Uno.

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Un ammasso di carne, ossa e capelli viola piombò sul rigido ma affascinante corpo di Isaac, mentre pedalava verso casa.
《Oh..ti sei fatto male?
La bici! Cavolo..》
- si fermò -
《ti sei fatto male?》
〔No.〕Mentì.
Un'ispiegabile forza sovrannaturale spinse Isaac a osservare la ragazza: i capelli erano lisci, quasi mossi, e le arrivavano circa al gomito;
gli occhi scuri, intensi, incredibilmente potenti, capaci di
stordire.
Notò anche delle lentiggini, proprio sotto gli occhi.
Attraverso un sincero sorriso, ella mostrò le labbra screpolate, ricoperte da un filo di rossetto color carne.
《Dove stavi andando?》
"Svegliatosi", rispose:〔A casa.〕
《Posso accompagnarti io, se vuoi. Ho il motorino proprio qua vicino.》
〔Non lo so, io..〕
- Esitò per qualche secondo -
〔Va bene.〕
Attraversarono il muretto dal quale era caduta la ragazza; trovando dall'altra parte sei ragazzi, forse suoi amici.
"Luna, dove vai?"
Non rispose..evidentemente era arrabbiata o non ne aveva voglia.
〔Hai un nome molto bello.〕
《Ti ringrazio.》
Sperava gli venisse chiesto il suo di nome, ma la domanda non arrivò.
《Ah, bastardi!》E continuò, finché non si stufò di lamentarsi.
Si girò verso di lui, sorrise e si scusò per il caos creato.
Egli non era di molte parole, ma d'altronde non era un problema, dati i suoi occhi limpidi come l'acqua, con i quali riusciva a trasmettere ogni emozione.
Prima di salire sul veicolo, Luna indossò una giacca autunnale, e sfrecciarono verso il centro.

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