Capitolo 4

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I miei pensieri andarono in fumo quando notai la porta spalancarsi, seguita da Dany che entrò di soppiatto.

Mi tirai su per farle capire che fossi sveglia, al che venne a sedersi vicino a me.

«Allora, ti sei divertita?»

«Sì.»

«Non ti sei persa? Strano», osservai, prendendola in giro.

Smorzò una risata infastidita, sventolando una mano come se stesse scacciando un'irritante mosca.

«No, non mi sono persa. Alla fine mi sono fatta accompagnare dalla signora.» Poi aggiunse con tono amorevole, abbracciando uno dei tanti cuscini sparsi sul mio letto: «A dire la verità, avrei preferito che mi accompagnasse Sciuìì. Ma lo sai, non parlo bene il giapponese e non volevo fare brutta figura».

«Avresti potuto parlargli in inglese», le feci notare.

«Ma poi non avrei potuto vantarmi delle mie doti.»

Ah, quindi era quello il problema.

«Di certo non è colpa mia. Io ho provato a insegnartelo.»

«Non importa, è stato piacevole anche passeggiare con lei», concluse altezzosa.

«Bene. Ti ha avvertita della festa di stasera?»

«Guarda che gliene ho parlato io.» Giusto. «Però ancora non so cosa mettermi», si lamentò, mettendo il broncio e appoggiando il mento sul cuscino che teneva abbracciato.

«Posso darti qualcosa io», proposi, alquanto perfidamente.

«Non se ne parla, la tua roba è troppo scura. Mi sta malissimo», sbottò, offendendosi.

«Così mi ferisci.»

Mi asciugai una finta lacrimuccia, ma lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

«Tu hai deciso che metterai? Verrai vestita così?»

Puntò alla mia felpa dark e ai leggings di pelle.

Scossi la testa, indicando verso l'armadio.

«Ichigo ha voluto prestarmi qualcosa di suo. Ah, in effetti, se glielo chiedessi sono certa che darebbe qualcosa anche a te.»

«D'accordo, dopo vado. Di sicuro lei non si veste solo di nero.»

Neppure io mi vestivo solo di nero, ma preferii evitare di contraddirla.

«Comunque, che hai fatto in mia assenza?»

«Niente di che. Ho dormito, è venuta Ichigo, ho dormito di nuovo.»

«E prima che venissi io?»

«Ho parlato con "Sciuì"», dichiarai indifferente, facendo le virgolette al suo nome.

«Aaah...» Era improvvisamente curiosa. «Questo sì che è interessante. Di che avete parlato?»

«Mah, niente di che. Provenienza, età, musica e basta.» Sembrava si aspettasse qualche cosa in più, ma prima che potesse aggiungere altro le domandai: «Vuoi vedere il vestito?» Senza attendere risposta mi alzai e lo tolsi dalla stampella per mostrarglielo, poggiandomelo contro il corpo. «Ta-dan! Che ne pensi?»

«Molto bello, ma come pensavo, è troppo nero

«Ma dai, c'è persino il velo arancione!»

Quasi glielo misi sotto al naso, al che lei storse la bocca.

«Te l'ho detto mille volte, non è per niente nel mio stile. Mi sentirei troppo Morticia Addams con qualcosa del genere addosso.»

Kokoro no Ongaku- La Musica del CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora