꧁ (0.6) ꧂

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vuota.

era così che si sentì non appena varcò la soglia della sua abitazione.
sentiva un vuoto immenso dentro di sé, mentre poggiava la valigia della sorella sul letto in cui fino a qualche ora prima lei e suo marito erano abbracciati.

il suo profumo rieccheggiava ancora nell'aria e aveva paura quando se ne sarebbe andato, perché così sarebbe svanita l'ultima traccia di lui in quella casa.

si sedette sul letto e rimase a fissare il muro, come per cercare la risposta alla domanda che le rieccheggieva in testa:
"e ora?"
era la domanda che riassumeva di più quello che sentiva in quel momento.

aveva vissuto con lui e ora senza di lui cosa avrebbe fatto?
come avrebbe fatto a vivere?
o meglio, ci sarebbe risucita a vivere?

purtroppo non poteva nemmeno tenere  troppo conto dell'aiuto della sorella, perché anche lei era nella sua stessa situazione e doveva inoltre badare alla figlia, che avrebbe ovviamente sentito tantissimo la mancanza del padre.

la mancanza del padre...
e lei non sapeva nemmeno se il loro bambino o bambina avrebbe avuto un padre.
si toccó d'istinto la pancia, ripercorrendo gli stessi punti in cui qualche ora prima l'aveva accarezzata lui.
sperava in qualche modo di risentire il suo tocco, ma ovviamente non accadde.
sentiva solo la sua pelle fredda contro le dita, nient'altro che quello.

gliel'aveva promesso, che sarebbe stata forte per lui, per lei, per loro, ma già non ce la faceva più, aveva già bisogno di lui.
si prese la fede tra le dita, girandola, ripercorrendo mentalmente tutti i ricordi ed inutile dire che qualche attimo dopo si ritrovò piegata in due sul letto, nuovamente con la testa tra le mani e con i singhiozzi che piano piano si accumulavano nella sua gola.

"perché? perché? perché?"
si chiedeva disperata, in preda a un ulteriore crisi di pianto e a un certo punto quel perché lo urlò così forte da far uscire tutto quello che aveva trattenuto fino a quel momento.
rabbia, frustrazione, tristezza, tutto quello che aveva provato fino a quel momento si era disperso in quell'urlo.
e sapeva che sarebbe stato solo uno dei tanti.

le lacrime questa volte non le trattenne, cercò di farne uscire il più possibile, perché purtroppo era quello l'unico modo che aveva per potersi sfogare.
piangere, urlare, piangere e urlare.
e basta.
ma nemmeno quello sarebbe servito.
perché tutto quello di cui lei aveva bisogno era semplicemente ritornare a mesi prima, dove tutto quello non rientrava nemmeno nei loro pensieri.

dove volevano solo amarsi, baciarsi, viversi.
e adesso si, avrebbero vissuto, ma uno lontano dall'altro, in due posti totalmente differenti, senza nemmeno sapere se si sarebbero mai rivisti.

provò a calmare le lacrime, anche se era un'impresa alquanto difficile, dato il suo stato di estrema sensibilità.
rimase un altro po' seduta sul letto, cercando di regolarizzare il respiro e di ritornare in sé.
la mano della sorella che venne appoggiata sulla sua spalla, la fece ritornare per qualche secondo nella realtà.
"vane, ehi-"
la voce era rotta, spezzata, anche lei era al limite e sapeva che stava solo cercando di darle forza, ma sapeva anche che stava di nuovo per crollare.
ed era solo l'inizio.

vanessa non riuscì nemmeno a guardarla negli occhi, continuava a tenere lo sguardo rivolto verso il basso, persa nei suoi pensieri e non voleva che sua sorella la provasse a tirare su, quando anche lei stava male.
"prova a calmarti, aspetta un attimo che poggio la piccola sul letto, si è addormentata"

la più piccola alzò finalmente lo sguardo, notando come la piccola jiwoo si fosse effettivamente addormentata beatamente sulla spalla della mamma.
e aveva iniziato a pensare anche a lei, a come avrebbe sentito la mancanza del papà.
istintivamente si porto di nuovo la mano sulla pancia e i coniati di vomito inziarono a crescere nella sua gola.

nemmeno il tempo di alzarsi che dovette correre in bagno, buttando fuori il tutto.
le girava la testa, sentiva la gola bruciarle e lo stomaco contorcersi su stesso.

voleva sparire, voleva davveri sparire e per un attimo iniziò a sperare che svenisse veramente e che andasse in coma, fin quando il marito non sarebbe ritornato da lei.

non sentì nemmeno hyejun tenerle la testa fra  le mani, non sentiva niente se non la bile uscirle dalla bocca.

"va tutto bene, tranquilla.
sono i primi sintomi della gravidanza mischiato anche a tutto lo stress di oggi, non preoccuparti, sfogati quanto vuoi, io rimango qui."

vanessa non riuscì di nuovo a trattenersi e una volta che si staccò dal water, sempre seduta si appoggiò al muro e portò le ginocchia al petto, la sorella fece la stessa cosa, poggiando la testa sulla sua spalla.

rimasero così, avvolte nel silenzio, senza nemmeno sapere cosa da dire.
perché alla fine, cosa potevano dire in una situazione del genere?
non c'era niente che le potesse confortare, era come se la vita avesse lasciato i loro corpi.
erano due anime rinchiuse in se stesse, che si muovevano come se nemmeno loro potessero controllare i loro movimenti, si sentivano più morte che vive.

magari si, poteva essere solo l'inizio, l'impatto iniziale, magari con il tempo sarebbee andato meglio, ma non sapevano nemmeno cosa il tempo potesse riservarli.

"namjoon mi ha regalato questa, nella nostra ultima uscita"- iniziò la mora, prendendo tra le dita la conchiglia che era appesa al suo collo "mi ha detto di guardarla ogni volta che mi sarebbe mancato"

hyejun le fece un sorriso, capiva come la sorella potesse essere innamorata, lo capiva veramente tanto.
ancora si ricordava quando qualche anno addietro le si erano presentati davanti la loro porta con sua figlia tra le braccia.
le sembrava strano che la sorella non l'avesse informata sul suo nuovo amore e subito loro risposero all' unisono che  in realtà che si erano incontrati solo qualche ora prima, visto lo sguardo titubante della riccia, che ci avrebbe scommesso dal modo in cui si guardavano che i due stessero già insieme.

ma la novità  della loro relazione era arrivata giusto qualche settimana dopo e sinceramente, non ne era rimasta tanto stupita.
era così contenta di vedere la sua sorellina così innamorata.

e ora, entrambe si trovavano a essere ancora così innamorate, ma anche così distrutte.
e quante volte stava continuando a ripetere la frase:
"andrà tutto bene"
e la ripeteva per sua sorella, che piangeva contro la sua spalla, ma lo ripeteva anche per se stessa.

perché stavano soffrendo lo stesso dolore e dovevano affrontare anche questa e non sarebbe stato facile, lo sapevano.

vanessa stava per affrontare anche una gravidanza, il periodo più delicato per la vita di una donna e hyejun doveva anche essere in grado di aiutarla e di cercare di non farle mancare niente.

le lettere sarebbero iniziate ad arrivare, così con le notizie sui loro mariti e tutto sarebbe migliorato.

era normale essere così abbattute adesso, ma col passare del tempo, speravano che il dolore in qualche modo potesse ridursi, forse.

love is war ||k.nj||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora