꧁ (0.5) ꧂

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l'amore è la medicina a tutto.
è proprio quello che ti fa scoprire un'altra parte di te, quella parte che magari non pensavi nemmeno di avere.

è una cosa per pochi.
e solo quei pochi riuscivano a definire quella strana sensazione che ti entrava dentro e non usciva più.
erano gli stessi pochi  che riuscivano a capire quello strano legame che creava tra due essere umani che capivano di essere destinati l'uno all'altro

certo, l'amore poteva colpirti in diversi modi.
poteva farti rinascere, poteva riuscire a farti vivere, ma poteva anche distruggerti.
amare, quindi donare completamente te stesso a un'altra persona, era benevolo da un lato, ma da un altro, poteva anche essere distruttivo.

e quando ami una persona per così tanti anni, condividendo con lei ogni pezzo di te e poi sei costretta a vedertela essere strappata via...
quella, quella era la vera distruzione.

e a namjoon e vanessa, che erano la dimostrazione dell' amore a prima vista, dell' esistenza delle anime gemelle, toccò questo destino.

si erano amati fino all'estremo, avevano rinunciato a se stessi per donarsi all'altro, avevano goduto del loro amore per anni e anni, e adesso?

certo, si sarebbero continuati ad amare.
non sarebbe finita così.
non potevano lasciare svanire il loro amore solo per la guerra.
era l'ennesima sfida alla quale stavano per essere sottoposti, ma sapevano che il loro modo incondizionato di amarsi sarebbe sopravvissuto anche a quello.

ma la prove più difficile, secondo loro, era quello che si sarebbe tenuto quella mattina.
la partenza di namjoon.

la partenza.
vanessa ancora ricorda a memoria il giorno in cui arrivò la lettera di arruolamento.
non ebbe nemmeno la forza di leggerla, la diede in mano a suo marito, che accorse a sorreggerla, le sue gambe non ebbero nemmeno la forza di sorreggerla.

e tanto si chideva come sarebbe stato quel giorno.
quel giorno in cui l'avrebbe visto indossare quella divisa, prendere il borsone e portarsi via con se tutto, lasciando dietro di se un vuoto incolmabile.

inutile dire che vanessa non aveva dormito per tutta la notte, namjoon invece si era addormentato giusto qualche ora per poi rimanere sveglio con lei, stringendosela forte al petto e godendosi quel tocco ancora per un po'.

quando il moro andò a farsi una doccia, lei rimase seduta alla punta del letto, iniziando di nuovo a piangere silenziosamente.

quando tornó namjoon, con solo un asciugamano attorno alla vita,  lei trovó una scusa e corse in bagno, non voleva e non riusciva a vederlo mentre indossava quella dannata tenuta.

"amore, apri ti prego."
le tremavano le mani, stava facendo avanti e indietro per la stanza, non riuscendo a stare ferma e quando senti il marito bussare leggermente alla porta, tremó ancora di più.

"vanessa, per favore, ti prego, non sottrarci tempo."
a quelle parole aprì finalmente la porta e si ritrovò davanti il suo uomo ricoperto con quella spaventosa divisa addosso.
il largo pantalone tendente al grigio era abbinato a una giacca del medesimo colore, dove erano attaccate alcune strane spille.

non riusciva ad alzare lo sguardo, non voleva incontrare i suoi occhi, non voleva per niente.
fu lui che la prese per il mento, e la costrinse a farlo.

vanessa strinse la giacca del moro tra le sue mani, mentre si appoggiava contro il suo petto e ricominció a piangere.
e questa volta non fu sola.

lui aveva preso ad accarezzarle i lunghi capelli neri e li strinse leggermente tra la sua mano, mentre si abbassò leggermente, per posare la sua testa nell'incavo del collo della moglie, per godere un ultima volta del suo dolce profumo.

love is war ||k.nj||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora