Capitolo dieci

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Ritornai alla realtà quando Patrick sbraitò per l'ultima volta. — Fate quello che dovete fare e andatevene. —

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Sospirai alle sue parole e mi misi a guardare Evelyn, che per la prima volta, sembrava essere dispiaciuta.

Le sorrisi per rafforzarla anche solo per un secondo e lei ricambiò subito.

— Vado a prendere la borsetta e arrivo. —

— Ma sì certo, non preoccuparti. — le diedi una leggera pacca sulla spalla, facendole capire che non doveva imbarazzarsi, anche perché avevo imparato a compatire Patrick.

— Scusa per averti trascinata in questa piccola discussione. — sussurrò timidamente.

— Evelyn sta tranquilla, non è assolutamente colpa tua. — mi guardò per l'ultima volta e poi girò per l'appartamento cercando la borsetta.

Non mi spostai di un millimetro, non solo per l'arrogante comportamento del ragazzo della mia migliore amica, ma anche perché non volevo causarle altri problemi.

Spostai una ciocca di capelli dietro all'orecchio alla vista di Patrick con quel maledetto asciugamano in vita.

Si stava comportando come un bambino, ero la sua segretaria, ma comunque una fottutissima sconosciuta, poteva mettersi qualcosa addosso.

Mi massaggiai nervosamente la mano destra, perché quella situazione stava cominciando ad essere disagiante.

Proprio quando l'occhio si poggiò sul corpo scolpito dell'uomo che si trovava a pochi metri da me, si voltò, beccandomi ovviamente, come se non stesse aspettando altro. Come se non stesse aspettando altro che una ragione per poi umiliarmi il giorno dopo.

Mi sorrise maliziosamente e si voltò di nuovo a guardare la vista spettacolare dalla finestra.

— Eccomi Olivia! — ringraziai mentalmente Evelyn per avermi tirata fuori da quella penosa circostanza.

Le sorrisi ancora una volta ed iniziai ad incamminarmi verso l'uscita.

La mia migliore amica diede un bacio a stampo al bastardo e ce ne andammo.

Dopo avermi accompagnata a casa ringraziai Evelyn ed entrai.

Telefonai a mia madre, per l'evento.

— Olivia! Che bello sentirti! —

— Ciao mamma, era da tanto che non ti chiamavo. —

— Almeno ti sei fatta tu viva! Solitamente devo chiamarti io! —

— Volevo parlarti dell'evento, papà mi ha invitata. Dove si terrà? —

— Fred sa già tutto alla perfezione, non preoccuparti di questo. —

— Fred? Non si è fatto vivo oggi. —

— Ah, capisco. Vedrò cosa posso fare tesoro! —

— No, non preoccuparti. Faccio io. —

— Va bene allora, poi chiamami per farmi sapere. —

— D'accordo, buona serata. —

— Ciao Olivia. —

Passai una mano fra i capelli dopo aver attaccato.

Presi velocemente una mela dal cesto in cucina ed iniziai a sgranocchiarla. Incominciai a gironzolare per casa in vestaglia, in cerca di qualcosa da fare, perché diamine se mi annoiavo.

Pensai alla stupida relazione fra Patrick ed Evelyn, alla fine, non si amavano, cosa li teneva uniti? Improvvisamente mi sentii in colpa per non averle raccontato di Courtney. Subito ripresi il cellulare e digitai il numero della mia migliore amica, devo ammettere che per un momento fui titubante, perché non volevo farla sentire peggio, ma fu giusto così. La chiamai e subito mi rispose — Hey Olivia! Dimmi! — il suo tono squillante mi fece tranquillizzare, per lo meno non c'era rimasta poi così male per il comportamento del suo ragazzo. — Evelyn devo parlarti di una cosa, so che potrà sembrare e che sarà doloroso, ma credo sia giusto dirtelo. — la allarmai — Erm.. Okay? Ti ascolto. — sospirai e cominciai a parlare — Vedi, Patrick mi invitò a cena ed essendo la sua segretaria, non rifiutai. Sfortunatamente ed a mia insaputa, invitò un'altra donna, con la quale pomiciò tutta la serata. Io circa un'ora e mezza dopo me ne andai, stanca di tutto ciò. Non so se sia successo qualcosa a casa di Patrick, ma ho motivo di credere che abbiano passato la notte insieme. —

Ho aspettato che Evelyn rispondesse, ma sentii la sua voce ancora una volta solo un minuto dopo.

— Grazie per avermelo detto Olivia.. Ora devo lasciarti, ciao. —

Attaccò ed subito un dolore al petto si presentò.

Alla fine, era meglio così. Dovevo dirglielo, sarei stata una pessima amica se non gliel'avessi detto.

Mi misi sotto le coperte del letto e cercai di distrarmi leggendo un libro, ma nonostante tutti gli sforzi, non riuscivo a non pensare a Patrick. Ero stanca dei suoi giochetti, soprattutto per l'età che aveva, perché tutta la mia determinazione che avevo prima di mettere piede in quell'azienda, svaniva quando incrocio il suo sguardo, che ancora non ero riuscita ad identificare.

Ed era proprio per questo che mi sentivo debole, lui non provava una singola emozione, tranne l'avidità e il disgusto.

— Dannazione Bateman.. — sussurrai con voce stanca prima di addormentarmi.

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Erano le nove e mezza, ed ero in ritardo. Ero preparata ad una possibile predica da parte di Patrick. Arrivai correndo nella mia stanza, sistemai la pelliccia sull'appendiabiti ed accesi il computer. Andai a prendere una bottiglietta d'acqua per il mio capo, ambiente, come la preferisce lui e mi diressi verso il corridoio.

Esitai a bussare, ma ci riuscì.

— Permesso. — entrai e l'uomo che mi trovavo davanti non mi degnò di uno sguardo.

— Ti ho portato una bottiglietta d'acqua, ambiente. — cercai di rompere il ghiaccio.

— Lasciala lì. — il suo tono freddo mi fece sobbalzare.

— Patrick, sei sicuro sia tutto okay? — finalmente si voltò dalla mia parte, e sta volta, era chiaramente deluso.

— Perché hai detto a Evelyn di Courtney? Volevi vendicarti, stupida puttana? — si alzò velocemente e mi mise una mano al collo.

— Sapevi che Evelyn mi tradiva! A quale scopo lo hai fatto, se non per vendicarti? — delle lacrime iniziarono a rigarmi il viso, non per aver deluso Patrick, ma dalla paura. Quell'uomo iniziava a spaventarmi ed io come una stupida, glielo lasciavo fare.

Bateman allentò la presa e ritornò a sedersi.

— Ho ucciso Paul Allen e mi è piaciuto farlo. — aggiunse sorridendo soddisfatto.

" I don't like your fake side. " - Patrick Bateman x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora