quattro

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<<si beh, forse quattro o cinque punti io li metterei>> si grattò il mento il medico piazzandosi dietro alla mora.
maia era seduta con le gambe a penzoloni sul lettino, io mi ero messo davanti a lei.
la guardai con uno sguardo di rimprovero perché aveva fatto mille storie per venire fino a qui.
lei accennò un sorrisetto e mi contagió, non riuscii a stare serio.
<<signorina ora sentirà un leggero pizzichio>> prese in mano la siringa l'uomo.
<<mi avvisi quando sta per farmi la puntura>> alzò gli occhi al cielo.
le appoggiai la mano sulla coscia e gliela accarezzai.
<<uno due>> e le fece l'anestesia.
<<pour l'amour du ciel>> le scese una lacrima nella guancia che prontamente gliela asciugai con il pollice.
<<tutto okay?>> corrugai la fronte.
<<s-si>> annuì forzando un sorriso.
<<dai due minuti e finisce>> cercai di distrarla.
<<mmh-mmh>> mi guardò con gli occhi lucidi.
improvvisamente fece una cosa inaspettata: mi strinse la mano.
la guardai e gliela strinsi ancora di più.

<<finito>> le appoggiò la mano sulla spalla.
<<se fa infezione le salirà la febbre, prenda una tachipirina, le passerà>> si spostò e si mise davanti a noi.
<<tra dieci giorni venga qui che le tolgo i punti>> rivolse lo sguardo verso di me.
<<okay>> mi grattai i baffi.
la aiutai a scendere e poi uscimmo dall'ospedale.

<<andiamo a prendere un gelato?>> le domandai salendo in macchina.
<<aziz io non ho mezzo centesimo>> si sistemò gli occhiali.
<<che problema c'è, te lo offro io>> feci le spallucce.
<<aziz io non capisco>> le aprii la porta della macchina.
feci il giro a salii pure io.
<<che cosa?>> mi allacciai la cintura dietro la schiena.
<<perché se così->> gesticolò.
<<così>> sospirò.
rimasi in silenzio a guardare lo stemma della mia mercedes.
<<perché ciò che stai vivendo tu, l'ho vissuto pure io qualche anno fa>> continuai a fissare il volante.
<<e so che non è facile>> scossi la testa in segno di negazione.
<<quindi voglio starti accanto>> la guardai abbozzando un sorriso.
lei abbassò la testa e vidi che cercò di nascondere un sorrisetto.
<<dai su, andiamo a mangiarci un gelato>> accesi la macchina e ci avviammo verso la gelateria più buona di milano.

••••

<<ma sei un palo, dai su muoviti altrimenti perdiamo>> mi guardò facendo delle mosse di danza.
<<scusaaaa>> alzai le mani in segno di resa.
<<aziz stiamo letteralmente giocando contro dei robot>> mi guardò ridendo.
<<sei pessimo>> scosse la testa vedendo le mosse che improvvisavo all'ultimo.
<<senti io non ho mai fatto danza e poi non sono così elastico>> feci un giro su me stesso.
<<guarda che ho messo il livello più facile>> alzò la mano destra.

se lo aveste capito stavamo giocando a just dance, eravamo a casa mia, tutto il pomeriggio mi ha fatto una testa così 🤯 perché voleva che ci giocassimo, alla fine ho ceduto.
non sono mai stato così bene con una ragazza, forse è presto per dirlo, ma con lei è tutta un'altra storia.
non penso e mi vivo il momento.

<<aziz due punti e ci superano>> alzò il tono di voce.
<<datti da fare!>> esclamò ridendo.
<<guarda che mi hanno scritto, amazing>> puntai il controller contro la tv.
entrambi distendemmo le braccia, la sua mano destra toccava la mia sinistra, gliela afferrai, la tirai a me e le feci fare il caschè.
rimanemmo qualche istante a guardarci.

l'avrei baciata? assolutamente si

io le fissavo le labbra, lei gli occhi.
le strinsi il fianco e mi avvicinai a lei.
il mio cuore batteva all'impazzata, credo che mi stava per uscire dalla gabbia toracica.
i nostri nasi si toccarono, mi leccai le labbra e vidi che chiuse gli occhi.
<<sono a casa keta>> sentii la porta aprisi.
alzai gli occhi e sbuffai.
la tirai su e mi scusai con lo sguardo.
<<fra non avevi nemmeno chiuso la porta>> mi diede un coppino anas.
<<serio?>> mi preoccupai.
<<eh si>> annuì energicamente.
<< macciao, e tu chi sei??>> si avvicinò a maia avvolgendo il suo braccio attorno al collo.
<<maia>> sorrise sistemandosi gli occhiali.
<<ah quella maia>> si guardò le scarpe.
<<presumo di si>> disse con tono interrogativo la mora.
<<senti un giorno ti va->> si fermò perché lo fulminai con lo sguardo.
<<ma tu non-?>> corrugò la fronte.
<<no, basta>> scossi la testa.
<<ah scusa fra, tutta tua>> si spostò e alzò le mani in segno di resa.
ci salutò ed uscì.

se solo anas fossi entrato due secondi più tardi me la sarei baciata, eccome se lo avrei fatto.

<<sta sera ho casa libera, resti?>> le accarezzai la guancia.
<<volentieri>> mi abbracciò.
<<come sta la ferita?>> le passai una mano sulla spina dorsale.
<<mi fa un po' male, come se mi pulsasse>> si staccò.
<<se vuoi ho una tachipirina>> la guardai negli occhi.
<<no, stai tranquillo, al massimo ne prendo una prima di andare a letto>> fissò le mie labbra.
<<ah quindi rimani a dormire?>> chiesi ridendo.
<< si>> mi fece la linguaccia.
<<mi fa piacere>> le accarezzai il labbro inferiore.

ue aziz ma che ti prende?

zero scuse ora, siamo io e te ancora// keta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora