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Ci risiamo,mi sono fidato di nuovo di chi non dovevo. Mi ero ripromesso di non fidarmi più di nessuno, di essere distaccato,freddo e senza emozioni.
Cosa posso fare se non piangere? Sento il cuore stringere nel petto,la testa pulsare e una sensazione di vuoto. Non era la persona giusta,penso. Piango,piango e piango. È troppo tardi,però. Vorrei piangere ancora fino a prosciugare tutti i liquidi presenti nel mio corpo,ma è tardissimo e devo andare a scuola. Certo,lo stare male non si può interrompere,quindi,sta per succedere di nuovo; prendo il rasoio; uno,due,tre,cinque,sette... cazzo, sto esagerando. Fascio le braccia, e mi dirigo alla fermata del bus che mi porterà a scuola. Oggi ho il pomeriggio a scuola,infatti sono le 14,entro alle 14:30 ed esco alle 18:15,che seccatura ogni volta. Adesso non ho più nemmeno una ragione per andare avanti. Non posso pensare queste cose mentre sono sul bus, oh no,no,no. Guarda verso l'alto,Giorgio. Non puoi piangere adesso,quì,davanti a tutta questa gente. Respira. Per poco e non scoppiavo in un pianto isterico,come spesso mi accade. Appena il bus si ferma davanti scuola,scendo. Sono le 14:20,tra 10 minuti devo entrare,aspetterò solo,come sempre.
È appena suonata la campana,vado in laboratorio di discipline plastiche. È sempre tutto così strano quì,mi sento come se fossi l'unico a non essersi ancora integrato in questa scuola. Mi sento come nauseato già da tutto,e soprattutto stanco. Ma non una stanchezza fisica,una stanchezza mentale assoluta,quella dove ti senti bloccato,schiacciato e oppresso. Devo svuotare la testa e devo lavorare,anche se è più difficile del previsto,a giudicare da come mi sento mentalmente. Le due ore sono passate,più o meno,in fretta. Adesso ho discipline pittoriche per tre ore. Sì,mi piace disegnare,ma colorare no,assolutamente. Mentre gli altri miei compagni faranno casino per tre ore,io ascolterò la musica e cercherò di finire questo lavoro,sono indietro. È appena cominciata la canzone "pastello bianco",era la canzone che quella persona mi cantava sempre,l'ha pure suonata con la chitarra,e io l'ho ascoltato incantato e poi... no,ti prego. Basta lacrime. Non posso davanti a tutti,per favore. E la cosa si ripete; alza gli occhi,respira,sorridi e continua ciò che stavi facendo.
"Come sei silenzioso,Giorgio. Tutto okay?" Mi si spezza il cuore ma gli occhi non bruciano,stranamente. Di solito quando sto male e mi chiedono come io stia inizio a piangere,ma questa volta non è così. Spero sia la dolce e attesa rassegnazione. "Sì,tutto bene,grazie".
Sono le 18:15 e finalmente posso tornare a casa. È venuto a prendermi mia madre. "Ciao,mamma. Come stai? Un po' meglio?"  "No,è sempre tutto uguale"  "si sistemerà tutto,mamma." Certo,perché è ciò che merito dopo una giornata orribile. Mamma è di nuovo in quel periodo buio,e io dovrei farle coraggio. Ci proverò,anche se non sono adulto e non posso essere un grande riferimento.
"Mamma,che si mangia?"  "Non lo so..". "Va bene,mamma,cucinerò io qualcosa"
Io non so cucinare,ho un po' di timore di sbagliare o bruciarmi,ma non ho alternativa. Lei sta male,spero solo non pianga,perché seriamente,mi fa troppo male quando lo fa. Sono riuscito a cucinare senza fare danni,mi sono bruciato un po' il dito,ma fa nulla,non mi fa male. Cavolo,è tardi. Sparecchio,vado a dare da mangiare alla mia cagnolina, Matilda, e poi vado a fare i compiti,anche se sono le 21:30...
Sto cercando di capire ciò che sto leggendo da più di un'ora,ma giuro che non ci sto capendo più nulla. Studierò alle 5 del mattino,adesso sono troppo stanco. Preparo lo zaino,vado a dare la buonanotte a mia mamma e vado a letto.

The music ends where we start Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora