Quell'anno, Natale non sarebbe stato per nulla come gli altri.
Matteo proprio non riusciva a darsi pace. Il tormento, l'angoscia, il senso di colpa... era troppo. Questo mix potentissimo, denso, oscuro, di sentimenti amari, era persino riuscito ad appannare le prime luci festive del Natale, che già comparivano sulle vetrine dei negozi. Per quanto splendesse forte l'albero di Natale, giù in centro, in piazza, o la cometa stilizzata che sua madre aveva appesa in salotto, poco sopra la TV, dentro di sé continuava a percepire il buio più profondo.
La ragione di simile amarezza, che un genitore disattento avrebbe potuto scambiare per la solita angoscia adolescenziale, era invece ben contingente e motivata, benché esagerata. Ma, si sa, a quasi quattordici anni, il mondo sembra crollarti addosso per una sciocchezza; d'altra parte, basta, a volte, veramente poco per far rischiarare di una ottimistica luce i recessi più nascosti e tenebrosi dell'universo.
Per sua fortuna, i suoi genitori non erano né disattenti, né eccessivamente distratti dalle incombenze che, man mano che Novembre volgeva al termine, si andavano aggiungendo, giorno dopo giorno, nel lavoro, nelle faccende domestiche, e così via. Per sua madre, be', Matteo restava ancora un libro aperto. Intuiva facilmente il suo stato d'animo e a volte riusciva anche a indovinarne l'esatta motivazione alle spalle. Suo padre, invece, benché non riuscisse a garantirgli la stessa presenza, trattenendosi a volte fuori città per lavoro, sapeva sempre trovare le giuste parole per farlo stare meglio. Sapeva essere severo, ma solo quando serviva davvero, così che Matteo non era mai riuscito a provare nemmeno una briciola di rancore nei suoi confronti.
Dicevamo però del malessere che impediva al nostro Matteo di cogliere lo spirito del Natale e che non era certo sfuggito ai suoi genitori. Entrambi, infatti, ricordavano ancora, dopo circa un mese, l'incidente di percorso, per così dire, che aveva rovinato la sua timida amicizia con Michele, il suo compagno di banco, a scuola. Ai più smemorati gioverà ricordare la notte tenebrosa del 31 ottobre, quando, in linea con lo spirito di Halloween, ma in barba a qualunque principio di correttezza e di amicizia, il tredicenne Michele, organizzatore di un pigiama party, s'era ritrovato vittima di uno scherzo di pessimo gusto, al quale, suo malgrado e per puro caso, Matteo aveva assistito. Non solo aveva visto Pietro e Giacomo, i loro due compagni di classe, indurre l'addormentato Michele a bagnare il letto, ma aveva poi testimoniato il modo, sbrigativo e infastidito, affatto comprensivo, con il quale il papà del suo amico l'aveva redarguito per aver fatto pipì a letto, minacciandolo di impartirgli una severa e ingiusta sculacciata con la spazzola. Se quella sculacciata ebbe poi luogo o meno, Matteo non aveva avuto modo di appurarlo, scoprendo d'altra parte i termini di una ben più umiliante punizione. Quando aveva sorpreso Michele nel bagno della scuola, con addosso i pull-up, su ordine del padre, aveva compreso l'entità spaventosa delle conseguenze scatenate dallo scherzo dei suoi due compagni. A differenza del bulletto Giacomo e del pusillanime Pietro, che gli andava appresso, solo Matteo conosceva ogni lato della verità e soltanto lui avrebbe potuto salvare il compagno da quella umiliazione.
Era occorsa una bella sculacciata da papà, per far sì che il suo senso di colpa maturasse, fino a spingerlo a confessare ogni cosa a Michele. E, sacrificando la sua amicizia, sull'altare dell'onestà, gli aveva anche offerto se stesso, nella guisa di una fotografia del proprio deretano fresco di sculacciate paterne.
Cosa avrebbe fatto Michele, a quel punto? Si sarebbe vendicato, diffondendo la fotografia a scuola? Avrebbe perdonato Matteo, rinsaldando la loro nascente amicizia? Avrebbe declinato l'offerta, decidendosi ad affrontare Giacomo e poi suo padre?
In verità, Michele, così chiuso in se stesso, fragile, sensibile, desideroso di restare tranquillo nella sua zona d'ombra, affatto interessato a sollevare un polverone e incapace di affrontare il severo e duro sguardo di suo padre, optò per la più vigliacca delle scelte.

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Velluto rosso (SV#2)
General FictionNatale è alle porte! Per accompagnarvi nell'attesa di Natale ecco un ciclo di cinque brevi storie, una per ogni domenica dell'avvento, in cui l'atmosfera natalizia, le cioccolate calde, i calendari dell'avvento, i biscotti allo zenzero e le calze ap...