L'idea di scrivere mi è venuta cosi, di getto. Non ricordo nemmeno più quale sia la mia prima produzione, il mio primo testo, la prima volta in cui sono stato capace di convertire quello che ho dentro in semplici righe, inizialmente da tenere per me stesso, poi da condividere con persone molto strette, capaci di capire come io stia veramente da pochi banali caratteri scritti in un messaggio. Non posso neanche chiedere a qualcuno quale sia, dato che il mio primissimo lavoro non l'ho mai inviato. Penso che però contenesse riflessioni riguardanti diversi temi, e uno fra questo è il "come stai?".
Come stai. Sì, l'ho scritto stavolta senza punto interrogativo, anche se è trovato molto più frequente nella forma "come stai?". E allora perché l'ho scritto così, quasi per renderlo una normale frase e non una domanda? Non ne ho idea, penso che la ragione sostanziale sia che nel porre una domanda ci debba essere un minimo d'interesse nel ricevere la risposta, spinto da desiderio di sapere o da banale curiosità; tuttavia, quando la domanda è questa, la poniamo al nostro interlocutore come una sorta di cortesia, in realtà non vincolata da un sincero interesse. Certo, da domande finte possono solo, com'è naturale che sia, sorgere risposte finte. "bene bene, grazie, tu?". La mia preferita, molto comune. Quante volte ho detto di stare bene senza pensarlo, solo per portare avanti la conversazione cambiando argomento, o per evitare di dover dare eccessive spiegazioni per il mio stato reale di salute (mentale s'intende, quella fisica non si tocca). E devo dire che questo, il fatto di nasconderci a persone con cui non abbiamo il piacere di intrattener discorso, è strettamente legato al parlare troppo. Mai come ora mi rendo conto che il 90% delle parole che pronuncio o scrivo vadano a persone che si limitano a risposte monosillabiche, forse perché incapaci di formulare risposta, o forse perché non interessati a fornirne una. Ultimamente, o forse a dicembre, non ricordo, ho conosciuto una ragazza (il cui nome rimarrà ovviamente sconosciuto). Non capita che ci scriviamo spesso, ma quando accade, mi rendo conto che, per quanto sia sicuramente carina, in realtà non abbia assolutamente nulla da comunicare. Spesso sono in sostanza solo io a parlare, ma non a causa di un problema di egocentrismo, o forse di una tendenza a essere logorroico che mi caratterizza, quanto più perché non ci sono argomenti di sorta di cui conversare, o semplicemente per la pochezza che caratterizza i suoi discorsi. Ogni volta che mi capita di avere conversazioni, virtuali o meno, con una persona, tengo veramente tanto conto a quello che gli altri possono o non possono comunicarmi, e il più delle volte arrivo a una triste conclusione, legata poi a un dubbio. La conclusione? Beh, deduco spesso che ho sprecato tanto tempo dietro a persone che il mio tempo non lo meritavano; il dubbio? Il dubbio è che possa essere io il problema, forse con tanto da dire, ma incapace di accontentarsi, in un mondo che di persone che han da comunicare qualcosa ne ha poche.
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Myself - Adesso parlo io
General Fiction"Myself - Adesso parlo io" è il mio primo libro, un unica raccolta di pensieri sparsi, accumulati nel tempo e che non ho mai avuto il coraggio di condividere. Non avrei mai pensato che sarei sbarcato su Wattpad, e invece..