata romantica che abbiamo appena passato ne è la dimostrazione.
Ci siamo divertiti, è vero, c'era molto alcol, è ancora più vero, ma nonostante mi ricordi perfettamente cosa è successo l'ultima volta che ho abbassato le mie difese con qualcuno, di Pierre mi fido ciecamente. Vuole esattamente le stesse cose che voglio io e non vuole ciò che io non voglio; non mi costringerebbe mai a fare qualcosa e tutto ciò che è successo ieri è stato completamente voluto da entrambi nonché tra persone adulte, quindi non ne vedo il problema.
È stato molto bello e divertente e non tutte le ragazze possono dire di essere state a letto con due piloti diversi e per un certo verso farne anche un paragone.
Chi è il migliore? Oh questo non lo saprete mai, verrà nella tomba con me.
«Ecco il tuo cappuccino.»
Pierre mi si avvicina con una tazza rovente tra le mani e mi rendo conto che neanche mi sono accorta che la colazione era arrivata. Sono proprio con la testa tra le nuvole ultimamente.
Ringrazio Pierre, il quale mi raggiunge sul piccolo terrazzo della nostra camera accarezzandomi la schiena e contemplando insieme a me le montagne austriache.
«Tutto bene ieri sera? Isabella come sta?»
«Tutto bene, ho sentito ieri sera Daniel prima che la mettesse a dormire. Aspettavo una sua telefonata questa mattina per aggiornamenti, ma credo che lo chiamerò io più tardi.»
Pierre mi stringe tra le sue braccia e addenta la sua fetta di pane con nutella.
«Per lui non è stato un problema tenerla, vero? Voglio dire, per te non è stato un problema non stare con lei? So come funzionano queste cose, non voglio rubarle la mamma...»
Appoggio la mia tazza sul tavolino e successivamente torno tra le braccia di Pierre.
«Non le stai rubando la mamma. È solamente che la mamma delle volte ha anche bisogno di vivere la sua vita...e poi a Daniel non dispiace passare del tempo con lei.»
Vedo Pierre storcere il naso.
«Non credi che passino un po' troppo tempo insieme? Non hai paura che diventi scema come lui?»
Pierre ride e anche io in realtà.
Daniel la fa ridere e questo le fa davvero bene; finché vedo che cresce in salute, non ho da preoccuparmi per chi le sta intorno.
«A che ora devi andare in circuito?»
«Ancora dieci minuti, tanto sono già in ritardo.»
Così dopo qualche minuto ancora sul terrazzino, prendiamo le nostre ciotole e i nostri piattini ormai vuoi e li sistemiamo nuovamente sul carrello pronti per essere ritirati dallo staff dell'hotel.
Mentre Pierre si prepara e attendo il mio turno in bagno, decido di chiamare Daniel per aver notizie di mia figlia.
«Ciao Daniel. Come state? Tutto bene? Siete già in circuito?»
In un primo momento dall'altro capo del telefono ricevo un silenzio molto lungo.
«...si...tutto bene, siamo in circuito.»
«Daniel sono seria. Va tutto bene? Io sto per arrivare.»
Nuovamente quella titubanza nel rispondere, al che, conoscendo Daniel e le cavolate che spesso fa, mi preoccupo parecchio.
«Ah...stai arrivando...»
«Mi passi Isabella, per favore?»
«Ehm...Isabella non c'è...»
Cosa vuol dire Isabella non c'è? E dove può essere andata una bambina di due anni?
«Smettila di scherzare. Dove è?»
«Non lo so...»
«Che significa non lo so
Mi raddrizzo sulla sedia e immediatamente mi vengono i brividi.
Dove è mia figlia?
«Cazzo Daniel sei proprio un coglione. Sto arrivando.»
Sono veramente arrabbiata questa volta.
Come può un adulto perdere una bambina di due anni? Ma tutto bene nel tuo cervello?
Prendo esattamente le prime tre cose che trovo e le indosso: una felpa di Pierre, un paio di jeans, prendo il pass, il cellulare e corri fuori dall'hotel avvisando Pierre con un messaggio vocale molto poco tranquillo che sto andando a cercare Isabella.
Tutto ciò non succederebbe se gli adulti facessero gli adulti, ma io sono una testa dura e ancora una volta mi ostino a dare retta a Daniel e a pensare che non succederà niente a Isabella se sta con lui. Ma sono una stupida e se le succede veramente qualcosa di grave, lo giuro, è la fine dell'esistenza di Daniel.
Cammino verso il circuito infuriata e pregando ogni santo che Michael se la sia presa e portata a fare un giro nel box Alpha Tauri mentre Daniel non sta guardando, ma quando giungo nel luogo del misfatto, Michael è più arrabbiato di me con il suo migliore amico.
«Io ti ammazzo! Dove cazzo è mia figlia?»
Cammino spedita verso Daniel e lo strattono. Questa bambina deve saltare fuori il prima possibile o mi arresteranno per omicidio.
«Ti ho detto che non lo so! L'ho persa di vista tre secondi lo giuro e lei non c'era più.»
«Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Ha due anni cristo santo e chissà dove è ora! Se le succede qualcosa io ti giuro Daniel che non la vedrai mai più per il resto della tua vita, hai capito?»
Daniel annuisce in silenzio.
Non capisco neanche se gli dispiaccia aver perso Isabella o meno, perché a me non sembra assolutamente.
Per lui è sempre tutto ma si con calma le cose prima o poi si risolvono ma questa volta ha combinato un bel guaio e le conseguenze ci saranno eccome.
«Vado a cercarla.»
«Vengo con te.»
Mi volto di scatto con gli occhi fuori dalle orbite.
«No! Tu rimani qui! Hai fatto il danno e come tutte le volte tocca a me sistemare le cose.»
Volto le spalle a Daniel e Michael e inizio a percorrere avanti e indietro il paddock non so quante volte, chiedendo in giro ad ogni persona che incontro se hanno visto una bambina ricciolina camminare da sola, ma la risposta è costantemente la stessa: no.
Mi affaccio ad ogni box per chiedere ai miei amici e alle mie amiche se sanno qualcosa, se possono aiutarmi in qualche modo, ma le risposte che ricevo, oltre ai soliti Daniel è un coglione, è sempre la stessa: non abbiamo visto Isabella.
Solo Charles ed Arya tentano di aiutarmi promettendo di chiedere ad Arthur se magari lui l'ha vista, essendo costantemente in un altra parte del circuito, nel paddock di Formula Due.
Ringrazio i miei amici e ormai senza forze, peggio che se avessi corso la maratona di New York, torno al punto di partenza.
Non voglio neanche pensarci al fatto che Isabella sia talmente sveglia di essere andata da sola da un'altra parte senza essersi fatta vedere da nessuno. È una bambina sveglia, ma delle volte vorrei che non lo fosse.
Quando torno all'hospitality Red Bull, oltre a Daniel e Michael, ci ha raggiunti anche Pierre, il quale non sembra particolarmente rilassato a giudicare dalla espressione e lo capisco bene.
«L'hai trovata?»
«Mi vedi per caso con una bambina in braccio?»
Sbotto contro Daniel, il quale vista la situazione dovrebbe solo tacere.
«Tu devi proprio chiudere quella sottospecie di bocca che ti ritrovi perché se siamo in questa situazione è solo colpa tua!»
Anche Pierre ora inveisce contro Daniel e, nonostante un po' questa cosa mi faccia godere, un loro litigio è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
«Colpa mia? Al massimo la colpa è tua che...»
«Ora basta! Tutti e due! Mettetevi nei miei panni, per favore.»
Ammonisco entrambi e inizio a piangere.
Cosa devo fare? Sono disperata! Isabella è la cosa più preziosa che ho e per la quale darei la mia vita e qualcosa di più se fosse possibile.
Pierre mi si avvicina, ma lo allontano repentinamente.
Tutti e tre gli uomini che sono con me, immediatamente cambiano espressione in volto e si fanno davvero seri. Non è più uno scherzo, per me non lo è mai stato.
«Cosa farai ora?»
Rispondo a Michael cercando di ricompormi e asciugando le lacrime.
«Chiamo la polizia. Cosa devo fare?»
Su questo, siamo tutti d'accordo. Così prendo il cellulare e compongo il numero trovato su internet.
Mentre attendo che qualcuno mi risponda, anche il telefono di Pierre squilla: è Charles, l'ho sentito dire proprio da lui non appena ha risposto alla telefonata. Parlano francese e non capisco bene cosa si dicono, fino a che mi fa segno di chiudere la mia di telefonata.
«Arthur l'ha trovata!»
A quelle parole mi sembra di essere rinata e piango nuovamente.
«Dove?»
«Non l'ha proprio trovata...ha chiesto in giro e gli hanno detto che una ragazza e un pilota l'hanno trovata e con le giuste indicazioni te la stanno riportando.»
O mio Dio!
Mi copro il volto con le mani e scoppio di un pianto liberatorio.
La mia bambina è salva, in buone mani, che in questo momento potrebbero essere le peggiori ma non mi importa, e sta tornando da me.
Pierre mi stringe in un abbraccio forte e cerca di calmarmi con delle parole molto dolci.
«È finita, Myriam. È finita, sta arrivando. Dieci minuti e tornerà tra le tue braccia.»
Annuisco abbracciandolo stretto a mia volta e senza lasciarlo fino a che dopo una manciata di minuti notiamo due figure che si stanno avvicinando proprio a noi.
Sono un ragazzo biondo molto alto accompagnato da una ragazza di media altezza mora; il ragazzo tiene tra le braccia qualcosa, qualcuno, e il mio istinto materno non può fare altro che dirmi che sono loro: Isabella è viva e sta bene.
«Sei Myriam? Credo che qualcuno ti stia cercando...»
Il ragazzo mi si avvicina sorridendo con la bimba in braccio e me la porge.
Gliela strappo letteralmente dalle braccia per sentire ancora il suo piccolo corpicino stretto contro il mio petto; la riempio di baci e le sussurro continuamente che sono lì e che non deve più avere paura di niente, che, per un certo verso, è come se lo stessi dicendo a me stessa.
«Non so come ringraziarvi ragazzi! Come l'avete trovata?»
Prende la parola sempre il ragazzo.
«La bambina si è avvicinata a Cordelia credendo che fosse la sua mamma e ora capisco anche perché! Vi assomigliate vagamente...comunque sia in quel momento è arrivato Arthur che ci ha detto tutto su di lei e te l'abbiamo riportata immediatamente.»
Anche Pierre ringrazia i ragazzi chiedendo come possiamo sdebitarci, ma loro non vogliono sentire ragioni continuando a sostenere che l'hanno fatto con piacere e non c'è bisogno di nulla.
Rimangono con noi per qualche minuto a chiacchierare e scopro molte cose sui salvatori di mia figlia, come per esempio i loro nomi, Theo e Cordelia, e anche il fatto che il ragazzo sia in lotta per il campionato piloti di Formula Due.
Così prima che se ne vadano faccio l'imbocca al lupo ad entrambi e li ringrazio ancora.
«Penso di aver perso dieci anni della mia vita.»
«Rimani comunque la mia Milf preferita.»
Guardo di traverso Pierre per aver detto una cosa del genere proprio in un momento così delicato per me, ma tutto sommato forse dato che è andato tutto per il meglio ci sta anche scherzare un pochino.

Girasoli || Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora