Sono passati dieci anni e rivedere la casa blu mi fa uno strano effetto. Immagino sia lo stesso di quando tornate nella vostra casa di bambini e ritrovate la stanza così come l'avevate lasciata.
Quando arriviamo vicino alla finestra, Caterina mi stringe la mano. Scavalco il muro e mi lascio scivolare dentro. Non l'avevo mai vista con le imposte aperte. Quello che ricordo è un edificio in penombra, con porte e finestre sbarrate da pesanti assi di legno. La luce del giorno illumina le pareti. Mi hanno detto che è stata mia madre a incidere la sua invocazione d'aiuto su tutti i muri. Non so come dovrei sentirmi a riguardo, provo solo un grande freddo. Quando mi hanno portato fuori avevo dodici anni. I dottori hanno dovuto spiegarmi tante cose. Perfino cosa fosse una madre. Caterina mi ha insegnato il resto, ha detto che sarebbe stata mia amica e ha rispettato la sua promessa. Ho imparato molto da lei in questi anni.
La gente dice che sono strano. Faccio fatica a stare in mezzo agli altri, spesso mi chiudo nella mia stanza all'istituto e gratto il muro. Il rumore mi rilassa ancora. Quando avrò una casa tutta mia la dipingerò di blu, come la mia prima vera casa. Dicono che Lui mi ha fatto del male. Io non lo dimenticherò mai. Nel bene e nel male è stata la persona che mi ha cresciuto.
Caterina non la pensa come me, ha due taniche di benzina e me ne porge una. Spargiamo il liquido sulle pareti e all'esterno. Guardo la fiamma del cerino ardere finché non sento il calore sulle dita. Poi brucio il passato.
La casa alle nostre spalle è un'unica colonna di fumo grigio. Corriamo fino alla strada principale dove Sebastian ci aspetta con lo sportello aperto. Caterina sale davanti. Io mi infilo sul sedile posteriore. Li guardo scambiarsi un bacio veloce.
Ci sono tante cose che ancora non capisco, di questo vostro mondo, ma l'amore è quello che mi sorprende di più.
Questa è la mia storia. La gente dice che sono strano. Ma chi non lo è?
STAI LEGGENDO
TORVID - A short story
ParanormalVincitore Contest di Natale 2022 Mi chiamo Torvid e vivo nella casa blu. Estraggo le sillabe dalle pareti: è il mio lavoro. Con quelle plasmo i significati e apro le soglie, ma non sono mai uscito. Lui dice che non tornerei indietro. E ha ragione.