Not what you think

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Gita.
Questa parola all'inizio era sembrata strana e aveva lasciato più di un dubbio nelle menti dei ragazzi.
Insomma, da quando era iniziato quell'anno avevano tutti puntato sull'uccidere quella creatura, poi era in qualche modo migliorato il rapporto con quel polipo, gli avevano persino dato un nome, Korosensei.
Insomma, era stato sicuramente il più strano anno scolastico che avessero mai avuto, e pensare che era passato poco più di un mese dall'inizio.
Ebbene sì, quel giorno anzi che a scuola la 3 E si incontrò direttamente alla stazione dei treni.
Il polipo, anzi, Korosensei, aveva distribuito a tutti enormi tomi che illustrano la città, Kyoto, con intere sezioni da decine di pagine l'una dedicate anche ad argomenti trascurabili come il motivo per cui è stato usato un legno invece di un altro per decorare il palazzo imperiale, oppure riguardanti il numero dispari di scalini del tempio Kiyumizudera...
In pratica provare a trovare un argomento specifico in mezzo a quella specie di enciclopedia era come cercare un ago in un pagliaio.
Anche l'uomo vestito con un completo elegante era con loro, Karasuma, il loro professore di educazione fisica, nonché cordinatore della loro classe.
Quest'ultimo se ne stava in disparte, mentre osservava con la coda dell'occhio occhio l'uomo alla sua sinistra, o meglio dire l'assassino alla sua sinistra, perché anche quella gita era una speranza per uccidere quel polpo.
Sì avvicinò solo quando la locomotiva era prossima alla partenza, dopodiché si udì un fischio e il treno partì.

Nagisa guardava fuori dal finestrino pensieroso.
Guardava il polpo, anzi, Korosensei, dal finestrino, mentre quest'ultimo correva, o probabilmente camminava, alla stessa velocità del mezzo.
"Che fai?" disse una voce dietro all'azzurro.
Nagisa si girò e solo allora si rese conto del rosso, seduto accanto a lui.
Erano giorni che Karma gli stava stranamente vicino, non che gli dispiacesse, anzi, adorava questo suo comportamento, il fatto è che gli sembrava stranamente innaturale, come spinto da un secondo strano obiettivo.
"Niente, pensavo solo..." si riprese, per poi interrompersi.
"Karma sei sicuro di non ricordarti niente dell'anno scorso?" ci pensò abbastanza prima di fare questa domanda.
Akabane fissò l'altro perplessamente, in cerca di una risposta che non fosse totalmente un no.
"Mi ricordo di te" mentì infine, non gli importava troppo di ferire l'azzurro o altro, semplicemente...
Era strano da ammettere ma dopo tutto quel tempo Shiota iniziava ad essergli simpatico.
Si riscosse dai suoi pensieri giusto in tempo per sentire la nuova domanda di Nagisa.
"Cosa ti ricordi di me?" chiese quest'ultimo.
Sta volta Karma dovette pensare persino a una possibile bugia da dire per continuare questa farsa, e magari fare sentire meglio il compagno.
Era una delle prime volte che mentiva senza un tornaconto personale.
Infine rispose "Mi ricordo che eravamo migliori amici e che ti aiutano spesso a studiare?" recitò, cercando di rendere la cosa più realistica possibile cambiando di tanto in tanto il tono di voce, anche se dalle facce di Shiota intravedeva delusione.
"Ah..." fu la semplice risposta dell'azzurro.
Il rosso sospirò, possibile che era riuscito a sbagliare anche dicendo così pochi dettagli?
O almeno pensava di aver sbagliato...
Una miriade di dubbi lo invasero, nonostante lui era stato quasi sempre un tipo sicuro, in grado di capire cosa provava la gente e come farla sentire meglio o peggio.
'Questo ragazzo è strano ' pensò infine, mentre Nagisa voltava lo sguardo, continuando a guardare fuori dal finestrino e abbandonandosi a quello strano e triste destino.

Una volta scesi dal treno vennero divisi in gruppi.
Il piano era semplice, o almeno lo sarebbe stato se l'obiettivo da uccidere non fosse stato un polpo spaziale o cos'altro.
In sintesi dovevano condurre Korosensei in vari luoghi, con la scusa di voler approfondire la conoscenza di essi, una volta lì un cecchino ingaggiato dal governo stesso avrebbe fatto il resto.
Insomma, almeno la teoria era facilmente capibile per tutti.
"Tranne per Terasaka a quanto pare" scherzò Karma, mentre rimetteva il tomo datogli dal professore nello zaino e riprendeva a camminare.
"Che vuoi bimbetto? Vuoi fare a botte" rispose il compagno, per poi venire brutalmente ignorato dal rosso.
Il loro era il terzo gruppo, l'ultimo che avrebbe teso la trappola, in caso gli altri gruppi non sarebbero riusciti a ucciderlo.
"Siamo quasi arrivati?" chiese dopo un po' Nagisa.
Quando avevano determinato il luogo dove intrappolare il polpo avevano pensato alla strategia da sfruttare e ad altre cose, ma non avevano neanche visto la distanza che collegava la stazione al mercatino in cui si sarebbero appostati, e il fisico poco allenato di Nagisa lo faceva stancare rapidamente.
"No, siamo circa a tre quarti" constatò Rio, che con la cartina di Kyoto tra le mani guidava il gruppo, probabilmente portandolo a fare tratti di strada inutili solo per osservare vetrine di negozi di moda o solo per il gusto di vedere gli altri faticare.
E così passarono un altra ventina di minuti a camminare lungo le strade di quella  città.
Finalmente si iniziò a intravedere l'atmosfera medievale, che caratterizzava il mercatino a cui erano diretti, si sentivano profumi di ogni tipo, principalmente spezie, frutta, verdura, insomma era un ambiente che normalmente si vedeva solo nei film più avvincenti.
"E adesso che si fa? Manca ancora un oretta al nostro turno" constatò Sugino.
"Sì aspetta e ci si gode il mercato" rispose Maehara, dirigendosi verso una pasticceria.
"Emh, io vado con lui" salutò Isogai, prima di dirigersi nella direzione del biondo.
"Effettivamente mi è venuta una fame che mangerei qualsiasi cosa" esclamò Terasaka, per poi venir interrotto per la millesima volta da Karma con frasi del tipo "Ti direi di mangiare la tua testa, così almeno ti tieni a dieta dato che è completamente vuota.".
"Nagisa, andiamo a mangiare qualcosa anche noi?" cambiò discorso il rosso, ignorando per l'ennesima volta la rabbia di Ryoma.
"Umh, ok" ripsose Nagisa timidamente, cercando di essere più naturale possibile anche se evidentemente l'idea lo imbarazzava.
"Seguimi e cerca di non perderti" concluse allora il rosso, iniziando ad avviarsi verso una specie di ristorante fast food.
Una volta ordinati i pasti i due si sedettero a parlare.
Parlavano più che altro della missione, aspettando che venissero preparati gli ordini, per poi andarli a prendere al bancone.
Nagisa aveva preso una semplice porzione di Ramen, mentre Karma del riso tradizionale, accompagnato con l'immancabile fetta di crostata alla fragola.
Consumarono i loro piatti in silenzio, insomma, normalmente, la cosa speciale accadde quando, dopo aver consumato buona parte del ramen, l'azzurro sentì la sua testa venir trascinata in avanti, spinta da qualcosa che non riuscì ad identificare, o almeno nel poco tempo che ebbe prima che le sue labbra e quelle del rosso si toccaromo.
Letteralmente, non un bacio o altro, semplicemente si toccarono.
Persino il rosso che di solito era pronto a tutto ci mise una decina e secondi a capire cos'era successo e a reagire.
"Che ti salta in testa Rio!?" gridò, allontanandosi dal compagno.
La ragazza era dietro quest'ultimo, era stata lei a spingere la testa di Nagisa.
"Dai, tornate come prima, devo fare una foto, eravate così carini" lo provocò la bionda maliziosamente.
Il rosso era arrabbiato, di solito riusciva sempre a mantenere la calma, e a prendere tutto in modo scherzoso.
"Intanto Nagisa è un ragazzo, anche se forse non sembra..." iniziò a dire, facendo arrossire brutalmente l'azzurro con queste ultime parole, insomma, come se non fosse già rosso come i capelli di Akabane.
"Poi io e lui siamo amici, solo amici, quindi sta zitta" chiarì infine.
"Non si può più neanche scherzare, tranquillo, che quasi tutta la classe sa di cos'è successo l'anno scorso..." sì giustificò Nakamura.
Il rosso impallidì "Cos'è successo lo scorso anno?".
Fu proprio mentre la bionda stava per aprire bocca che l'azzurro la fermò.
"N-niente" rispose Shiota, lasciando il compagno dubbioso.
Quest'ultimo guardò prima la ragazza, per poi passare al ragazzo, soffermandosi a guardare entrambi 5 o 6 secondi, per infine capire che era meglio non indagare.
"Sarà..." disse alzando le spalle, per poi rimettersi a mangiare la fetta di crostata che per pura fortuna non si era rovesciata.
Nagisa decise invece di non finire il piatto, immerso e tormentato dalle parole del rosso.
'Solo amici... solo amici... solo amici' continuava a ripetersi, e ogni volta che lo ripeteva una catena della sua prigione si stringeva di più.

Capitolo un po' strano, ma ci sta, insomma anche nella parte uno il capitolo quattro iniziava ad essere strano.
In sintesi spero vi piaccia, anche se forse può sembrare un po' troppo affrettato, dato che mi sembra di non aver messo troppa storia nei capitoli precedenti.
Altra cosa: anche se personalmente non mi piace molto mettere queste note alla fine dei capitoli perché penso che facciano impersonificare di meno una persona all'interno del racconto, ce ne sarà probabilmente una a capitolo, perché, dato che questa storia verrà pubblicata senza una data precisa o altro voglio farvi sapere che io sono sempre qui, magari se non pubblico è perché non riesco a finire un capitolo, ma non perché abbandono Wattpad o altro.
Ciao.

A fire that does not burn. Pt.2.      -Karmagisa-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora