Il campo dei papaveri

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Tornando a casa stasera, sono passato dal paese di Collefiorito attraverso la provinciale 696.

Non so se hai mai preso quella strada: appena fuori dalla città, si prende la strada che segue il canale del naviglio prima di immergersi nella galleria stretta e lunghissima che corre oscura per alcune centinaia di metri girando leggermente verso destra, sicché ti sembra di attraversare come una grande montagna perché fino all'ultimo momento non vedi la luce dell'apertura. Poi improvvisamente un fulgore cresce rapidamente e ti ritrovi immerso nel sole.

Sulla destra riprende a scorrere un fiumiciattolo mentre sulla sinistra si apre un panorama meraviglioso di campi di grano che oscillano al sole nel colore oro delle spighe punteggiato dal rosso dei fiori selvatici.

Se potessi, comprerei tutto questo enorme campo, dal provinciale fino alle pendici dei monti in tutto il suo dolce susseguirsi di colline tracciate dai solchi dei trattori. Vi farei piantare una grande quercia sulla cima della collina e farei coltivare tutti campi intorno a papaveri rossi.

Sulla cima di quella stessa collina, all'ombra della quercia, in un pomeriggio d'estate, ti porterei a fare l'amore.

Voglio osare con te, voglio essere sfrontato e perverso perché credo che tu come me, ti nutra di questi sogni e desideri.

E quindi chiudi gli occhi e se puoi, sali alla terrazza, mettiti dove il sole può scaldare la tua pelle, immagina quello che già è successo nella mia fantasia e in una qualche dimensione parallela dov'è tutti i nostri sogni e i nostri desideri sono reali quanto il paesaggio che vedi in questo momento, sia esso la tua cameretta o il giardino o gli alberi intorno a te.

Un giorno ti manderò un rosebud, un bocciolo di rosa rosso, un gioiello che dovrai indossare prima del nostro incontro. Se non sai di cosa si tratta lo andrai a cercare e ti informerai per bene perché vorrò verificare che tu lo porti prima di partire.

Ti chiederò se ti fidi di me e, se la risposta sarà positiva, ti benderò gli occhi e ti condurrò con me su questa collina. non saprai dove ti sto conducendo, dovrai accettare il rischio e resistere alla curiosità e alla paura conscia che, se cederai alla promessa e spierai o toglierai la benda, tutto finirà in un momento, come Psiche che volle vedere il volto del propio amante.

Giunti sulla cima della collina, ti rinnoverò la domanda sulla tua fiducia e se la risposta sarà sempre affermativa, ti legherò le mani con un drappo di seta azzurra. Questo drappo sarà poi fatto passare attraverso un ramo della quercia così che ti ritroverai impossibilitata a muoverti e con le braccia in alto. A quel punto ti spoglierò di ogni indumento, taglierò le spalline e le maniche e ti sfilerò tutto il resto. Quando avrò finito sarai completamente nuda, indosserai soltanto il mio gioiello e una benda di seta azzurra che ti coprirà gli occhi.

Un vento leggero accarezzerà la tua pelle e sentirai il profumo dei fiori e il frinire delle cicale unirsi al dolcissimo suono delle foglie del nostro albero che ci sarà di riparo. Avrai paura che qualcuno ti possa vedere, che possa sentire le nostre voci, avrai paura e piacere ogni volta che sentirai la mia nano scorrere su di te perché non potrai sapere se sarà per farti una carezza o per far partire una sculacciata. Non posso sapere ora cosa ti chiederò di dire o di fare o ancora quanto durerà questa deliziosa tortura. Potrei stuzzicarti, anche a lungo, con qualche giocattolo vibrante che ecciterà il tuo sesso. Ne avrò diversi sai? Dai semplici falli vibranti ai giocattoli di Lelo che simulano il cunnilingus, a quelli che stimolano il clitoride con le onde soniche tipo Womanizer.

Oh si, credo che ti torturerò piacevolmente e per bene fino a farti gridare tutto il tuo piacere. Lungo le tue gambe coleranno trasparenti gocce dei tuoi umori fino ai deliziosi piedini scalzi. Preparati Camilla perché non c'è parte del tuo corpo che sarà risparmiata dalle mie attenzioni. Voglio stuzzicarti finché non mi supplicherai di prenderti, voglio che il tuo sesso sia completamente fradicio e voglioso di me, voglio che tu mi desideri pi§ dell'aria che respiri. Voglio arrivare a morire di voglia e tremare davanti al tuo corpo che freme e che vorrebbe essere liberato, per gettarmi le braccia al collo e riempirmi di baci e di passione. Quando questo accadrà, Camilla, libererò i tuoi polsi e scioglierò la benda che copre il tuo viso. Potrai vedere questo piccolo grande angolo di paradiso prima di giacere con me tra l'erba su di una morbida coperta circondata di rossi papaveri. Strapperai via da me i miei vestiti e nudi giaceremo nel sole, nel vento e nella natura.

Ricoprirò il tuo corpo di baci, di carezze, e anche di qualche sculacciata che so che ti piacciono tanto. Stringerò con queste mani le tue natiche piccole e sode, affonderò la bocca nel tuo sesso pulsante di voglia e mi abbandonerò a te e a tutte le attenzioni e le passioni che vorrai sfogare sul mio corpo. Non ci fermeremo fino a quando non urleremo al cielo e al mondo il nostro piacere più e più volte.
Ebbri di orgasmi e spossati d'amore, giaceremo infine abbracciati e sudati, lasciando che il vento ci asciughi e ci accarezzi fino a quando le stelle monteranno in cielo e la fresca aria della sera ci indurrà a coprirci e a ritornare al mondo della vita reale.

Raccolta di sfoghi, incontri, sogni erotici e...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora