5. Scommettiamo?

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Ormai era ufficiale, Michelangelo aveva deciso di farlo uscire di testa, non c’erano più dubbi su questo. 

Aveva cercato di non guardarlo mentre, nel tempo in cui Dario stava premendo lo stampino sulla pasta stesa per dare la forma ai biscotti, lui prendeva col dito l’impasto crudo rimasto e lo assaggiava, facendo sparire l’indice tra le sue labbra e succhiando con evidente soddisfazione.

Aveva cercato di farlo, davvero, ma per quanto ci avesse provato non era riuscito a ignorare quel gesto e quegli sguardi che lo bruciavano.

«Non è male, vero?» chiese, facendo un passo indietro e ammirando il suo lavoro, evitando di pensare ai suoi jeans che d’un  tratto si erano fatti troppo stretti.

Michelangelo prese l’ultimo residuo di impasto dalla ciotola e Dario alzò lo sguardo come attratto da un magnete, fissò il suo dito che spariva ancora tra le sue labbra, immobile.

«Non è male per niente!» esclamò, poi andò a sciacquarsi le dita appiccicate di impasto nel lavandino. «Pensavo sarebbe stato un disastro, ma sono belli!»

«Malfidato» lo sgridò, tirando fuori la teglia dal forno e cominciando a riscaldarlo. «Ora devo solo trasferirli sulla teglia e quando sono cotti decorarli con la glassa!»

«Perché ho idea che sarà quella la parte difficile?»

«Tu devi per forza portar male?»

«Non sto portando male, sto solo prevedendo il futuro.»

«Saranno perfetti. Lara sarà entusiasta!»

«Secondo me è meglio non decorarli. A lei piaceranno lo stesso, vedrai.»

«Ti fidi così poco delle mie abilità artistiche?»

«Dico solo che se non l’hai mai fatto forse potrebbe non uscire come credi…»

«Ti dimostrerò che ti sbagli.»

«Scommettiamo?»

Dario sbatté le palpebre incredulo, poi inclinò la testa da un lato. «Scommettiamo?» ripeté.

«Sì. Se i biscotti alla fine non saranno un disastro, tu vincerai e io ti dirò subito quello che vuoi sapere. Ti dirò il regalo di Lara.»

«E se perdo? Cosa succederà allora?»

Michelangelo sorrise. Era un sorriso malizioso, un po’ furbetto, e per un attimo Dario pensò che gli avrebbe proposto qualcosa di osceno, e per un attimo ebbe paura di accettare quella proposta.

«Se perderai… deciderò io la prossima attività natalizia da fare insieme, non tu. E tu dovrai accettarla.»

Lo guardò, sembrava convinto di quello che diceva. L’uomo si chiese se ci fosse altro dietro, cosa stesse cercando di ottenere.

«Mi saboterai» gli disse. «Alzerai il forno a trecento gradi, mi darai una spinta mentre li sto decorando, o…»

«Non sono una persona scorretta. Se accetti giocherò lealmente. Ho detto che ti avrei aiutato coi biscotti e intendo farlo.» Dario non rispose. Continuò a trasferire i biscotti sagomati sulla teglia coperta dalla carta da forno, uno a uno, con attenzione. «Che c’è? Hai paura, forse?»

Conoscere il desiderio di Lara quella sera, potersi liberare di quella presenza fastidiosa e ingombrante, era una proposta allettante. E sino a quel momento coi biscotti era andato tutto bene, era improbabile che riuscisse a rovinare tutto all’ultimo. Inoltre, se Michelangelo avesse fatto qualcosa di scorretto, lui si sarebbe potuto rifiutare di rispettare i termini della scommessa. «Ci sto. Ma, se fila tutto liscio, devi davvero dirmi quello che Lara ti ha chiesto.»

Aiuto! Mi sono innamorato di Babbo Natale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora