It's over

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Dopo un mese e mezzo dalla mia chiamata Helen ha deciso di uscire con me ma mi ha chiesto di non andare fino a Londra, preferiva rimanere a Canterbury, ovviamente l'ho assecondata e adesso siamo al parco, non il solito dove passo io ma uno in cui si trova un piccolo lago.

Siamo seduti su un panchina di fronte al laghetto e parliamo del suo lavoro cioè quello di coordinare i servizi fotografici che vengono organizzati nell'agenzia in cui opera, quella in cui ci siamo conosciuti.

"Mi ricordo la prima volta che ti ho vista, eri indaffaratissima con troppe carte in una sola mano e giravi come una trottola da una parte ad un'altra dell'agenzia",

"devo averti fatto un impressione davvero buona allora", scoppia in una leggera risata,

"sì, sì a dire la verità mi hai colpito molto, non mancavi nulla di ciò che dovevi fare ed eri così seria e concentrata che mi hai lasciato di buon umore". Helen rimane un po' interdetta perché pensava che io avrei risposto in modo sarcastico.

"Beh, ti ringrazio Josh, nessuno mi aveva mai detto qualcosa di simile sul mio lavoro... devi avermi osservato molto...".

Porca miseria mi ha scoperto.

"No in realtà eri l'unica che si muoveva parecchio per cui non ti si poteva non notare", abbozzo un sorriso distogliendo subito lo sguardo dal suo viso per non farle vedere il mio imbarazzo.

Abbiamo preso un gelato e adesso passeggiamo per il viale più largo del parco, forse mi sono avvicinato troppo a lei quando le sfioro per sbaglio una mano e dopo aver portato lo sguardo sul suo volto per cogliere la sua espressione, noto quest'ultima un po' tesa. Pochi minuti più tardi trovo una fontanella per dissetarmi e mentre premo due dita sul beccuccio per far uscire l'acqua dallo spioncino più piccolo schizzo Helen che lancia un urlo da vera femminuccia, "Josh mi hai spaventato!!", si guarda le scarpe e l'orlo dei pantaloni bagnati. Non riuscendo a trattenermi comincio a ridere chiedendole subito scusa, "davvero non l'ho fatto di proposito!",

"va bene ma stai ridendo!", continuo a ridere mentre mi asciugo le labbra con il dorso della mano e scuoto la testa, "dai Helen è solo un po' d'acqua e poi con questo caldo...", indico le parti bagnate delle sue scarpe, "vedi già sono asciutte, stai tranquilla su", ma lei a quanto pare è vendicativa, con un ghigno divertito sulla bocca inizia a raccogliere dell'acqua nelle mani posizionate a bicchiere e me la lancia cercando di bagnarmi dove meglio crede. Nel giro di cinque minuti abbiamo entrambi le maglie bagnate e per fermare Helen cerco di bloccarle le braccia al petto ancora esaltato dalla situazione e la stringo al mio corpo d'istinto ascoltando le sue risate scemare via. Trattengo il respiro sentendomi tanto a contatto con la ragazza che ridacchiando si allontana da me pochi istanti dopo avermi regalato un bacio sulla guancia.

"Grazie per aver passato con me questo pomeriggio, spero tu ti sia trovata bene", le dico quando siamo davanti la porta della sua villetta, sotto il portico.

"Si mi ha fatto piacere, ti ho trovato molto simpatico", devo mordermi il labbro per non avvampare più di tanto ma so che è quasi inutile perché sento le gote già accaldate.

Cala il silenzio e all'improvviso tutto sembra rallentare, senza pensare ai miei gesti faccio un passo verso di lei per darle un saluto ma deciso di non dirigermi verso la guancia, il mio obiettivo sono le sue labbra, spero siano mie per molti minuti ma purtroppo riesco solo a sfiorarle prima che la ragazza si allontani dal mio viso, tengo gli occhi bassi indietreggiando quanto possibile. La mia mano sinistra adesso è tra le sue, percepisco il tocco leggero delle sue falangi sulla mia pelle poi decido di guardare la sua espressione, un po' intimidita mi dice che non tradirebbe mai il suo ragazzo ed io alzo le spalle per poi voltarmi ed andare via molto frettolosamente con il volto paonazzo.

A few mistakes agoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora