Elias.
La vita non ti dà le persone che vuoi,
ti dà le persone di cui hai bisogno: per amarti,
per odiarti, per formarti, per distruggerti e per renderti la persona che era destino che fossi.
ANONIMOErano le dieci passate di sera, quando varcai le porte scorrevoli del primo supermercato notturno che trovai.
Andai spedito verso il reparto dolci, lì dove da bambino mi fermavo spesso senza poter prendere niente, non prima di essere cresciuto abbastanza da avere il coraggio e l'incoscienza di nascondere il bottino nei pantaloni e darmela a gambe senza guardarmi indietro.
Presi di tutto, tutto quello che avrei voluto poter prendere quand'ero soltanto un ragazzino.
Andai alla cassa con le braccia piene, sotto gli occhi perplessi della cassiera paffuta che molto probabilmente si stava chiedendo se avessi un calo di zuccheri.
Attesi paziente che mi dicesse il conto e dopo averla pagata, si premurò di dirmi: «Spero che
tu non abbia intenzione di finire tutta questa roba entro un giorno.»Finii di mettere nella busta le ultima cose, prima di sollevare gli occhi per darle la mia attenzione.
«Conto di finirle entro stanotte, in realtà. Sa, mi rendono più attivo.» allusi in maniera seducente, tanto che lei si bloccò con lo scontrino a mezz'aria, le labbra dischiuse e le guance che si tingevano di rosso in preda all'imbarazzo.
«Buonanotte.» le augurai, lasciando il resto lì mentre trattenevo una risata, prima di uscire e avviarmi verso la mia meta.
Il tragitto fu breve, in meno di un attimo mi ritrovai dinanzi a quell'edificio silenzioso e consumato dal tempo; almeno una volta a settimana facevo l'impossibile per andarci, glielo avevo promesso.
Andai spedito verso l'entrata, ignorando l'odore di muffa che consumava le pareti, ma mi fermai appena vidi una persona incappucciata seduta a gambe incrociate in cima alla scalinata, proprio difronte a lui.
Mi nascosi velocemente verso il prima ammasso di cemento che reggeva in piedi il piano di sopra;
di solito a quell'ora erano tutti in giro a fare qualche guaio per guadagnarsi la grana e sfamarsi, non doveva esserci nessuno.Provai a fare il meno rumore possibile lasciando le buste delicatamente a terra, prima di affacciarmi per capire chi fosse; alla gente di strada non piacevano gli ospiti indesiderati come me.
«Erano le preferite di mia madre, sai?» parlò, e riconobbi la voce all'istante.
Pose il recipiente rotondo verso Aron, che con un sorriso sdentato afferrò una caramella portandosela in bocca senza esitazione.
Si fidava.
Il mio moccioso si fidava di lei abbastanza da accettare una caramella.
Se per la gente dei paesi alti vigeva la legge del non accettare caramelle dagli sconosciuti, per i figli della strada era il primo comandamento anche se quasi tutti cadevano nell'inganno, quando non avevano niente e si accontentavano di qualsiasi cosa.
Ma non lui.
Per fargli mangiare un panino ci avevo impiegato tre settimane, lei invece? Lei quanto ci aveva messo a fargli brillare gli occhi in quel modo?
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Nel cuore di un ladro
Romance"C'erano favole che era meglio non raccontare, questa, era una di quelle." Nora Lancaster è una ragazza di diciassette anni, con l'aspetto da maschiaccio e due occhi viola impossibili da non notare. Parla poco, balla spesso e dall'età di cinque anni...