«Non fare il cagasotto».
«Se mi fai vedere le tette rimango».
«Non ci penso neanche».
La ragazza giunge al limitare del bosco, dove gli alberi lasciano spazio alla casa. Il bosco, il buio e le vecchie dimore sono ingredienti per film dell'orrore, ma nella realtà celano solo una montagna di ragnatele e insetti poco gradevoli.
«Cate». Il ragazzo che la segue si chiama Sebastian, ha sedici anni e sospetta sia lì solo per infrattarsi nel bosco con lei. Gli sorride paziente. È anche carino, per essere un poppante, e se la sta facendo sotto dalla paura.
«Dimmi».
«Non mi piace questa storia. Sai cosa dicono su chi entra in quella casa».
«Sono solo storie» borbotta lei, sollevando le spalle. Gli concede una pacca sulla schiena. «Dai, eroe, non sarà un rudere blu a spaventarti?»
Lui solleva lo sguardo verso la casa, sotto al blu si intravede l'intonaco nero. Sono abbastanza vicini per i suoi gusti, può sentire le assi del pavimento all'interno scricchiolare. Caterina si avvicina alla porta sprangata e lui guarda la sua figura sottile, vestita completamente di nero.
Lei si volta e gli fa cenno di seguirla dietro la casa. Ha una sfumatura viola negli occhi grigi e si è legata i capelli in una strana crocchia sulla testa. Una strega, è una strega. E gli ha fatto di sicuro un sortilegio. La segue perché non può fare a meno di spogliarla con gli occhi ogni volta che parlano, ma la faccenda delle case stregate ha preso una brutta piega.
Caterina si china verso le assi di legno di una delle finestre e appoggia l'orecchio. «Vieni qui».
Sebastian rimane fermo a una decina di metri dalla casa. Ne ha abbastanza e adesso la pianterà in asso come avrebbe dovuto fare già all'inizio del bosco. Caterina fa una breve risata sottovoce e con gli occhi socchiusi dice: «Ascolta...»
Sebastian si avvicina contro la sua volontà. Un sortilegio. Ecco cosa mi ha fatto. Anche se sa benissimo che non è così. Si china accanto a lei e il suo respiro gli arriva sul collo. È distratto dai brividi, quando sente un rumore strano.
Unghie che grattano.
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TORVID - A short story
ParanormalVincitore Contest di Natale 2022 Mi chiamo Torvid e vivo nella casa blu. Estraggo le sillabe dalle pareti: è il mio lavoro. Con quelle plasmo i significati e apro le soglie, ma non sono mai uscito. Lui dice che non tornerei indietro. E ha ragione.