20. Sfidare gli ordini

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Hermione era mezzo addormentata quando sentì un forte bussare alla sua finestra. Il suo cuore sussultò all'istante. . . e poi pensò:non c'era modo che fosse lui. A meno che non fosse volato su un manico di scopa. E perché avrebbe dovuto farlo? Si lanciò comunque giù dal letto per controllare, inciampando in una pila di libri nell'oscurità e strappando uno sbuffo rabbioso a Lavanda.

C'era un gufo alla finestra. Spingendo indietro il bicchiere, permise all'uccello di svolazzare in una folata di aria fresca. Quando atterrò, notò che teneva qualcosa tra gli artigli: la sua bacchetta.

Severus deve averla inviata. Nessuna nota. Niente di più.

Deve averla presa da Draco. Ma cosa era successo dopo?

Draco aveva menzionato un giuramento. Severus doveva davvero proteggerlo? Era un'altra parte del decreto?

Il suo sollievo per essere stata salvata all'ultimo momento era temperato da un profondo senso di presentimento: non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che gli fosse successo qualcosa di brutto, anche peggio di ciò da cui aveva cercato di proteggerla.

Aveva fatto come le era stato detto ed era tornata nella sua stanza, con l'aspetto più normale che poteva date le circostanze. Ma aveva un disperato desiderio di vederlo, per assicurarsi che fosse tornato sano e salvo nelle sue stanze.

Recuperando la sua bacchetta, lanciò Lumos e la usò per localizzare rapidamente un pezzo di pergamena e penna d'oca.

Ha scarabocchiato una nota.

S,

Posso vederti?

H.

Mentre guardava il gufo scomparire nella notte, le sue dita aggrappate al davanzale della finestra, desiderò una risposta rapida. . . anche se, in fondo, sentiva che non ne sarebbe arrivata nessuna.

***

Era impossibile. Aveva provato tutti gli incantesimi di sblocco che conosceva e ancora non riusciva a entrare nelle sue stanze. O non c'era o non voleva vedere nessuno. Entrambi gli scenari erano molto preoccupanti poiché questa era la quarta volta che aveva provato a fargli visita negli ultimi due giorni.

Non c'era stata risposta al suo gufo, né lui aveva frequentato la Sala Grande per i pasti. Un forte senso di terrore si era insediato nella bocca del suo stomaco: qualcosa non andava decisamente.

Avrebbe concesso un altro giorno. Avevano lezione di pozioni al mattino. Allora avrebbe trovato un modo per parlargli.

***

"Tutto bene Granger?" Il professor Lumacorno la scrutava dalla lavagna. "Ti andrebbe di sederti?"

Si era fermata sulla soglia dell'aula e gli altri studenti stavano tentando di passare oltre.

Hermione esaminò la stanza. Mancava Draco.

"IO . . . Mi sono appena resa conto di aver dimenticato qualcosa. Mi dispiace, Professore,” borbottò prima di voltarsi e correre fuori dalla porta.

***

“Professoressa McGranitt.” Hermione fece irruzione nell'ufficio della donna più anziana. "Mi dispiace davvero intromettermi in questo modo, ma ho bisogno di parlare con te, urgentemente."

La donna più anziana strinse le labbra prima di togliersi gli occhiali e appoggiarli sulla scrivania. Guardandola seriamente, alla fine sospirò. "Ti stavamo aspettando, Hermione."

In piedi, costeggiò la scrivania prima di dirigersi verso la porta. "Seguimi."

Hermione la inseguì a passi svelti fino all'ufficio del professor Silente. Aprì la porta prima che bussassero, facendoli entrare.

Farlo per l'OrdineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora