Non si torna indietro.

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Cheryl Blossom's pov
Lei è qui ed l'unica cosa che mi interessa in questo momento.

Ho aspettato per anni questo momento e finalmente è arrivato.

<<Permesso?>> Sento aprirsi la porta del mio ufficio, seguita da una voce dolce.
È lei.

<<Siediti sul divano>> dico, con la sedia al mio tavolo girata nella direzione opposta, senza guardarla in faccia, mentre sorseggio il mio vino. Sento dei passi farsi spazio nella stanza e il suo profumo entra nelle mie narici.

<<Mi è stato chiesto di venire qui.>>Dice, e io giro la sedia verso di lei; finalmente vedendo il suo viso, più maturo, ma con la stessa bellezza che ricordavo, e le sue ciocche rosa che richiamavano sempre la mia attenzione perfette, ma erano di meno, e i capelli che prima erano castani ora sono castano scuro, quasi neri.
Faccio scorrere gli occhi sul suo corpo, vedo esattamente la camicia da notte che ho chiesto di farle indossare e mi mordo il labbro inferiore in un sorriso malizioso.

<<Non hai trovato la vestaglia?>> chiedo, vedendo la sua faccia confondersi.

<<Vestaglia?>> chiede, appunto, confusa.

<<Una vestaglia nera, intonata alla camicia da notte. Non volevi metterla?>> chiedo e bevo un altro sorso del mio vino. Vedo la sua faccia diventare ancora più confusa. <<Non hai guardato nell'armadio?>> Scuote la testa negativamente. <<Dacci un'occhiata più tardi.>>

<<Perché mi hai chiesto di venire qui?>>Chiede un po' spaventata. Faccio una leggera risata, metto il mio bicchiere di vino sul tavolo, mi alzo dalla sedia e comincio a camminare lentamente verso di lei, mentre lei si ritira indietro sul divano.

<<Ti è stato chiesto di venire qui perché qui ci sono io, ed è per questo che sei qui.>> dico, avvicinandomi sempre di più.

<<Per te?>> chiede con un'espressione accigliata, chiaramente confusa.

<<Ti spiegherò.>> dico, e quando mi avvicino abbastanza al suo corpo, mi siedo accanto a lei. <<Ma prima parlami di te, come va il tuo matrimonio?>> chiedo, vedendola deglutire a fatica.

<<Come fai a sapere del mio matrimonio?>> chiede e si allontana un po' da me, avvicinandosi al bracciolo del divano. Io, volendo avere il suo corpo vicino al mio, mentre lei si allontana, mi avvicino, seguendola.

<<So tutto di te. Ma non hai risposto alla mia domanda, come va il tuo matrimonio?>> chiedo, approfittando della nostra vicinanza per studiare il suo volto e le sue espressioni, che al momento sono confuse.

<<Va bene, il mio matrimonio va bene.>> Dice.
Faccio una fredda risata e mi guardo in grembo, scuotendo la testa.

<<A volte vorrei prendere quel bastardo di Fogarty e strofinargli la faccia sull'asfalto, solo perché stava tradendo una donna preziosa come te.>> dico sinceramente e la guardo in faccia. <<Lo farò.>>

<<Scusami?>>chiede lei, che sembra aver cambiato la sua espressione da confusa a indignata. Mi alzo dal divano e mi dirigo verso la mia scrivania, apro l'ultimo cassetto e prendo una busta e poi torno da lei.

<<Penso che meriti di sapere alcune cose. Provo odio solo per il fatto che ami un ragazzo che fa schifo.>> dico e mi siedo di nuovo sul divano, accavallando le gambe e cacciando qualche foto dall'interno della busta, porgendola subito dopo a Toni. Prende le foto e le fissa per un po', finché non vedo una lacrima scendere dal suo occhio, cadendo dritta sulla foto che stava guardando in quel momento, seguita da molte altre lacrime e la sua mano sinistra che va dritta sulla sua bocca, in un grido silenzioso.

365 DAYS - CHONI (Traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora