DANGEROUS (LARRY E ZOUIS FF)

CAPITOLO 8

-Louis?-, la voce di Zayn mi rimbomba nell'orecchio, durante la pausa pranzo. -Louis?-, mi richiama, questa volta schioccandomi le dita dinnanzi agli occhi.

-Eh? Cosa?-, mormoro improvvisamente, come se mi fossi di punto in bianco svegliato, dopo svariate ore di trance.

-Louis, hai almeno sentito qualcosa di quello che ho detto finora?-, mormora Zayn, visibilmente scocciato, accorgendosi di aver parlato a vuoto per tutto il tempo.

-Io? Ehm... si si certo amore, ovvio, ho ascoltato ogni parola-, mento, sperando non mi chiedesse poi di ripetere ciò che mi aveva detto, perché a quel punto avrei fatto una figura davvero pessima, considerato che di tutto il suo discorso, non avevo appreso nemmeno i primi secondi. Okay, mi stavo comportando in modo scorretto nei suoi confronti, infondo è da maleducati pensare ad altro mentre qualcuno ti parla, soprattutto se questo qualcuno è il proprio ragazzo. Il punto è che avevo completamente la testa altrove, da quando due giorni prima, Harry mi aveva provocato nel bagno di camera nostra. Avevo provato in tutti i modi a distrarmi, ma ogni tentativo era stato inutile. Qualsiasi cosa facessi, anche quella che richiedeva più concentrazione, non era abbastanza per togliermi l'immagine di lui, così vicino a me, dalla mente. La cosa che più mi faceva paura, non era il fatto di averlo avuto a quella distanza tanto ravvicinata, bensì il brivido che avevo sentito lungo la schiena, mentre quel riccio mi "istigava".

Nella testa continuavano a rimbomarmi le sue parole "Oh ma andiamo Louis! Vuoi che smetta perché davvero ti do fastidio, o solo perché hai troppa paura di scoprire che avermi a questa distanza ti piace?". Era stato così diretto e insolente e io non avevo nemmeno avuto il tempo di controbattere. "Forse perché in realtà ha ragione Harry e averlo a quella distanza ti è piaciuto?", continuava a chiedermi la mia vocina interiore, che io ignoravo oppure semplicemente contraddivo. Perché andiamo, era assurdo pensare che a me piacesse avere Harry a quella distanza. Insomma il mio ragazzo era Zayn, io amavo lui ed era l'unico che volevo a pochi centimetri dal naso. Oltretutto quel riccio arrogante, mi stava solo antipatico e se anche avevo sentito dei brividi, di certo non erano a causa di attrazione nei suoi confronti. Magari avevo solo freddo, d'altra parte ero appena uscito dalla doccia. Quel pensiero, mi fa diventare tutto rosso un'altra volta.

-Oh ma davvero, allora perché non rispondi alla domanda che ti ho fatto per almeno tre volte?-, sbotta Zayn, guardandomi scocciato negli occhi.

Ricambio lo sguardo per qualche secondo, per poi posarlo di nuovo sul tavolo a cui eravamo seduti da soli. Si, perché Niall a quanto pare aveva invitato Kel a passare l'ora di pranzo con lui. Ci aveva gentilmente invitati sia a me che a Zayn, ma noi ovviamente avevamo avuto il buon senso di rifiutare. Era palese che i due si piacessero, perciò era giusto lasciare loro una privacy. Chissà, magari uno dei due avrebbe preso coraggio e si sarebbe dichiarato. Il pensiero mi fa spuntare un sorriso sulle labbra. Poi mi ricordo che sto di nuovo per litigare con Zayn, così torno subito serio. -Non ricordo cosa mi hai chiesto, Zayn-, sussurro, rimanendo con lo sguardo basso, aspettandomi già una brutta reazione.

Lo sento sospirare pesantemente, prendendosi poi la testa tra le mani, segno che si stesse alterando molto. -Louis, vuoi dirmi per favore che cosa ti passa dentro quella testa? E non venirmi a dire nulla, perché sono due giorni che sei strano. Sei distratto, non mi ascolti quando parlo, insomma che diamine è successo, per ridurti in questo modo?-

Resto fermo in silenzio per qualche secondo, fissandomi le mani che improvvisamente erano diventate interessanti. Odiavo essere disonesto con Zayn e ultimamente mi ritrovavo a farlo spesso, ma del resto che altro potevo fare? Di certo non potevo dirgli che Harry mi aveva visto in accappatoio, ma soprattutto che dopo aveva cercato di provocarmi. -Non è successo niente Zayn-, mento, mordicchiandomi nervosamente il labbro, come facevo ogni volta che mi agitavo.