Only a random day

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Un altro buco nell'acqua insomma, ma stavolta l'unico che si era stupito era stato il cecchino stesso, che aveva persino abbandonato il suo 'lavoro', se così si può catalogare un assassino, dopo il fallimento della missione.
Eppure i giorni continuavano a passare, noncuranti della difficoltà che gli studenti della sezione end si trovavano davanti.
E insieme al giorno in cui avrebbero dovuto uccidere Korosensei, si avvicinava anche il giorno degli esami e come per mettere la ciliegina sulla torta praticamente tutti gli studenti non avevano ascoltato il polpo che ogni giorno gli ripeteva di concentrarsi anche sullo studio e non solo sull'assassinio, consiglio che ovviamente veniva ignorato, insomma, chi avrebbe rinunciato alla ricompensa per l'uccisione di quella creatura di ben 10 milioni di yen?
Ad ogni modo l'azzurro e il rosso continuavano a parlarsi normalmente, anche se evitavano di discutere della gita, dato l'evento successo in essa, anche perché non ci sarebbe stato nulla da dire, anche volendo.
O almeno Karma non avrebbe avuto niente da dire, perché Nagisa doveva dire qualcosa da mesi all'amico, non solo a Karma, anche a molte altre persone.
L'azzurro pensò istintivamente a sua madre, mentre usciva di casa per dirigersi verso la solita montagna su cui era stata edificata la scuola.
Quel giorno aveva rischiato di dover indossare la gonna dell'anno scorso, aveva scampato il pericolo mentendo sul fatto che quel giorno c'era educazione fisica.
'Per quanto potrò durare con queste scuse?' si chiese.
Alzò le spalle, toccava solo al destino rispondergli.
Avrebbe voluto guardare avanti, guardare il destino e parlargli, implorarlo di cambiare qualcosa, eppure non poteva.
Era solo un inutile ragazzino, in mezzo a un mondo di angeli, demoni e mostri di ogni tipo.
Spesso si faceva queste domande mentre camminava.
Gli sarebbe piaciuto poter fare qualcosa, distruggere almeno una catena di quella prigione.
"Perché non posso!?" imprecò per sbaglio ad alta voce.
"E invece sono sicura che ce la puoi fare." disse una voce dietro di lui.
Il ragazzo si girò mentre la ragazza gli metteva una mano sulla spalla , cercando di incoraggiare il compagno.
"Non so cosa, ma so che ce la puoi fare" gli sorrise la ragazza dai capelli verdi.
L'azzurro rimase un attimo perplesso, poi sorrise.
"Grazie Kayano." rispose, salutando con la mano.
Poi si guardò intorno.
Mentre si faceva tutte quelle domande era quasi arrivato alla cima della montagna.
Continuò a parlare con  Kaede mentre proseguiva per quel piccolo tratto di strada.
Adorava parlare con quella ragazza, capiva ogni suo problema e il solo guardarla lo faceva stare meglio.
Gli faceva dimenticare sua madre, i suoi tantii problemi e, anche se per poco, la faccenda di Karma.
Finalmente arrivarono all'edificio che ospitava la loro classe.
Una volta entrati però i due videro qualcosa che sicuramente non si aspettavano di vedere.
Riuscivano a riconoscere lo sguardo da assassina della donna seduta sulla cattedra.
Korosensei non era presente nella stanza, anche se di solito arrivava puntualmente.
"Lei è la vostra nuova professoressa di inglese" la presentò Karasuma.
Il professore di educazione fisica si diresse verso la porta dell'aula, ma si interruppe alla vista degli sguardi confusi degli alunni "Come avrete capito anche lei è un assassina, sarà la vostra professoressa finché non ucciderà il polipo, potete chiamarla Irina", disse, cercando di chiarire il tutto agli studenti, poi si diresse una volta per tutte fuori dall'aula.

"Sei sicuro che non ci convenga restare in classe?" chiese Nagisa preoccupato.
Il rosso davanti a lui camminava sicuro "Certo che sono sicuro, dopotutto non c'e' nessuno in classe".
I due stavano camminando lungo boschi della stessa montagnetta sul quale si erigeva l'edificio della loro sezione.
Erano passati circa una trentina di minuti dal teorico inizio di quella giornata scolastica, ma gli studenti avevano deciso di uscire dalla classe ed aspettare la fine delle due ore di inglese.
Era iniziato tutto dopo la presentazione della nuova insegnante, se cosi' si poteva chiamare, dato che aveva apertamente confessato di essere interessata solo a uccidere Korosensei, e che quindi le 5 ore a settimana di inglese sarebbero state come delle lezioni di supplenza, dove la professoressa stava per i fatti suoi, mentre gli alunni potevano  fare quasi tutto.
Gia' da li' inaspettatamente erano partite le prime lamentele, e i compagni della 3 E avevano iniziato a protestare contro quell'insegnante.
Pian piano erano successivamente usciti dall'edificio, aspettando la fine di quelle due ore di inglese.
E quindi Karma e Nagisa erano li', in mezzo alla natura di quella montagna.
Nagisa sospiro', mentre un piccolo insetto simile a una mosca gli passava vicino alla fronte.
Personalmente si sentiva sperduto in mezzo a tutto quel verde.
Il rosso invece sembrava divertirsi mentre girava per quegli alberi.
Ultimamente una ragazza dai capelli verdi era stata appiccicata all'azzurro, non che fosse invidioso ma...
Insomma, anche se non sapeva bene spiegarselo mentalmente si sentiva meglio senza la presenza di quella ragazza.
Karma camminò ancora un po', poi un sorriso sadico si dipinse sul suo viso, ma cercò di nasconderlo.
"Nagisa vieni a vedere che bella vista!" chiamò successivamente il compagno dietro di lui.
L'azzurro si guardò un po' intorno.
Immaginava un qualche tipo di scherzo da parte dell'amico, ma non sembrava esserci niente.
Si avvicinò, all'inizio lentamente, poi alla vista del ruscello si mise a camminare sempre più velocemente.
Un laghetto cosparso di riflessi argentati si stagliò davanti all'azzurro.
L'acqua era limpida e trasparente, si riuscivano a vedere alla perfezione i pesci che si tanto n tanto nuotavano.
Shiota guardava ammirato quel paesaggio, ignorando il ragazzo che a sua insaputa lo spinse verso il ruscello, col solito sorriso che caratterizzava il suo volto.
Fu un movimento veloce.
L'azzurro si voltò, afferrando per la manica il compagno, come aveva imparato durante una lezione di Karasuma.
Si svolse tutto in circa un secondo, in circa un secondo Nagisa trascinò Karma con se nel ruscello, in quella veloce, ma anche lenta caduta in quell'acqua dalle sembianze angeliche.

Questo capitolo è leggermente corto, scusate, soprattutto per quel che in tutto questo tempo vi aspettavate.
Scusate se è da un sacco che non aggiorno, saranno cambiate un sacco di cose dall'ultima volta che ho scritto su questa piattaforma.
Chissà se qualcuno si ricorda ancora di questa storia. Bhe, ad ogni modo credo di essere ufficialmente tornato con costanza, o almeno spero.
Mi viene strano scrivere qualcosa a mia scelta, dopo tutti i temi scolastici di questo periodo.
Mi ero totalmente disabitato a scrivere storie su anime.
Spero di riuscire lo stesso a intrattenervi un po' con questi capitoli.
Ho in mente tante belle cose per questa seconda parte, chissà se un giorno riuscirò a farmi perdonare da voi (io che sto scrivendo questo capitolo come se stessi scrivendo un capitolo normale cercando di aggiungere più parole possibili).
Ad ogni modo ci vediamo al prossimo capitolo.
PS: ho anche scoperto che chan si usa solo per le ragazze e kun per i ragazzi, sta cosa mi ha scioccato.

A fire that does not burn. Pt.2.      -Karmagisa-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora