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Appoggiata allo stipite della sala da ballo, osservo mia figlia fare movimenti aggraziati e seguire i pregiati consigli che Arya le sta offrendo.
Ho deciso di iscrivere Isabella alla scuola di danza di Arya principalmente perché è stata lei ad esprimere questa preferenza e credo che un po' di danza classica le faccia solo che bene, per quanto riguarda la postura, la coordinazione e tutti i benefici che una bambina di tre anni può trarne: stringere amicizie con altre bambine e bambini.
Ultimamente non mi sono più presentata alla fine delle lezioni per portare a casa Isabella, un po' perché avevo da fare con il lavoro e un po' perché non ho ancora deciso cosa fare della mia vita qui a Montecarlo.
Capita spesso che sia la stessa Arya a portarla a casa, ma non sono mai io ad accoglierla, è sempre Michael che si occupa di questo e oggi sono qui anche un po' per vedere un'amica e parlare con lei di un po' di cose che mi stanno passando per la testa ultimamente.
«Va bene bambine, ora venite a dare un abbraccio alla vostra maestra e poi potete andare.»
Vedo tutte le bambine correre verso Arya e stringerla tra le loro minuscole braccia; anche Isabella lo fa e posso capire in questo momento quanto le voglia bene, la considera davvero come una zia e di questo ne sono davvero contenta.
«Bella, amore, ti porto io a casa...»
«Veramente sarei venuta a reclamare mia figlia...»
Faccio la mia entrata in scena quando ormai la sala è vuota e all'interno sono rimaste solo mia figlia e Arya, le quali, entrambe, sembrano molto stupite di vedermi.
Isabella mi si stringe ad una gamba, come è suo solito fare per salutarmi, mentre Arya mi stringe in un abbraccio che dura qualche minuto.
«Non pensavo ti avrei più vista al di fuori del tuo appartamento.»
«Ecco, a proposito...magari potevamo prenderci un caffè e parlare un po'.»
Mi vergogno un pochino a farle questa richiesta, principalmente perché non mi sono comportata benissimo con nessuno dei miei amici, ma Arya è invidiata da tutti per la sua dolcezza e bontà d'animo e non esita un istante ad acconsentire alla mia proposta.

«Sono felice che ti sia fatta vedere oggi.»
Prima di rifugiarci nel primo café che abbiamo trovato, io e Arya abbiamo accompagnato a casa Isabella in modo tale da poter parlare liberamente nonostante fossimo quasi del tutto convinte che non sarebbe stata in grado di capire appieno ciò che stava succedendo.
Arya mi stringe le mani nelle sue e in risposta sorrido.
«Mi sembrava corretto così...è da un po' che non vedo te o Charles o gli altri ragazzi.»
«Infatti, penso che comunque tu abbia letto sui vari gruppi, si chiedono un po' tutti dove tu sia finita e perché non rispondi più ai messaggi.»
Ovvio che ho letto tutte queste cose sul gruppo che abbiamo con le altre ragazze nonostante non abbia la minima voglia di rispondere e spiegare la mia situazione.
Sarebbe tutto troppo complicato e mi sono ripromessa che la verità l'avrei detta a poche persone.
«Io non so mai cosa rispondere. Anche Charles mi fa continuamente domande, ma non so se dirgli davvero quello che stai passando e di Daniel...credo che dovresti essere tu a dirlo.»
Arya ha ragione, dovrei essere io a parlarne, ma quando sei abituata a mentire per tanto tempo riguardo una cosa così importante come tua figlia, alla fine risulta anche difficile pensare di poter cambiare l'idea che hai insinuato negli altri.
Dopotutto, i miei amici stanno così bene e amano Isabella anche senza sapere che Daniel è suo padre, no?
«Ho parlato con Pierre, ti avevo già avvisata.»
«Non mi hai detto come ha reagito.»
Sospiro profondamente al pensiero della reazione totalmente ingiustificata di Pierre: per me è inconcepibile il fatto che sia rimasto così calmo difronte ad una verità che per altri sarebbe stata quasi da infarto.
«È stato molto dolce, a dire la verità. Mi ha capita e ha accettato tutte le mie decisioni.»
Arya annuisce, probabilmente anche già se lo immaginava che Pierre avrebbe reagito in quel modo.
«Però volevo dirti anche un'altra cosa...»
Arya si mette in posizione d'ascolto. Questa è la parte più difficile e non so davvero come la prenderà.
«Ho deciso che tornerò in Australia con Isabella.»
Arya sgrana gli occhi e quasi sputa il tè che aveva ordinato appena arrivate.
«Come scusami?»
«So che per te è difficile da accettare, che ami Isabella e che la tratti come fosse tua figlia, ma staremo molto meglio là con la mia famiglia piuttosto che qui e con Daniel.»
«Non è solo per Isabella! Cosa ne è di te, di quello che provi tu e di quello che proveranno tutti i tuoi amici appena lo sapranno? Sono sconvolta...»
Sapevo che sarebbe stato molto diverso comunicare la mia decisione ad Arya e qui si tratta proprio di come mi sento io in questo momento.
«Lo faccio per me, principalmente. Michael sa tutto e mi ha dato il permesso di stare nella sua casa a Perth finché non ne troverò una tutta mia per me e Isabella. Lo sa anche Pierre e mi ha fatto giurare di chiamarlo ogni volta che avrò bisogno di lui. Ti chiedo solo di non dirlo agli altri...»
«Sai che ci rimarranno davvero male quando lo scopriranno?»
Ovvio che lo so e già lo avevo messo in conto, ma qui, ancora una volta, si parla di come mi sento io e dove crescerà meglio Isabella e non di come la prenderanno i miei amici e di ciò che pensano.
«Daniel si infurierà a dismisura...»
Ho pensato anche a questo cara Arya.
«Con lui ci parlerà Michael, alla fine sono migliori amici e non penso ci possa essere persona più indicata per trattare un tema del genere.»
Ho anche dato il permesso a mio fratello di farsi aiutare da qualche altro amico di Daniel, Max ad esempio o Charles, i quali penso proprio che abbiano compreso quanto basta la situazione tra me e lui.
«Ti prometto che portai venire quando vuoi a trovarci.»
È ovvio che Arya potrà venire quando vuole, non mi sto chiudendo in un convento di clausura.
«Sempre sempre?»
«Assolutamente si!»
Da queste mie parole, Arya sembra piuttosto sollevata nonostante io possa percepire ancora una punta di panico nel suo sguardo.
«Promettimi però che Isabella continuerà a prendere lezioni di danza classica. Vedo che le piace molto.»
«Te lo prometto.»

Subito dopo aver parlato con Arya ed essermi incamminata verso casa, ho scritto a mio fratello di incontrarci nel mio appartamento il prima possibile; infatti appena varco la soglia di casa, lo trovo intento a fissarmi con quel suo irritante sguardo giudizioso.
«Si può sapere che cosa c'è di così urgente? Stavo allenando Daniel.»
«Io e Isabella partiamo.»
Abbandono il cappotto e la borsa sul tavolo della cucina e mi dirigo in camera da letto seguita da Michael.
«Ora?»
«Domani, dopodomani, tra due giorni...non lo so! Appena trovo il primo volo che non mi costi uno stipendio.»
Mi arrabatto chinata a terra nell'intento di cercare una valigia abbastanza grande che solitamente tengo sotto al mio letto matrimoniale e nonostante non lo veda, posso sentire Michael sospirare e rassegnarsi.
«Io voglio solo che tu sia sicura di questa scelta e che non ti faccia del male.»
Tiro con fatica la valigia enorme e rivolgo lo sguardo a mio fratello.
Senza proferire parola, già ha capito che ormai la decisione l'ho presa e che quando decido è quasi impossibile persuadermi.
Non so ancora quando partirò, è vero, ma avere la valigia pronta in ogni momento è decisamente la cosa giusta da fare.
«E comunque lasci sempre a me il lavoro più difficile.»
Guardo Michael di traverso e lui ridacchia. Alla fine so perfettamente che farebbe qualsiasi cosa per me e per Isabella, anche inimicarsi una delle persone che è sempre stata al suo fianco, lavorativamente parlando e non, cosa che comunque ha già fatto più di una volta per me.
«Devo chiamare la mamma e dirle che prossimamente arriviamo...»
«Ci ho già pensato io. Quando arrivi ti darà le chiavi di casa mia.»
Ancora una volta guardo Michael storto; non doveva dirlo così a nostra madre, ancora prima che io decidessi.
«Non guardarmi così! Sono tuo fratello maggiore e ho il diritto di informare i nostri genitori quando tu te ne esci con certe cose.»
Lo so bene che per lui portare via Isabella a Daniel è la stronzata più colossale che io possa fare nella mia vita, ma credo che delle volte mi sia consentito anche pensare con la mia testa.
«L'ho detto ad Arya e Pierre, comunque...»
Michael annuisce. Forse è l'unica cosa su cui siamo d'accordo.
«Mamma, che stai facendo?»
Entrambi io e Michael voltiamo lo sguardo verso la porta e verso la piccola figura di Isabella.
La persona più importante che non ho informato di questa decisione è proprio lei: la verità è che non saprei assolutamente come dirglielo.
«Sistemo i miei vestiti...»
«Perché in una valigia?»
Isabella si avvicina a me e Michael e indica proprio la valigia posta sul pavimento davanti a me.
Do una rapida occhiata a Michael, il quale mi annuisce in segno di vicinanza, e successivamente prendo Isabella tra le mie braccia.
«Perché andiamo a tornare i nonni in Australia.»
«Perché?»
Isabella è entrata da poco in quella fase in cui chiede mille volte il perché delle cose e io non so mai come risponderle, come ora per esempio, non posso di certo dirle che è perché non voglio che Daniel sia più nelle nostre vite.
«Perché è da tanto tempo che non li vediamo.»
«Zio Michael viene con noi?»
«No amore, io vi raggiungo più tardi.»
È Michael ora a parlare e non penso che neanche lui creda a quello che stiamo propinando a Isabella.
«Zio Daniel?»
Sospiro cercando di non tremare con la voce e di non mostrare a Isabella la mia paura quando si parla di Daniel.
«Lui non verrà. Ha tanto lavoro da fare.»
Penso che quando scoprirà che non lo potrà neanche salutare, ci rimarrà davvero male, ma con il tempo capirà il perché di queste azioni.

Girasoli || Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora