La lezione

183 7 0
                                    

"Oh che carina la nuova coppietta di amici, si stanno guardando" ad interrompere il nostro contatto visivo fu la voce assordante dell'ape regina della scuola.
Mi ricomposi al mio posto declutendo imbarazzata.
"Lasciala stare Bianca" mi difese Xavier
Sorrisi istintivamente a quel gesto, gli posai una mano sul braccio e gli dissi "Stai tranquillo, è da quando sono arrivata che prova a darmi fastidio. Ma sono un osso duro, è impossibile irritarmi con così poco"
Lui si voltò nella mia direzione e ribatté silenziosamente "Poi ti chiedi perché l'ho lasciata"
Entrambi scoppiammo in una lieve risata.
"Oh scusa..." dissi accorgendomi che avevo ancora la mano sul suo braccio.
"Non preoccuparti, mi piace il tuo tocco lo sai?" ci tenne a farmi sapere per farmi rilassare.
Non toglieva gli occhi dai miei mentre sorrideva, sorrisi anche io voltandomi con ormai la faccia completamente rossa.
Non sapevo cosa rispondere, non riuscivo nemmeno a ringraziarlo.
Ma fortunatamente a salvarmi dal momento imbarazzante fu la voce della nostra professoressa che fece iniziare la lezione.

Dopo il suono della campanella finale ci preparammo tutti per tornare ai dormitori.
Dopo aver sorriso a Xavier per salutarlo mi voltai per uscire dalla porta, ma qualcuno mi fermò prendendomi la mano.
"Darkettona dove vai, ti devo ricordare che oggi alle 17:00 hai la prima lezione di scherma con il sottoscritto" il ragazzo dai capelli lunghi mi ricordò questa cosa con il sorriso compiaciuto stampato in faccia.
Istintivamente gli lasciai la mano e risposi che ci sarei andata salutandolo per l'ennesima volta.
Perché quel tocco mi aveva fatto rabbrividire?

L'ora della lezione era ormai arrivata, dopo essermi preparata a dovere scendo nel giardino dove mi aspettava Xavier.
Lo trovai lì con i capelli legati e super concentrato nel centrare il bersaglio, bello come il sole...
"Hey" dissi quasi con un filo di voce.
"Meredith, che bello vederti" boom, colpo al cuore
"Non vedevi l'ora che iniziasse questa lezione eh?" decisi di buttare il discorso sullo scherzo.
Rise, aveva una risata dolcissima
"Dai vieni qui, ti faccio vedere come si fa"
Impugnò l'arco colpendo il cerchio da venti punti.
"Wow, un maestro che non sa nemmeno colpire il centro... abbastanza deludente" lo derisi.
Lui mi guardò stupito, si voltò di nuovo verso il bersaglio prendendo un'altra freccia e la scagliò verso il centro "Mai sottovalutare il tuo avversario darkettona"
Feci un mugugno di disapprovazione, odiavo essere controbattuta.
"Dai prendi questo" mettendo fine alla nostra guerra passandomi un altro arco.
Nel frattempo si girò per continuare a tirare.
"Xavier"
"Mh?" disse senza staccare gli occhi dal bersaglio, era concentratissimo.
"Io non so nemmeno tenere in mano l'arco" dissi quasi imbarazzata.
Lui abbassò la testa e si mise a ridere, era una risata carina però.
Quasi come provasse tenerezza nei miei confronti.
"Ti aiuto io" si posizionò perfettamente dietro di me.
Mise le mani sulle mie e mi aiutò a tirare il primo colpo, che non andò affatto male.
Ma in realtà l'imparare a tirare non era l'obiettivo principale per me, ero troppo concentrata alla presenza di Xavier dietro di me.
Dopo aver fatto allenamento per circa due ore avevamo finito il corso.
"Che vuoi fare?" mi disse lui mentre metteva a posto la roba.
"Ah non lo so, io pensavo di tornare al dormitorio" dissi indicando la direzione interessata, quasi come se fossi una bambina.
"No dai, facciamo qualcosa insieme"
Non seppi resistere a quella frase e annuì in risposta positiva, ero arrossita completamente.
"Posso dirti una cosa?" avevo l'ansia in quel momento.
"Si certo"
"Vesti come se fossi una punk però in realtà sei carina" il mio cuore perse un battito.
"In che senso scusa?" iniziai a guardarlo male.
"Che non sei così stronza come il tuo stile dimostra"
"Si invece, io non sono carina" avevo la faccia completamente imbronciata, forse un po' carina lo ero.
"Con me sei carina" bastardo.
"Perché sei una delle poche persone che non odio in questa scuola" Brava, continua a fare la parte della stronza.
Non lasciare che un uomo ti indebolisca.
"Oh, che onore allora..." disse lui mettendosi una mano sul petto come a dire di essere onorato.
Risi alla sua battuta ma poi decisi di cambiare discorso.
"Allora, che vuoi fare?"
Tirò fuori un sacchetto alimentare dal suo zaino.
"Ho preso in prestito un po' di cose dalla mensa, facciamo un picnic"

-What the hell are we?-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora