uno

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<<oh fra hai spaccato>> mi spinse amine.
<<già, meno di una settimana ed esce>> feci un tiro socchiudendo gli occhi.
<< non vedo l'ora>>mi sedetti su una sedia del bar sotto casa mia.
<<ce la stiamo facendo>> bevve un sorso di birra amine.
<< dal primo all'ultimo, ti rendi conto che un anno fa eravamo per le strade>> si schiarì la voce.
<<a vendere>>annuii ricordando gli anni peggiori che io abbia mai passato.
<<mamma mia fra, quante ne abbiamo passate>> parlò con gli occhi lucidi.
<<non ricordarmelo nemmeno>> feci l'ultimo tiro.
<<ma abbiamo tirato fuori le palle e ci siamo dati da fare>> spesi la sigaretta.
<<e adesso, guarda dove siamo aziz>> mi sorrise a 32 denti.
<<ancora non ci credo fra, devo ancora metabolizzare>> mi contagiò.

stettimo qualche istante in silenzio, ognuno pensava ai propri cazzi.
molti pensieri viaggiavano per la mia mente, alcuni positivi, altri negativi.
sono fidanzato da circa un anno però non sto bene, siamo la classica coppia che in pubblico o sui social si mostra perfetta, ma quando siamo soli, beh, non facciamo altro che litigare, urlarci dietro, insultarci e poi facciamo finta che tutto si risolva con una scopata, perché si, andiamo d'accordo solamente a letto.
questa cosa mi sta logorando, credo che lei se ne stia accorgendo dai miei comportamenti, sono freddo, apatico, distante nei suoi confronti.
probabilmente lei mi starà rimpiazzando con altri, ma io non lo farò mai.
una regola mi ha insegnato la strada, non tradire.

<<con valeria?>> chiese amine consapevole della situazione in cui mi ritrovo.
<<di merda>> mi limitai a rispondere.
non fece altre domande, aveva capito che non ero in vena di parlarne.
<<ci siamo noi,la tua famglia, ricordatelo>> mi sorrise.
<<da sempre e per sempre>> continuò.
lo guardai dritto negli occhi sentendoli cristallizzarsi.

la nostra attenzione venne catturata da una ragazza, e che ragazza.
maia
ho sempre avuto un debole per lei.
è la classica ragazza incasinata ma responsabile, carattere forte ma debole, cresciuta troppo presto, nata nella città sbagliata.
lei è bella, semplice, pelle bianca come il latte, capelli lunghi neri come la piece, occhiali e sorriso perfetto.

passa davanti a noi, ci lancia uno rapido sguardo e io le sorrisi come un ebete, amine se ne accorse.
in mano teneva una mazza da baseball, non so che avesse in mente di combinare.
in zona era abbastanza conosciuta per i casini che combina.
se la guardate in faccia mai direste che ha mandato in ospedale uno sbirro per poi scappare ed andarsene in francia qualche anno e poi tornare come se nulla fosse.

tiene la mazza con la mano sinistra, l'estremità la trascina a terra provocando un fastidioso rumore.
si avvicina ad una macchina, una mercedes, nuova, appena comprata.
alza la mazza e la scaglia contro il cruscotto, poi si sposta e spacca il para brezza colpendolo più volte.
lo stesso lo fa con gli altri finestrini.
io ed amine la guardavano increduli.
ad un certo punto un uomo si sporse da una finestra.
<<ma che cazzo fai maia>> urlò portandosi le mani in faccia.
<<vieni giù uomo di merda>> le fece segno con la mano.
poco dopo scese e si avvicinò mantenendo le distanze.
allungai l'orecchio ero troppo curioso.
<<bella la macchina vero?>> gli domandò ridendo.
<<mi sono tolto un vizio>> fece le spallucce.
<<ma non pensi alla tua famiglia? hanno detto a mamma che finiamo in mezzo ad una strada se non paghi>> si poggiò la mazza nella spalla sinistra.
non rispose.
<< come fai ad andare a letto sapendo che i tuoi figli non hanno nemmeno da mangiare>> fece un passo avanti.
<<non siamo stati mica noi a volete venire al mondo, lo sai?>> rise senza umorismo.
<< hai 45 anni e non ti prendi nemmeno le tue responsabilità, vergognati, pezzo di merda>> sputò acida.
suo padre non esitò a mollarle uno schiaffo.
lei si voltò si toccò la guancia con la mano destra e rise senza umorismo.
lo guardò negli occhi e con un rapido movimento lo colpì in testa.
io ed amine ci alzammo di scatto e la raggiungemmo.
il mio amico la prese di peso ricevendosi diversi insulti e graffi io mi assicurai che l'uomo stesse bene.
<<ma che cazzo fate?!>> ci sbraitò contro.
<<vai a casa ragazzina>> mi alzai e mi piazzai davanti a lei.
<<io non ce l'ho una casa>> vidi i suoi occhi cristallizzarsi.
<<tieni>> le allungai delle banconote arancioni.
<< ma per chi mi hai preso?una puttana?>>mi squadrò da testa a piedi.
prese la mazza, si voltò e se ne andò chissà dove.

🎨ciaoo, come state?
sono ritornata, ammetto con non è un granché come inizio, però abbiate fiducia.
grazie per le visualizzazioni, i commenti e i voti che lasciate in ogni storia🙏🏽

zero scuse ora, siamo io e te ancora// keta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora