Ophelia quella notte non tornò a casa.
Vagò senza meta finché i tiepidi raggi dell'alba illuminarono Londra di una luce che, per qualche istante, le fece sembrare ciò che stava per fare decisamente meno terrificante. Indugiò ancora un po', con le mani appoggiate sul muretto sotto il quale il Tamigi scorreva ingrossato dalle piogge degli ultimi giorni, poi si fece coraggio e si avviò di nuovo alla volta della redazione della Fattucchiera Moderna.
Aveva ripensato a lungo al pietoso dialogo tra Rita Skeeter ed il direttore della Gazzetta del Profeta, a quello che aveva detto a Sirius nel vicolo e al fatto che troppo a lungo aveva rimandato quel momento, un po' perché sì, l'idea di dover ricominciare da capo le faceva paura, e un po' perché non riusciva a fare a meno di vederla come un'amara sconfitta, ma a tutto c'era un limite.
Entrò quindi nella redazione dove, inaspettatamente, regnava un silenzio raggelante.
Ophelia spostò lo sguardo verso la scrivania di Dora, e l'amica fece per aprir bocca, ma fu preceduta dalla voce acuta di Rita Skeeter, che aveva tutta l'aria di aver passato una nottata pessima almeno tanto quanto lo era stata la sua. Ottimo.
-Ophelia, nel mio ufficio. Subito! -
Sbraitò, facendo trasalire tutte le giovani giornaliste che tornarono repentinamente a concentrarsi sui rispettivi articoli, solo Dora la guardò avviarsi verso l'ufficio di Rita, sforzandosi di accennare un tirato sorriso d'incoraggiamento.
-chiudi la porta-
Le intimò una volta che Ophelia ebbe oltrepassato la soglia di quel luogo che anche alla luce del giorno non le parve affatto meno inquietante dopo ciò a cui aveva suo malgrado assistito la notte precedente. Chiuse la porta, ma non si mosse, sebbene Rita le fece cenno di prendere posto dall'altra parte della scrivania.
Ophelia prese un lungo respiro e si preparò, senza troppi giri di parole, a rassegnare le proprie dimissioni con effetto immediato, ma Rita non le diede nemmeno il tempo di aprire bocca e con un'espressione stralunata stampata in viso inaspettatamente lanciò in aria quelli che le parvero una moltitudine di simpatici coriandoli.
-lo sai cos'è questo?! -
Ophelia scosse la testa, sinceramente spiazzata dalla piega che la situazione stava assumendo.
-è il contratto che Sirius Black aveva firmato e in cui acconsentiva a pubblicare la sua storia con noi: si è presentato poco fa e l'ha strappato davanti ai miei occhi! -
La mascella di Ophelia cascò.
-qualunque cosa tu abbia combinato, Ophelia, vedi di rimediare, sono stata chiara?! Io intanto troverò un modo per... -
Continuò Rita, lanciandosi in uno dei suoi concitati monologhi. Ophelia, tuttavia, non riusciva a staccare gli occhi dai minuscoli pezzettini di carta sparsi sul piano lucido della scrivania di Rita.
-no, non credo che lo farò-
Disse dopo quella che le parve un'eternità, interrompendo il frenetico sbraitare di Rita che la guardò con un'espressione a metà tra la sorpresa e la furia omicida.
-come, prego? -
Ophelia raddrizzò la testa, fronteggiando impavida lo sguardo di Rita
-rassegno le mie dimissioni, Rita. Con effetto immediato-
Precisò.
Questa volta fu il turno della mascella di Rita a cascare inesorabilmente, e Ophelia non si prese il disturbo di attendere che trovasse una replica adeguata, piuttosto si voltò, richiudendo educatamente la porta del suo ufficio alle proprie spalle, e dopo aver raccolto le proprie cose in una scatola, fotografie, penna stilografica e macchina da scrivere incluse, si avviò verso l'uscita con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
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All the shades in between
Fanfiction"Rita pronunciò quelle parole con una tale enfasi che a Ophelia corse un brivido d'inquietudine lungo la schiena, e non solo perché sembrava le fosse esplosa una corda vocale nel tentativo di raggiungere quella tonalità di voce impossibile, ma anche...