sto ritornando da una serata, siamo tutti quelli di san siro, andiamo a casa mia.
valeria sarà a farsi qualche tipo, ho visto una sua storia.
ho parcheggiato la macchina abbastanza lontana, stiamo raggiungendo la mia palazzina a piedi.<<oh fra ma quella tipa>> rise sacky.
<<ma le hai chiesto almeno come si chiama?>> lo presi in giro.ogni volta che fa serata se ne trova una nuova ma tutto dura per massimo due giorni, questo atteggiamento proprio non mi piace.
all'inizio glielo dicevo ma poi ci ho rinunciato.<<no, ma la troverò, sono sicuro>> rispose.
<<come quella di ieri insomma>> si intromise amine.
<<no sta volta faccio il serio>> scosse la testa.
<<sami lo hai detto pure ieri>> disse anas.
<<no vi giuro, metto la testa apposto>> si grattò la nuca.
stettimo in silenzio rendendoci conto della minchiata che aveva appena detto e poi scoppiammo tutti a ridere sonoramente.
le nostre risate vennero sovrastate dalle sirene di una volante.
tutti ci guardammo.
<<io non ho niente>> dicemmo in coro.
<<apposto>>feci le spallucce.
vidi però in lontananza due figure correre, un maschio ed una femmina.lei rideva lui pure.
<<maia tu vai di la>> parlò il ragazzo indicando verso di noi.
<<okay, stai attento>> le rispose lei.
correva e si girava per vedere dove fosse la volante.
abbassai la testa e capii che dovevo fare qualcosa, me lo sentivo, dovevo aiutarla.
era scuro e non si vedeva nulla, le strade non erano nemmeno illuminate, non avrei nemmeno immaginato che fosse maia se il ragazzo non avesse pronunciato il suo nome.
nel momento in cui la rialzai la testa venne a sbattere contro di me.
cadde a terra e sbattè la testa.
<<aia>> disse con espressione dolorante.
<<tutto okay?>> le tesi la mano.
<<no>> si toccò la testa e la mano era sporca di sangue.
la aiutati a rialzarsi.
<<vieni da me, ti medico>> le sorrisi.
non rispose.
<<eddai non ti faccio nulla>> alzai le mani in segno di resa.
guardai i miei facendo capire loro di andarsene.
mi salutarono e si incamminarono probabilmente verso casa loro.
<<okay, sbrigati che stanno arrivando>> si voltò.
annuii e presi le chiavi di casa.
salimmo in silenzio, il suo profumo da pesca mi innondò le narici.
le aprii la porta ed accesi la luce.
<<vuoi farti una doccia?>> le domandai dato che si stava stringendo sul suo paravento.
<<non voglio disturbare>> accennò un sorriso.
<<tranquilla, fai come se fossi a casa tua, il bagno è a sinistra, ti porto un cambio>> le sorrisi.aveva le guance rosse, era davvero bella.
andai in camera e le presi dei miei boxer, una felpa ed una paio di pantaloni in tuta.<<tieni>> glieli porsi.
<<grazie>> disse timidamente.
si chiuse in bagno e sentii che aprì l'acqua, io preparai il letto con delle coperte in più, mi cambiai, ovvero mi misi una canottiera attillata e dei pantaloni da basket e presi delle garze con del disinfettante.
guardai un po' instagram e mi arrivò una notifica da valeria.
<< e mo questa che cazzo vuole?>> alzai gli occhi.da valeria
aziz, dobbiamo parlarea valeria
te ne sei scopato un altro?da valeria
mi dispiacea valeria
non mi interessa, con me hai chiuso.hai bloccato questo contatto
gettai il telefono tra i cuscini ed imprecai sotto voce.
<<ti ha fatto solo che stare male, adesso basta>> mi passai una mano sugli occhi.
<<tutto okay?>> chiese maia sistemandosi gli occhiali.
<<sisi>> annuii.
mi alzai e presi le medicazioni.
<<vieni qui che ti disinfetto>> le feci vedere ciò che ho in mano.
<<non serve>> mi sorrise.
<<eddai una cosa veloce su>> la superai e mi voltai assicurandomi che mi seguisse fino alla cucina.
si fece una coda in modo che potessi pulirla per bene.
mi fissò dritto negli occhi, come se volesse provocarmi.
<<mi sa che dobbiamo andare in ospedale>> dissi guardandole la ferita.
<<vabbène domani ci andrò finito scuola>> parlò.
<<no, domani mattina ti porto io, starai a casa>> le misi una garza.
si girò verso di me ed annuì.
<<grazie>> abbassò il capo.
<<io voglio solo aiutarti maia>> le alzai il viso per il mento.
mi guardò con gli occhi lucidi e mi abbracciò.
io rimasi sorpreso.
sentii la mia spalla inumidirsi così le accarezzai i capelli facendo attenzione a non farle male.
si staccò, mise gli occhiali a mo di cerchietto e si pulì le guance.
<< se vuoi puoi rimanere qui sta notte>> le accarezzai la guancia.
<<anzi quanto vuoi>> continuai.
scosse la testa.
<<mamma vuole spedirmi in comunità>> forzò un sorriso.
<<tu non ci andrai lì dentro, starai qui>> poggiai una mano sulla sua spalla.
lei sorrise e tirò su con il naso.
<<les anges existent>> singhiozzò guardando il soffitto.
la guardai stranito.
ma non le chiesi spiegazioni.
<<dai andiamo a dormire>> la presi sotto braccio.<<ti ho messo delle coperte se hai freddo, io dormo in salotto>> rimasi sullo stipite della porta.
<<no casomai ci dormo io li, è casa tua>> disse gesticolando.
<<comunque a me non dà fastidio, se vuoi puoi dormire con me>> mi sorrise.
<<sicura?>> inarcai le soppracciglia.
<<si, si sono sicura>> parlò con tono interrogativo.
<<aziz, mi chiamo aziz>> risi.
<<oh ecco>> si portò una mano sulla fronte.
si tolse gli occhiali e ci buttammo nel letto.
<<hai freddo?>> chiesi spegnendo l'abat-jour.
<<no, sto bene così>> appoggiò il telefono sul comodino.
mi buttai a pancia in su e rimasi a guardare il soffitto sentendo poi un peso sul mio petto.
abbassai lo sguardo e mi accorsi che maia si era appisolata su di me.
aveva già il respiro pesante, stava dormendo.
le accarezzai la testa e le lasciai un bacio sulla fronte.
vidi che accennò un sorriso.sono sicuro che io e lei non potremo mai essere solo amici