Sei.

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"Abbiamo contattato tuo nonno" disse l'agente "..arriva".

Una firma qua e là, a pratiche compilate, qualche giorno dopo Luna potè trasferirsi da lui.

La macchina poteva avere una quindicina d'anni, era grigia, e dall'odore di tempo passato, che nauseava Luna.
Berto, vigile, rimaneva in silenzio.
Ella fu la prima a parlare, chiedendo informazioni riguardante la salute del cane.
Scrollò le spalle, come fosse muto.

Poi ci ripensò: "È morto."

《Come? Ma-ma...quando?》

"Una settimana fa."

Lo guardò gelida, e pregò Dio che morisse lui, all'istante, riportando in vita Spillo.

Uno scambio, sì.

La casa era come la ricordava: piccola, accogliente, rustica.
Ma perfettamente ordinata.
Strano.

"La tua stanza si trova al piano superiore.."
-si passò la mano sul capo, per poi grattarlo, confuso- "ah, sulla porta ho messo un cartello con il tuo nome."

Salì le scale e si avvicinò alla porta; aprendola, potè vedere una graziosa camera, e soprattutto luminosa.
Il letto sembrava comodo.
Guardò fuori: pioveva.
La malinconia le si appiccicò addosso.
Si sentiva pesante, e i vestiti le parevano sudici.
Si ricordò di Isaac e del modo in cui si erano separati.
Era stata crudele con lui.
Comprese allora il motivo di quella sensazione.
Si addormentò, vestita di tristezza.

La colazione abbondante stava sul tavolo: biscotti, pane tostato, spremuta..
Ma lei non mangiò nulla.

"Tu ci vai a scuola?"

《Sì..》

"Quale liceo? Classico, scientifico?"

《Nessun liceo.》

"E allora?"

《Istituto artistico.》

Seguì una risata: "Ovvio, sei una buona a nulla come tuo padre, quel.." e si fermò.

《Delinquente? Assassino?》

"Esatto."

《Forse è vero, sono una buona a nulla..ma io non sarò MAI come mio padre..i-io non sono ripugnante come quell'essere viscido che mi ha generata!》

E uscì, sbattendo la porta.

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