7. Guerra e Pace

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Il giorno dopo, a lavoro, se avesse detto di non aspettarsi la grande rivelazione avrebbe mentito. Michelangelo non si avvicinò a lui vestito da Babbo Natale, fu lui a dover andare a cercarlo mentre sistemava la sua poltrona in corridoio.

«Allora?» gli chiese, torturandosi le pellicine del dito con il pollice per dissimulare l’eccitazione.

Quello era il momento. Avrebbe scoperto il regalo tanto desiderato da Lara, finalmente. Avrebbe potuto fare il padre modello, conquistare un posto nel podio, diventare il preferito senza possibilità di essere scalzato, almeno per un po’.

«Buongiorno, eh» commentò lui, senza guardarlo.

Dario alzò gli occhi al cielo. «Buongiorno. Allora?»

Michelangelo si voltò. Ormai non gli sembrava più buffo con la barba bianca e la pancia finta, riusciva a vedere oltre e riconoscere il ragazzo che era sotto tutti quegli strati di fuffa. «Allora cosa?»

«Allora, sono venuto con te a giocare a tombola, abbiamo fatto i biscotti, visto le luminarie, bevuto la cioccolata, qual è il regalo di mia figlia, di grazia?»

«Ma tu pensi mai ad altro?»

«No» rispose secco, quella discussione stava cominciando a irritarlo. «Quindi?»

Lo vide titubare, essere sul punto di cedere. Abbassò gli occhi, raccolse le idee e trattenne un attimo il fiato, poi sollevò lo sguardo e puntò gli occhi chiari nei suoi.

«È per questo che esci con me, vero? Per quel regalo.»

«Certo. Avevamo detto così, no?»

«E quando te lo dirò smetterai di farlo. Giusto?»

«Che razza di domanda è?»

«Lascia stare. Ho avuto la mia risposta.»

Dario chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. Quando li riaprì, si era schiarito la mente. «Sai una cosa? Non mi interessa.»

«Non ti… interessa?»

«No. Ho finito con te che fai il bello e il cattivo tempo. Ho giocato abbastanza. Non vuoi dirmi il regalo di Lara? Benissimo. Lo capirò da solo. Non mi faccio ricattare da un ragazzino.»

Michelangelo, che non si era aspettato quella reazione, sbatté le palpebre senza sapere cosa dire. «Io non intendevo… non…»

«Volevi vedere se avrei continuato a uscire con te? Bene! Mi hai appena costretto a darti una risposta.»

Il ragazzo lo osservava, in preda allo sconcerto. Dario non gli diede il tempo di dire nulla, si voltò e andò a passi deciso verso il negozio.

Come si permetteva quel ragazzino a prendersi gioco di lui? Aveva cercato di accontentarlo come poteva, e lui in tutta risposta l’aveva solo preso in giro. Non aveva mai avuto intenzione di rivelargli il regalo, questa era la verità, le opposizioni di quella mattina erano solo una stupida scusa.

Quel giorno lavorò male. Immerso nei suoi pensieri, tra borbottii e imprecazioni, le sue scartoffie gli risultarono più antipatiche del solito. Inoltre, come se non bastasse, avrebbe dovuto pensare a un regalo per Lara, ed era già in ritardo.

«Conosco mia figlia» meditò, a mezza bocca. «Quanto potrà mai essere difficile?»

Eppure, alla piccola piacevano troppe cose in troppi modi diversi per renderla una scelta facile. Era fan sfegatata di Ladybug, ma aveva già una marea di bambole e merchandising di quello. Di recente aveva iniziato ad apprezzare la nuova serie di Spirit, però con una breve ricerca su Google si accorse che non c’era nulla a riguardo che lo convincesse.

Aiuto! Mi sono innamorato di Babbo Natale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora