Nora.
Io ti sbircio
come una scacchiera di battaglia navale
non so ancora dove mi affonderai.Avevo atteso che mi venisse a cercare, avevo atteso pazientemente che avesse nuovamente il coraggio di entrare tra le mura di quella casa, diventata silenziosa a causa della mancanza della signora Josslyn.
Avevo atteso, ma lui non si fece mai vedere.
Il silenzio, quello in cui mi ero rinchiusa da anni, da una settimana a questa parte mi stava consumando lentamente.
Avevo iniziato a rimpiangere le parole soffocate che mi ero tenuta per me durante i discorsi della signora Josslyn, mentre adesso ne avevo così tante da soffocarmi se non le avessi cacciate fuori, ma non potevo chiamarla, non potevo metterla ancora in pericolo.
La scuola era iniziata, ed anche se fingermi una normale studentessa non era il massimo, infrangere le promesse non era da me.
La presenza di Geco, il ragazzo con cui mi ero ritrovata a ballare, era stata utile a superare quella valanga di inutili figli di papà che mi squadravano da capo a piedi.
Mi piaceva stare sulle mie, ed anche se lui entrava spesso e volentieri nel mio spazio vitale con il suo modo estroverso di socializzare, provavo a non perdere il controllo contando fino a cento, mentalmente.
L'unica nota positiva, erano le lezioni di ballo come corso extra offerto dalla scuola, non avevo intenzione di farne parte, ma usufruire della sala durante la notte era nei miei piani.
Quella sera ne fui quasi tentata, ma la chiamata di Geco stravolse tutti i miei piani facendomi pentire di avergli ceduto il mio numero.
«Cosa vuoi?» fu la mia forma di saluto, arrendendomi alla terza chiamata.
«La tua presenza, e non accetto un no come risposta.» parlò veloce, come se sapesse che avrei potuto staccargli il telefono in faccia da un momento all'altro.
«No.» risposi prontamente.
«Non puoi rifiutarmi, ti ho appena detto che non accetto un no come risposta.» ribatté, innervosendomi ancora di più.
«Da quando siamo così in confidenza?» gli domandai, lasciando trasparire la mia irritazione.
«Da quando ho salvato il tuo primo giorno di scuola con la mia compagnia, ti sembra poco?» rispose convinto.
«Oh chiedo venia, ma nessuno te lo ha chiesto, ce l'avrei fatta anche senza di te.»
«Bugiarda.» mi accusò, strappandomi uno sbuffo esausto, era davvero faticoso avere a che fare con persone come lui, per una che odiava il contatto con le persone esterne.
«Non ti sopporto.» sbuffai, stringendomi le tempie per l'improvviso mal di testa.
«Tu invece mi stai simpatica. Ora alza il culo e preparati.» non si arrese, provocandomi un lamento esasperato.
«Prepararmi? Cos'ho che non va?» chiesi, guardando il mio solito abbigliamento, ignara della sua risposta.
«Non è con quei vestiti enormi che passi inosservata Pupa, in quel modo non fai altro che attirare l'attenzione.»
STAI LEGGENDO
Nel cuore di un ladro
Romance"C'erano favole che era meglio non raccontare, questa, era una di quelle." Nora Lancaster è una ragazza di diciassette anni, con l'aspetto da maschiaccio e due occhi viola impossibili da non notare. Parla poco, balla spesso e dall'età di cinque anni...