Tra le crete di Pienza

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Quando ti incontrerò sarà una sera d'estate. Ti aspetterò vicino a quel casale, sul poggio che di lontano guarda Pienza e alle spalle ha l'Amiata.

Ti aspetterò seduto tra le radici di quell'ulivo secolare di cui ti ho parlato.

Una brezza tiepida mi accarezzerà il viso e mi avviserà del tuo arrivo portando il tuo profumo dolce, di vaniglia e di sandalo. Aprirò gli occhi e ti vedrò arrivare lungo il sentiero dei cipressi nel tuo vestito bianco ma tinto di rosa dai caldi raggi del sole che sta per tramontare.

Gusterò ogni tuo passo, soprattutto gli ultimi, fatti di corsa, per finire presto tra le mie braccia, in una stretta lunga e calorosa e, in quell'abbraccio, gusterei ancora l'odore della tua pelle, dei tuoi capelli e sentiremmo entrambi il calore di una lacrima rigarci il viso.

Ma come la brezza asciugherebbe presto quelle gocce di gioia, così noi presto dimenticheremo ogni tristezza del resto del mondo e, mentre ti terrò stretta tra le mie braccia, guarderemo insieme gli ultimi raggi del sole sparire tra le colline, nel giallo infuocato dei campi e delle crete, fino a discernere le prime stelle a far capolino tra le foglie del nostro ulivo.

Riempirò il tuo collo di baci, il tuo petto di carezze e morirò, tra i tuoi sospiri e sulle tue labbra accese di desiderio. Ti potrei raccontare tutte le leggende e le storie delle ninfe naiadi che abitavano quei luoghi nell'antichità e che, in quegli stessi angoli di paradiso, amavamo i figli degli uomini quando il nostro albero non era che un giovane virgulto. Nessuna storia però avrebbe la passione e il desiderio che io avrò per te e tu per me.

Le tue gambe si schiuderanno piano alle mie carezze e Diana sarà l'unica testimone delle attenzioni che donerò ad ogni centimetro della tua pelle bianca sotto la la candida luce della sua
luna.

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