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Daniel

Spesso mi sono chiesto come sarebbe la mia vita se non fossi un completo imbecille.
Come sarebbe stato non andare via dalla Red Bull; come sarebbe stato non essere andato via dalla Renault; come sarebbe stato non conoscere Myriam; come sarebbe stato se non fossi sempre stato molto superficiale con lei.
Neanche quando è nata Isabella sono riuscito a mettere ordine nella mia testa tant'è che le ho perse entrambe.
Mi sono chiesto molto spesso come sarebbero le cose ora, ad un paio d'ore dal mio matrimonio, se avessi detto tutta la verità a Crystal.
Non bisognerebbe mentire alla persona che ami e questo forse vuol dire che non amo Crystal e allora: perché sto per sposarla?
La risposta è sempre la stessa: perché sono un perfetto idiota. Sono morto di paura al solo pensiero che Crystal mi potesse lasciare e che così io rimanessi solo come un cane, perché diciamocelo, visto come l'ho trattata, Myriam sicuramente non mi avrebbe voluto indietro.
«A cosa stai pensando?»
Michael e Max sono seduti su un paio di sedie nella camera in cui mi trovo e sono già vestiti di tutto punto con lo smoking identico al mio.
Neanche vi dico che saranno loro i miei testimoni, molto ovvia come scelta.
Dal mio canto, però, non sono ancora riuscito ad abbottonarmi la camicia.
«Madonna Daniel, sei così in ansia da neanche riuscirti a vestire? Ma riprenditi, non stai andando a morire!»
Con la delicatezza che lo contraddistingue, Max cerca di darmi uno scossone per farmi riprendere; comunque sia continuo nel mio intento di abbottonarmi la camicia.
«Vorrei che Myriam fosse qui.»
Non guardo nessuno dei miei due amici, ma so perfettamente che loro stanno guardando me.
«Vorresti che fosse qui o che fosse al posto di Crystal?»
Michael ci ha preso; delle volte penso che sia esattamente dentro la mia testa e che legga tutte le cose che mi passano per essa.
«Scusa, puoi ripetere?»
Max guarda sia me che Michael con gli occhi fuori dalle orbite. Non ci credo proprio che è l'unico a non aver capito come stanno davvero le cose.
«Io non mi voglio sposare. Non voglio sposare Crystal, quantomeno...»
«E l'hai deciso prima di andare in chiesa?! Andiamo Daniel, ti facevo più sveglio.»
Non capisco perché, ma Max è più nervoso di me.
«Daniel, io ti conosco e conosco Crystal e soprattutto Myriam: sei ancora in tempo per ripensarci.»
Il fatto è che per me ripensarci significherebbe fallire nella mia vita, ma ormai l'hanno capito tutti intorno a me che questo matrimonio non sarebbe mai dovuto neanche iniziare.
«Non ti ci mettere anche tu, Michael! Non pensi a come ci rimarrebbe Crystal?»
Ci penso fin troppo e neanche io mi capacito di come io sia in grado di provocare così tanto dolore tutto in una volta ad una sola persona.
Ci rimarrei secco io se lei non si presentasse, figuriamoci il contrario.
Abbandono il mio lavoro di abbottonatura della camicia e mi dirigo verso il letto sul quale è riposta la giacca nera che dovrei indossare una volta completato l'outfit. Estraggo un foglio ripiegato più volte e lo porgo a Michael.
«Potresti portarlo a Crystal? Dille di leggerlo quando non mi vedrà ad aspettarla all'altare.»
Mi sono deciso, già l'avevo fatto qualche paio di settimane fa a quanto pare.
Non mi sposerò, non vedrò mai nessuna donna vestita di bianco che viene verso di me lungo la navata se non è la madre di mia figlia.
Michael sospira, probabilmente tutte le sue certezze sono appena state confermate, e annuendo prende il foglio.
«Non ti azzardare ad uscire! Daniel, pensaci bene.»
Max ammonisce Michael, il quale comunque esce dalla porta della camera.
«Max mi dispiace averti fatto perdere tempo questa mattina, ma non ci sarà nessun matrimonio. Meglio ora che quando sarà già tutto fatto. Io voglio Myriam.»

Michael esce dalla camera diretto al piano superiore dell'hotel nel quale ci siamo rifugiati per prepararci, rigirandosi tra le mani il foglio che gli ho consegnato.
Muore dalla voglia di sapere cosa ho scritto, lo so, ma per rispetto non osa farlo.
Arriva velocemente davanti alla camera in cui Crystal si sta sicuramente preparando con altre delle ragazze che le faranno da damigelle; fa un profondissimo sospiro cercando di raccogliere tutte le idee per pensare a cosa dirle ed infine bussa alla porta.
«Vattene, Daniel! Lo so che sei curioso, ma non è il momento.»
La voce di Crystal riecheggia più squillante ed allegra che mai e lo stomaco di Michael fa una capriola.
Le emozioni che prova sono contrastanti: è felice da un lato perché sa che Daniel ha fatto la scelta giusta scegliendo Myriam, ma prova una profonda compassione nei confronti di Crystal; nessuno si meriterebbe un dispiacere del genere.
«Sono Michael! Posso entrare?»
Dall'altra parte della porta si sentono dei passi ed infine Arya apre la porta.
Non sa bene se può essere frutto della sua immaginazione, ma Arya è spenta in volto, quasi come se sapesse ciò che sta per accadere.
«Sei per caso venuto a sbirciare per riferire tutto al tuo amico?»
Crystal lo guarda divertita mentre sta finendo il trucco e indosso porta una vestaglietta di raso color champagne, sicuramente pronta per indossare il suo vestito.
«In realtà, a proposito di Daniel, mi ha detto di darti questa e di aprirla solo una volta che sarai entrata in chiesa.»
Le porge il foglio ben sigillato e senza aggiungere nulla, si dirige nuovamente verso l'uscita.
Prima di abbassare la maniglia però, si volta ancora per rivolgersi alla sposina.
«Sei bellissima, Daniel avrebbe detto lo stesso.»
Probabilmente lei pensa che tutto questo sia esageratamente romantico, persino per Daniel, ma non lo penserà ancora per molto.

Cara Crystal, CryCry come amo chiamarti io,
Se stai leggendo questa lettera è perché non hai trovato nessuno ad aspettarti all'altare questa mattina.
Penso che le parole non siano in grado di descrivere il male che mi fa pensarti lì da sola, con tutti i tuoi amici e la tua famiglia che ti guarda senza di me, che sicuramente sto venendo apostrofato in modo a dir poco amichevole.
Non so dirti altro che mi dispiace.
Sono un codardo, lo so; avrei dovuto quantomeno dirti tutto di persona, ma non riesco a vederti delusa per colpa mia. È più facile dirti tutta la verità tramite qualcosa di scritto.
Sono una persona schifosa, ripugnante e chissà quale altro aggettivo vorrai aggiungere alla lista, sono anni che stiamo insieme e non ho mai avuto il coraggio di dirti la verità sulla mia vita, su chi ero prima di stare con te e su chi ho frequentato.
Probabilmente nel leggere queste parole starai già pensando a qualcosa, sei una donna davvero intelligente e intuitiva e forse anche per questo mi hai dato quell'ultimatum quella sera alla mostra di Myriam.
Da dove iniziare? Dato che l'abbiamo nominata, vorrei parlarti proprio di lei: Myriam.
Non la conosci da tanto, ma sono sicura che l'hai subito classificata come una persona responsabile e buona e così è, fidati di chi l'ha conosciuta bene prima di stare con te.
Eh già, io e Myriam ci frequentavamo e penso che ora avrai collegato del tutto i puntini, ma ti prego finisci di leggere, ne ho bisogno.
E parlando di Myriam è d'obbligo parlare anche di Isabella.
Penso che tu abbia capito perché mi sono sempre interessato a loro due e perché abbia sempre giudicato ciò che facevano, ma devo affrontare la realtà e per una volta prendermi le mie responsabilità: Isabella è mia figlia.
Non so come non mi hai mai chiesto spiegazioni, quei ricciolini sono inconfondibilmente ereditati da me; e io mi odio per non averti mai detto nulla, ma mi odio ancora di più per quello che ho fatto a Myriam.
Non ti sei mai chiesta perché lei fosse così tanto in ostilità con me? Io le ho detto che era meglio se non ci avessero mai collegato, io le ho detto che non era un problema finché nessuno avesse saputo che ero il padre...io sono sempre stato quello che però, alla fine, per Isabella voleva esserci.
Ho sempre voluto sapere quando ha iniziato a camminare, quale è stata la sua prima parola...ho sempre desiderato sentirla pronunciare la parola "papà" riferita a me. Ma non succederà mai perché sono stato io il primo a dire che lei non avrebbe mai dovuto sapere che sono io il suo papà.
È stato proprio nel periodo in cui Isabella è nata che ti ho conosciuta. Ho sempre pensato che saresti stata la mia salvezza, dal primo momento in cui ti ho vista, e lo sei diventata.
Ti ho amato alla follia, ti assicuro che i miei sentimenti erano più che sinceri verso di te e proprio per questo non posso renderti infelice sposandoti. Ti meriti molto di più di quello che posso darti io.
Io ti amo Crystal, ma con il tempo ho capito che il mio cuore appartiene ad un'altra persona, l'ho sempre negato, ma quella persona è Myriam, la madre di mia figlia.
Sono sicuro che troverai l'uomo adatto a te e che ti tratti come la sua regina, ma purtroppo non sono io.
Merito di essere odiato, anche io mi odierei, ma sappi che non ho mai agito, almeno consapevolmente, con l'intento di ferirti. Neanche ora.
Ti amo Crystal, spero che la vita possa portarti quanto di più bello esista al mondo.
Daniel

Dopo che ho lasciato l'hotel, ho freneticamente controllato l'orario sul mio orologio. Si avvicinava sempre di più il momento in cui Crystal avrebbe letto la lettera e nonostante io fossi ben lontano da quel luogo, ero più agitato che mai.
Ma da quando sono atterrato in Australia tutto è cambiato perché so che tra me e il mio destino ci sono pochi chilometri, ora.
Arrivo velocemente a casa di Michael, lui stesso mi ha informato che Myriam ed Isabella ora vivono proprio lì.
Mi avvicino al portone e faccio per suonare il campanello, ma ritraggo subito la mano.
Così facendo Myriam non mi farà mai entrare.
Mi gratto la nuca nel tentativo di trovare una soluzione, ma non ne ho idea. Faccio per bussare, ma qualcosa mi trattiene dal farlo.
Cammino avanti e indietro un paio di volte davanti all'uscio della porta, ma la verità è che ho una paura tremenda di vederla e di essere trattato come merito.
Nella disperazione, ripongo le mani nelle tasche della mia giacca e lo sento: qualcosa di metallico.
Estraggo l'aggeggio e noto che è una chiave solitaria.
La prima cosa che mi passa per la testa è che possa essere proprio della porta di casa di Michael e che lui abbia voluto farmela trovare, del resto io non sapevo neanche di averla una chiave in tasca.
Mi avvicino piano alla porta, inserisco la chiave nella serratura, giro un paio di volte e come per magia la porta si spalanca.

Girasoli || Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora