I figure it out,from black and white.
Le ore continuavano a passare lentamente,con un ritmo preciso,sempre uguali.
Tic.Tic.Tic.
Uno,due,tre,dieci,20 secondi. Quel ritmo mi avrebbe uccisa.
Ero uscita di casa qualche ora prima,ricordavo ancora gli occhi di Harry fissi nei miei,era impossibile allontanare quell'immagine dalla testa.
Faceva male.
Ogni volta che i suoi occhi incrociavano i miei,non potevo far altro che sostenere lo sguardo.Lo avrei fatto per intere ore,se solo ne avessi avuto il coraggio.Ma stavamo andando troppo oltre,io,non potevo innamorarmi di lui.Ci conoscevamo appena da un mese.Tutto cio',era...un enorme problema.
Avevo sempre creduto nel vero amore,a quei rapporti che durano anni,ai brividi,alle farfalle nello stomaco,agli sguardi.
E come diceva Leopardi,l'innamoramento è più bello dell'amore stesso.
L'uomo è destinato ad essere infelice,è destinato ad esserlo per tutta la vita.
Si pone sempre nuovi obiettivi,sempre una nuova meta,un nuovo scopo.E quando lo raggiunge,la sua anima ne brama un altro ancora,e sarà sempre così,fin quando il cuore cesserà di battere,e la felicità più grande sarà finalmente raggiunta.Allora si,che l'uomo sarà felice.
Alzai lo sguardo verso il cielo scoperto dalle nuvole che il giorno prima impedivano la vista della città in ogni possibile angolazione.
Mi mancava.
Dio,vedevo Harry ovunque.Cercavo il suo sguardo tra le persone per strada,nei negozi,nei parchi.Cercavo la sua presenza ovunque andassi,ma sapevo perfettamente che era a casa,d'altronde ero stata io a essere andata via.
E non me ne pentivo,probabilmente.
Abbassai lo sguardo sul cemento,calciando con il piede destro un piccolo sassolino,che rotolò,monotono a qualche metro più avanti da me.Emisi un piccolo sospiro,quasi con angoscia,rialzando lo sguardo davanti a me.
Quella città mi metteva quasi paura.Le persone affollavano le strade di ogni angolo,anche di quelli più piccoli,ma ovviamente,ricchi di qualcosa di semplicemente meraviglioso.
Miami,era come una grande Roma Italiana.
I costumi,le idee,le tradizioni.Il cibo,che aimè,avrei sempre rimpianto.
Ma alla fine non era poi così male,vivere lì.Mi ci sarei abituata prima o poi.
Girai lo sguardo verso un carrello che un ragazzo,forse sui vent'anni,s'affrettava a trasportare in una stradina parallela alla mia.
Il fascio di plastica legato al di sopra,riportava la scritta "CREPES."
In quel momento,un piccolo sorriso mi occupò il viso,facendomi tornare alla mente,molti ricordi di quando ero bambina.
Uscivo spesso con io padre a passeggiare per Milano,e di quelli ce ne erano molti simili,in giro per la città.
E ogni volta che li vedevo,mi attaccavo alla giacca sua giacca di velluto,e la tiravo con forza,urlando "La voglio,la voglio!" E mio padre,rassegnato,non poteva far altro che prendermi in braccio e accontentare uno dei miei vizi più grandi.
Distolsi lo sguardo dal ragazzo,e tornai alla realtà,mordendomi leggermente il labbro inferiore.Era stato così difficile lasciarlo.Ma sapevo che sarebbe stato fiero di me,del percorso che stavo facendo.
Continuai a camminare,seguendo la strada,senza una meta precisa,senza un'obiettivo.Semplicemente camminavo,evitando gli sguardi di ogni persona che mi passava accanto.Volevo stare sola.
Ma come sempre,non tutto cio' che vogliamo è possibile.
Il cellulare vibrò nella tasca inferiore dei jeans,ed estraendolo,notai lo schermo illuminato.
Sospirai piano,leggendo il nome sul display.
Harry.
POV. HARRY
Se ne era andata,di nuovo.
Quando la porta si chiuse,sobbalzai appena per il forte rumore che emise.
Non poteva fare così,non poteva impedirmi di starle vicino,non di nuovo.
Forse era pentita di quello che era successo tra noi?
Forse lo ero anche io?Non lo sapevo più.
Portai le mani sul viso,e sospirando chiusi gli occhi,passando ripetutamente le mani su di esso,cercando di distogliere un attimo i pensieri da lei,ma non ci riuscivo.
Ogni volta che cercavo di dimenticarla,i suoi occhi azzurri tornavano alla mia mente,facendomi rabbrividire.
Aveva il potere di farmi sentire così bene,che ogni volta che andava via,mi sentivo..incompleto.
Mi stesi sul letto al mio fianco,a pancia in sù,fissanod il soffitto.
E le braccia di morfeo furono pronte ad accogliermi,appena i miei occhi si chiusero.
Passarono secondi,minuti,ore.Mi svegliai circa ad ora di cena.
Girai la testa posandola sul cuscino,speranod di trovare la ragazza al mio fianco,ma la mano tastò inutilmente il letto vuoto.
Chiamai il suo nome,ma non ricevetti risposta.Sospirai,presi il telefono sul comodino a qualche metro da me,e composi velocemente il suo numero,sperando di sentire la sua voce.
Sentii il suo respiro,e un piccolo sorriso mi illuminò il volto.
"Diana.."
Mormorai piano,chiudendo gli occhi.
—SPAZIO AUTRICE—
Buongiorno,ragazze!
Scusate se negli ultimi mesi non sono stata presente,ma lo studio è molto intenso,ultimamente.
Allora,questo è un capitolo di passaggio,nulla di più.
Spero vi piaccia. ♥
Baci,Francesca.
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So,it's gonna be forever?
Teen FictionE decisi.Quel giorno,si,decisi. Nell'esatto momento in cui i suoi occhi incrociarono i miei,decisi che non lo avrei lasciato andare via. Non lo avrei permesso. Nessuno poteva portarlo via da me. Perchè avevo bisogno del suo viso,delle sue parole,del...