Non credo che mi sia mai capitato di dirlo

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Non credo che mi sia mai capitato di dirlo, ma su Instagram seguo una pagina (e non so mai se si dica page, pagina o profilo, comunque) che si chiama "Sapore di male", e che spesso ironizza su eventi reali (che si tratti di argomenti politici o frivoli questo non conta), utilizzando come base per i meme delle citazioni, template e richiami a differenti serie tv, film, canzoni, e, beh, praticamente qualunque cosa sia in voga in rete. E spesso trovo nella home page un meme ricorrente, quello di una donna (di cui non conosco l'identità) seduta al computer che scrive, meditando su quante volte nella vita accada un determinato avvenimento. Andando a cercare, la donna protagonista del meme è una certa Carrie di "Sex and the city", e in tutti i meme, come accennavo prima, è sempre presente un riferimento a "quante volte abbiamo creduto nei nostri amori eccessivamente" eccetera. Ecco, io stasera mi sento una sorta di Carrie. Quante volte ci siamo lasciati trasportare dalla fantasia, dalla mente, immaginando le persone in maniera differente dalla realtà, per avere un quadro di loro non per come sono, ma per come in realtà vorremmo che fossero?

Mi spiego: ad un lettore poco attento, sembrerà evidente che ho già trattato l'argomento, e potrebbe anche rompersi i coglioni, ecco, di sentir parlare di persone, come il sottoscritto, che seguendo l'illusione dell'amore si fidano troppo di persone che in realtà di fiducia non ne meritano, o delle medesime persone che, sempre per inganno dell'amore, si illudono che le persone intorno a loro siano meglio di ciò che realmente sono. Ma no, questa volta no, non mi va di trattare argomenti, per quanto accattivanti, triti e ritriti. Quello che intendo dire stavolta, invece, è che sono arrivato ad una sorta di rivelazione. Pensavo che fossi io lo stupido, e pensavo anche che fossi io a vedere le persone come qualcosa di più rispetto a ciò che realmente sono, e di conseguenza che fossi io quello a prendere facciate. Ho invece realizzato che, forse, il problema sono proprio io; ma certo, come ho fatto a non capirlo prima, il problema sono io. Evidentemente sono io che chiedo troppo agli altri, e non gli altri che si mostrano come meglio di ciò che sono. Ora che ci penso, ogni mio rapporto che in passato è stato chiuso, potrebbe verosimilmente aver raggiunto una sorta di meta per colpa mia: io che chiedevo troppo a chi non era disposto a dare nulla per me, certo, ora è tutto chiaro. Una mia ex di cui non farò il nome e che chiameremo "Marta", per esempio, perché mi ha lasciato? Ok ok diceva di non essere pronta eccetera, ma non potrebbe forse essere stata colpa mia, che chiedevo a lei attenzioni che non era pronta a dare? E di Giovanna (altro nome falso) vale la pena di parlare? Beh, magari era colpa ma, io che pensavo di avere trovato una persona apposto e quindi mi sono aperto, ho messo in tavola tutte le mie carte migliori e sono stato fregato. Ed Eugenia? (ormai avete capito l'andazzo). Ohh lei, la mia perdita di tempo più clamorosa. Non sono stato forse io a chiedere attenzioni e affetto ad una persona incapace di gestire entrambe le cose? In sintesi, stasera ho raggiunto una vera e propria illuminazione, grazie ad un momento di riflessione, autocritica e autocommiserazione: i rapporti con tutti i casi umani precedentemente nominati, forse, sono stati chiusi anche per colpa mia. Mi manca qualcuno? No, sto bene così. Potrei chiedere scusa, farmi vivo o addirittura pensare di recuperare uno di quei rapporti? Non credo, anzi, direi che definirle per me "morte" non sia una esagerazione.
E sono serio.

Myself - Adesso parlo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora