Era pomeriggio tardo quando finalmente Karma aprì gli occhi.
Le ombre pian piano si allungavano, mentre il sole tramontava, mescolando l'azzurro del cielo col riflesso rossastro del tramonto.
La visione del ragazzo, da sfocata iniziava a definirsi sempre di più.
Il verdastro colore degli alberi riempì il suo campo visivo, insieme al marrone chiaro e scuro dei tronchi.
Gli faceva un po' male la testa, aveva dormito su qualcosa di scomodo probabilmente.
Finalmente ebbe un attimo di lucidità, dopodiché le sensazioni si susseguirono.
Iniziò a sentire la dura corteccia del tronco di abete sulla schiena, le margherite che gli irritavano le caviglie, sfiorandole con quei fastidiosi petali bianchi.
Sentì il ronzio di qualche insetto.
Il cinguettio di qualche uccello.
Il sordo rumore delle foglie che si staccavano dai rami e precipitavano verso terra.
Solo dopo qualche secondo riuscì a capacitarsi anche delle braccia che lo stringevano e del bizzarro peso sulla spalla.
Si voltò di scatto.
L'azzurro dormiva ancora.
Stringeva con le mani il petto del rosso, mentre appoggiava la testa sulla sua spalla.
Le treccine azzurre, di solito acconciate in modo simile alla pettinatura di Kaede, si erano sciolte, lasciando i capelli in tutta la loro lunghezza.
Lo sguardo di Akabane si soffermò poi sul viso.
Gli occhi anche se chiusi sembravano risplendere di un blu opaco.
Il piccolo naso a punta emetteva lenti ed energici respiri.
Dalle sopracciglia e dalla bocca si intuiva che l'azzurro stava sorridendo.
'Starà facendo un bel sogno' pensò.
Pensò anche a sua madre.
Quanto avrebbe voluto che sua madre non fosse morta.
Allungo la mano verso i capelli azzurrini del compagno e inizio ad accarezzarli, come un tempo sua madre faceva per farlo addormentare.
Gli sembrò di aver già vissuto quella scena, ma non ricordò ne quando ne dove.
'Sarà solo un impressione' si disse.
Infine avvicino le labbra al volto del compagno e gli diede un rapido ma intenso bacio sulla guancia sinistra.
Non seppe bene perché lo fece.
Eppure successe, e quando successe era troppo tardi per tornare indietro.
Il tempo sembrò fermarsi per poi riprendere quasi subito, o forse dopo un tempo interminabile, o forse un misto dei due.
Nemmeno lui seppe dirlo con certezza.
Il rossore apparse presto sul suo volto, facendogli diventare il viso e i capelli di un solo colore.
Iniziò a fare i primi passi per allontanarsi da quel ragazzo che gli faceva commettere strane azioni, ma poi si rese conto di non poter lasciare Nagisa da solo in mezzo a quello foresta.
Insomma, era probabilmente pomeriggio tardo a giudicare dal sole che s'incamminava verso il tramonto.
"Odio la mia vita" imprecò a bassa voce.
Sì avvicinò all'azzurro e provò a scuoterlo per svegliarlo.
Prima piano, poi sempre più forte, finché l'azzurro non aprì gli occhi.
"Svegliati" lo scosse nuovamente il rosso.
Nagisa parve completamente spaesato.
Chiuse gli occhi per poi aprirli di nuovo.
Quegli occhi azzurri colpirono il rosso nel profondo, incapacitandolo di pensare ad altro.
"K-karma..." sussurrò confuso alla vista del ragazzo.
Il rosso arrossì, nel sentire il suo nome detto da quella voce così sottile e dolce.
'È carino...' venne un pensiero istantaneo al rosso.
Arrossì all'istante.
'Cosa sto dicendo?' si chiese subito dopo, quasi spaventato dal pensiero che aveva appena avuto.
"Dove siamo?" disse piano Shiota.
Al rosso tornò di colpo in mente la situazione.
"Hai dormito per sette ore di fila credo. Forse otto" fece presente al ragazzo.
L'azzurro pian piano iniziò a ricordare, per poi arrossire al pensiero di aver dormito insieme all'amico.
Gli sguardi dei due si incrociano.
Entrambi erano visibilmente a disagio, un disagio che le parole non potevano colmare.
Era strano vedere Karma imbarazzato.
Gli occhi gialli come il sole sembravano risplendere in mezzo a quel volto quasi completamente rosso, considerando anche i capelli.
Nagisa però notava qualcosa di strano nel compagno.
L'aveva sempre visto come l'impersonificazione della perfezione.
Era forte, bravo in tutto, piaceva a quasi tutte le ragazze.
Eppure adesso gli appariva in un certo senso debole.
Gli si leggeva in faccia che era triste.
"Bhe, se non ti svegli completamente pagherai le conseguenze." fu il rosso ad interrompere le sue riflessioni.
Si lanciò contro di lui e inizio a solleticarlo sul collo.
I due rotolarono per qualche metro, con Nagisa che cercava di scrollarsi l'altro di dosso e Karma che continuava a fargli il solletico.
Nagisa pensò istantaneamente all'anno prima.
Si ricordava benissimo del loro bacio in biblioteca.
La scena era andata circa nello stesso modo.
Sentì di colpo le mani di Karma staccarsi dal suo collo.
Riaprì gli occhi e vide Karma seduto vicino a lui.
Sembrava essersi fatto di colpo serio.
"Sentì Nagisa, ti posso fare una domanda?" disse.
L'azzurro lo guardò dubbioso.
Il rosso aspettò un po' prima di continuare.
"Ti piace Kayano giusto?".
La domanda colpì in pieno l'azzurro.
Una domanda detta così facilmente, ma che con altrettanta facilità distruggeva tutti i suoi pensieri.
Cosa poteva rispondere?
Se diceva di no mentiva o diceva la verità?
E se diceva di sì?
Magari poteva mentire...
Ma mentire cosa significava?
Cos'era l'amore?
Gli era mai piaciuto qualcuno?
Tutto sembrava confuso.
Tutto era confuso.
Anche le certezze che fino a qualche secondo fa erano tali.
Cosa voleva rispondere?
Neanche lui lo sapeva.
"Io..."provò a iniziare una risposta.
Sì bloccò subito.
Non sapeva come continuare.
Cercò di guardarsi intorno in cerca di qualche aiuto.
"Comunque dovremo tornare a casa, è tardi" provò a cambiare discorso il rosso, capendo di aver fatto una domanda fastidiosa.
Eppure Nagisa lo stava a malapena ascoltando.
L'azzurro infatti era ancora nel suo universo di pensieri.
Era strano.
Era tutto troppo strano.
Era tutto confuso.
Sembrava un sogno.
Uno di quegli incubi che faceva Nagisa di notte.
Non poteva essere reale.
Ma del resto cosa era reale?
Le sue emozioni di sicuro no.
Le sue catene neanche.
La prigione che si era creato nemmeno.
Fu la prima volta che l'azzurro se ne rese conto.
Quella che stava vivendo era la sua vita.
Doveva scegliere lui come vivere.
Da anni ormai si era tenuto tutto dentro.
Da anni la sua vita non era più sua.
Da anni stava lentamente morendo, sopraffatto dal peso delle emozioni che cercava di nascondere.
Da anni niente aveva più senso.
Era stato felice, l'anno precedente, quando lui e Karma erano amici, o forse di più.
Aveva passato tutte le vacanze estive malinconicamente, pensando di aver perso Karma per sempre.
Eppure non era stato così.
Karma era ancora lì, lì davanti a lui.
E stava proprio a lui scegliere cosa voleva, forse la prima scelta della sua vita.
Allungò la mano verso quella del rosso, incamminandosi verso il sentiero che lo avrebbe riportato a casa.
"No, non mi piace Kayano" sussurrò infine.
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A fire that does not burn. Pt.2. -Karmagisa-
Fanfiction"Sul serio non ti ricordi di me?" aveva chiesto al rosso. "Rio mi ha detto che eravamo amici ma no, io non mi ricordo di te." ammise Karma. Erano passati mesi da quel giorno. Il vento soffiava, spingendo avanti e indietro quelle candide nuvole in un...