«Quando hanno denunciato la scomparsa?»
«Due anni fa».
«Aveva diciassette anni. Cazzo, come si fa?»
Sono in tre, chini su un corpo nudo. Un nastro giallo delimita l'area intorno a loro.
«Cos'è quello?»
Uno dei tre indossa i guanti e un camice bianco. Passa una mano sui due lembi di carne appena sopra al pube. Li scosta con delicatezza, come se non volesse aggiungere altra pena a quel corpo esposto al logorio del fiume. «Qualcuno le ha tagliato l'addome e l'utero».
L'uomo in divisa si allontana di qualche passo per prendere aria. Ritorna dal medico legale e chiede: «Pensa che fosse...»
«Lo diranno gli esami. Comunque, sì. Questo è un perfetto taglio cesareo e se in quell'utero c'era un bambino, adesso è insieme a chi le ha aperto la pancia».
Intorno a loro si muovono figure bianche, rilevano segni sul terreno, ipotetici indizi che portano a un mostro senza volto. Le ricerche si aprono a ventaglio dal punto di ritrovamento del cadavere. Il bosco si estende per chilometri e il corpo può essere stato trascinato a valle dall'acqua. Lo stato di decomposizione dei tessuti indica che l'acqua ha avuto tempo per lavorare. Può essere stata gettata da qualsiasi punto a monte dell'insenatura dove l'hanno trovata i cani da tartufo.
Pattugliano i boschi per settimane. Gli esami della scientifica confermano che la donna era in stato avanzato di gravidanza quando è deceduta. L'assassino non ha lasciato tracce o l'acqua le ha cancellate. Il cadavere ritrovato nel lago rimane senza giustizia e il bambino, forse, non è mai esistito.
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TORVID - A short story
ParanormalVincitore Contest di Natale 2022 Mi chiamo Torvid e vivo nella casa blu. Estraggo le sillabe dalle pareti: è il mio lavoro. Con quelle plasmo i significati e apro le soglie, ma non sono mai uscito. Lui dice che non tornerei indietro. E ha ragione.